Bellavia: "Amts, un’azienda moderna con una visione del futuro" - QdS

Bellavia: “Amts, un’azienda moderna con una visione del futuro”

Bellavia: “Amts, un’azienda moderna con una visione del futuro”

sabato 12 Novembre 2022

Forum con Giacomo Bellavia, amministratore unico Amts Spa. "Servizi di trasporto e sosta riorganizzati per una maggiore efficienza"

Intervistato dal vice direttore, Raffaella Tregua, l’amministratore unico dell’Azienda metropolitana trasporti e sosta Catania Spa, Giacomo Bellavia, risponde alle domande del QdS.

Quali sono i risultati più importanti che sono stati raggiunti dall’Amts?
“Senza dubbio, la cosa più importante che è accaduta in questi anni è la fusione tra Amt e Sostare. L’operazione ha consentito, innanzitutto, di eliminare una lacuna importante che era quella di avere in città due società che si occupavano più o meno delle stesse cose, la mobilità e, di fatto, si sovrapponevano. Abbiamo trasformato una società ‘novecentesca’ in una moderna, con una visione e una possibilità di azione più ampia”.

Concretamente, che benefici ha portato la nascita dell’Amts?
“La nuova società è operativa da luglio dell’anno scorso. Abbiamo semplificato il Cda, al momento io sono l’amministratore unico, e ridotto i costi. L’aver fuso le due aziende ci ha poi consentito di avere una visione della mobilità a 360 gradi: l’obiettivo è infatti integrare la politica dei parcheggi con quella dei trasporti, armonizzandole. Abbiamo realizzato abbonamenti a prezzi vantaggiosi e integrato la sosta e l’uso del mezzo pubblico, come con Catania Tu-go. Abbiamo poi riorganizzato le tariffe della sosta aumentandone i costi nelle zone centrali di 10 centesimi e lasciando invariato quello nelle aree periferiche. lnfine, abbiamo riordinato le Ztl e abbiamo attivato aree pedonali, attraverso i varchi elettronici videosorvegliati, che hanno permesso di eliminare il caos in alcune zone. Devo dire che, nonostante qualche protesta, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Insomma, abbiamo lavorato sulle aree pedonali, sulla zonizzazione delle aree di sosta e sull’integrazione del trasporto pubblico. Tutte operazioni che prima non era possibile fare”.

Quali sono i numeri dell’Amts Spa?
“Abbiamo quasi ottocento dipendenti e un fatturato di circa 60 milioni di euro. Le 150 vetture di cui è composto il parco mezzi sono tutte circolanti, ma a rotazione, visti i vincoli contrattuali sul massimo chilometrico. Ne teniamo in esercizio più o meno 110 ed entro il 2026 compreremo cento mezzi elettrici e dieci a idrogeno. I primi 16 arriveranno entro l’anno e questo ci consentirà di dismettere progressivamente le vetture più vecchie”.

Quali sono i problemi che oggi affliggono l’azienda dal punto di vista economico?
“Il tema fondamentale è il Contratto di servizio, connesso ai chilometri che l’azienda può fare da contratto, ridotti significativamente dopo che il Comune di Catania ha dichiarato il dissesto. Una volta che sarà terminata questa fase per l’Ente, si capirà quali saranno le risorse a disposizione. Oggi il limite è sette milioni di chilometri, prima era di quindici. Abbiamo razionalizzato alcune corse, quelle notturne per esempio, abbiamo accorpato alcune linee, abbiamo realizzato il Brt5 e migliorato il Brt1 ma la coperta è sempre quella”.

Anche il parcheggio diventa smart

Ci sono assunzioni in vista?
“Abbiamo fatto un nuovo concorso: il vecchio, che bandì l’Amt per l’assunzione di autisti, risaliva al 2004 e poi chiamarono nel 2011, dopo sette anni. Noi abbiamo fatto un concorso completamente telematico, solo per titoli ed esperienza pregressa, e in 25 giorni abbiamo espletato tutto, chiamando i primi venti autisti dopo 45 giorni”.

Come immagina la mobilità nella Catania del prossimo futuro?
“C’è un sistema città da recuperare. La mia idea prevede l’estensione massiccia delle Zone a traffico limitato. Il centro storico deve rispecchiare questa visione: io ho già presentato al commissario straordinario del Comune, Federico Portoghese, il progetto per la Ztl di via Umberto, dalla piazza alla via Etnea e poi quella che va da piazza Duomo a piazza Mazzini. Ma l’iniziativa più ambiziosa riguarda l’area del Castello Ursino. Per cambiare la città occorre partire dalle piccole cose”.

