L’esame del dna darà la certezza, ma il riconoscimento delle scarpette blu di Gioele, mostrate ieri sera al padre, Daniele Mondello, conferma i sospetti della polizia: quelli trovati nei boschi di Caronia sono i resti del bambino, scomparso il tre agosto con la madre, la dj Viviana Parisi, di 43 anni, trovata morta sotto un traliccio dell’alta tensione, a poca distanza dal suo bimbo.
Daniele Mondello e il suocero, Luigino Parisi, sono stati sottoposti a un prelievo per l’estrazione del dna, accertamento comunque necessario visto lo stato dei resti del piccolo, il cui corpo è stato straziato dagli animali selvatici.
Tra i rovi, le spoglie di Gioele sono state scoperte da un ex carabiniere che aveva accolto l’invito della famiglia del bambino e si era unito alle forze dell’ordine nelle ricerche. Un intervento risolutivo quello dell’ex militare dell’Arma, Giuseppe Di Bello, sottolineato polemicamente dai familiari di Viviana.
“Questa ricerche sono state un fallimento”, ha detto Daniele Mondello che aveva duramente criticato il lavoro dei soccorritori.
E la notte scorsa, sul proprio profilo Facebook, l’uomo ha postato un video che sembra mostrare un cameraman che sta riprendendo il cammino di un militare per realizzare, probabilmente, un filmato di copertura per servizi di un telegiornale o di una trasmissione televisiva.
“Questo video me l’hanno mandato. Non so cosa pensare. Lo stavano cercando così a mio figlio?” ha scritto Mondello.
Che, sempre su Fb, ha aggiunto: “Viviana non si è uccisa e non ha ucciso il piccolo”.
Anche Claudio Mondello, legale e cugino di Daniele Mondello, sostiene questa tesi e su Facebook ha esposto una sua teoria su quanto è accaduto a Caronia.
“Il bambino sfugge alla vigilanza della madre – è la sua ricostruzione nel dopo incidente stradale – e si allontana. Forse anche solo di pochi passi. Probabilmente qualcosa, in quello scenario di campagna, attira la sua attenzione oppure lo spaventa. La madre, terrorizzata, cerca disperatamente di trovarlo, ma i suoi tentativi falliscono”.
“Al fine di meglio orientarsi, quindi, decide di salire sul pilone della corrente -aggiunge il post – e guadagnare una posizione di privilegio rispetto al luogo circostante. E’ vero che il traliccio è posto più in basso rispetto alla collina adiacente, ma è l’unica tipologia di struttura che consenta di guardarsi intorno a 360 gradi. E’ compatibile, pertanto, con l’idea di chi voglia perlustrare la zona limitrofa; probabilmente (così ipotizzo) per guadagnare il contatto visivo col bambino”.
“Da quella posizione – ipotizza ancora Claudio Mondello – Viviana, finalmente, rintraccia Gioele: si affretta a scendere, ma, probabilmente per evitare di perdere tempo, ritiene preferibile saltare. Questa scelta le è fatale. Da questo punto in poi faccio mia la ricostruzione di chi ha restituito Gioele alla propria famiglia: Giuseppe Di Bello, ex brigadiere dei Carabinieri”.
“E’ probabile – sottolinea – che il bambino abbia vagato tra i boschi fino al momento in cui è incorso in un incontro funesto (forse un suino nero dei nebrodi; in zona ve ne sono molteplici sia da allevamento che allo stato brado). Quanto sopra deve essere vagliato, in modo accurato, e supportato da evidenze tali da rendere impossibile ogni alternativa possibile. Un lavoro – conclude Claudio Mondello – che impone pazienza, rispetto e silenzio”.
Ieri, a ringraziare il carabiniere in pensione autore del ritrovamento è stato anche il procuratore di Patti Angelo Cavallo che indaga sulla tragica e misteriosa morte della dj e del suo bambino.
“In questo momento tutte le ipotesi sono aperte: o una morte contestuale o in momenti separati. Dobbiamo verificare. Le risposte più importanti arriveranno dagli accertamenti medico legali e grazie alla collaborazione di altre professionalità”, ha detto.
Secondo indiscrezioni la Procura starebbe per nominare uno psichiatra di fama nazionale per studiare la personalità di Viviana.
La donna era stata in cura presso una struttura pubblica di Barcellona Pozzo di Gotto presso la quale, nel pomeriggio, la polizia ha acquisito documentazione clinica.
“Viviana non era in cura non seguiva alcuna terapia: ha soltanto preso per quattro giorni due pillole e poi ha smesso lei, di sua volontà” e “non aveva con sé alcun bancomat e né cinquecento euro come è stato scritto”, ha detto ieri Daniele Mondello.
Nell’auto che la donna ha abbandonato sul ciglio dell’autostrada Messina-Palermo, dopo un incidente avuto nel giorno della scomparsa, c’erano però certificati medici in cui si diagnosticavano disturbi della personalità.
Restano molti gli interrogativi aperti sulla vicenda: perché Viviana, che doveva andare a Milazzo per fare spese, si dirigeva verso Palermo? Perché ha abbandonato l’auto? Cosa è accaduto a lei e Gioele?
L’autopsia sul corpo della donna non ha ancora stabilito il giorno esatto della morte, né se le fratture trovate sul cadavere siano state provocate dalla caduta dal traliccio o da altro.
Poche risposte si aspettano invece gli inquirenti dall’esame medico-legale sui resti, smembrati dagli animali, di Gioele.
In un giallo ancora tutto da chiarire Viviana, sotto choc per l’incidente, potrebbe aver lasciato l’auto fuggendo tra i boschi e aver ucciso Gioele per poi suicidarsi, forse temendo che il bimbo le venisse portato via proprio per le sue condizioni psicologiche.
Oppure il bambino potrebbe essersi ferito nell’incidente: anche se alcuni testimoni dicono che era vivo, non si esclude possa essersi sentito male dopo.
Viviana potrebbe allora aver lasciato il corpo ed essersi buttata dal traliccio per la disperazione.
O, ipotesi meno probabili per gli inquirenti, i due potrebbero essere stati uccisi da malintenzionati incontrati nella fuga o da un branco di animali selvatici.
Interrogativi ancora senza risposta, mentre una spiegazione alla misteriosa sosta della donna a Sant’Agata di Militello sarebbe stata trovata: Viviana avrebbe lasciato l’autostrada per entrare in paese per fare benzina.