Altri progetti che prenderanno il via da qui ai prossimi mesi?
“Ci sarà lo smart parking: stiamo acquistando 240 parchimetri dove si potrà inserire il numero di targa. Abbiamo comprato sei street control, che daremo agli ausiliari per fare le multe e siamo in via di aggiudicazione della gara: c’è un piccolo contenzioso ma speriamo di risolvere presto. Stiamo infine comprando delle telecamere sia per le Ztl sia per istituire zone a ingresso a pagamento e poi per le aree sperimentali di controllo sulla sosta. Questo sia per un’organizzazione interna e poi per agevolare l’utenza cui verrà segnalata l’area in cui ci sono stalli liberi o no”.

Dialogo con la Regione e valorizzazione di tutta l’area metropolitana di Catania

Qual è il ruolo della Regione relativamente ai finanziamenti? Cosa può fare Palermo?
“Il Governo regionale ha ovviamente il suo peso nel sistema dei trasporti e della mobilità. Per esempio relativamente ai collegamenti con i Comuni limitrofi. Qui abbiamo cercato di attivare convenzioni e servizi con Gravina di Catania, Tremestieri, Aci Castello, San Pietro Clarenza. Il problema è che la Regione, nel suo piano del trasporto, qualifica queste tratte come interurbane, destinando in questo modo i soldi per i collegamenti alle altre aziende come l’Azienda siciliana dei trasporti e la Ferrovia Circumetnea. Ma questa è una contraddizione di fronte alla conurbazione tipica di Catania. Il risultato è che i contributi dobbiamo chiederli ai Comuni di pertinenza. Invece, l’area metropolitana andrebbe valorizzata”.

Qual è dunque la prospettiva futura per l’Azienda di trasporto e sosta di Catania? Cosa intendete chiedere al nuovo Governo regionale di Renato Schifani?
“Innanzitutto, è necessaria la riorganizzazione del Piano dei trasporti, valorizzando l’aerea metropolitana di Catania. Proprio in quest’ottica, pensiamo a convegno sul riordino della metropolitana. Il rapporto che abbiamo con la Ferrovia Circumetnea è ottimo, ma restano due aziende distinte che si occupano di trasporto e la Fce rimane l’unica ferrovia ancora in concessione. Se fossimo un’unica realtà potremmo fare molto, a cominciare dal biglietto integrato. Questi sono i due temi prioritari, oltre a quello relativo al passante ferroviario per cui occorrerebbe che Trenitalia potenziasse i treni. Oggi, il passante ha sette stazioni che restano dimensionate e invece questa linea potrebbe diventare la seconda linea metropolitana. La Regione dovrebbe chiedere a Trenitalia di modificare il contratto di servizio per aumentare le frequenze”.

Il servizio di bike sharing in fase di implementazione

Quali sono le novità su Catania? A che punto è la progettazione delle linee veloci o dei nuovi Brt? Quello attivato da poco sta funzionando?
“Sì, funziona, anche se c’è sicuramente qualche accorgimento da fare, in seguito alle segnalazioni degli utenti che stiamo valutando. Nel Piano generale del traffico urbano sono previste cinque dorsali principali e quindi cinque Brt con corsie protette e semafori intelligenti. Una sorta di metropolitana di superficie. Dopo il primo, che abbiamo completamente riqualificato, e il secondo che collega il centro di Catania con Cannizzaro, siamo pronti al Brt2, che è quello dell’asse dei viali che collegherà la città da Ovest a Est. Il progetto, dopo gli incontri che abbiamo organizzato con tutti i soggetti coinvolti, è sul tavolo del commissario straordinario che sta valutando”.

Come sta funzionando il servizio di bike sharing?
“Siamo ancora in fase di valutazione. Abbiamo iniziato l’anno scorso attivando appena cinque stazioni. Siamo in fase di implementazione del servizio, vista l’attivazione in corso di nuove stazioni. In totale avremo 32 postazioni e quasi tutte verranno attivate entro il mese, il 17 novembre per la precisione. In ogni caso, il servizio ha un discreto successo, anche perché per la prima mezz’ora è gratis e questo invoglia molti. Sono fiducioso. Le bici, oltretutto, sono controllate e collegate a una centrale operativa e alla centrale di vigilanza. Servono però le piste ciclabili, anche se so che c’è una progettazione definitiva che deve andare in gara e che sta portando avanti il Comune direttamente”.

Lei è alla guida dell’Azienda di trasporti ormai da anni e ora è l’amministratore di quella nata dalla fusione con Sostare. Quali obiettivi da qui a giugno, quando dovrebbe cambiare l’amministrazione?
“Sono realista e devo ammettere che si potrà fare poco, in aggiunta a quanto abbiamo già fatto. Vorrei di certo completare questo percorso di realizzazione di un modello di gestione unitaria dei servizi di mobilità”.

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