Coronavirus, il sindaco di Giarre D’Anna “Un covid-hospital a Giarre” - QdS

Coronavirus, il sindaco di Giarre D’Anna “Un covid-hospital a Giarre”

Gabriele Patti

Coronavirus, il sindaco di Giarre D’Anna “Un covid-hospital a Giarre”

giovedì 09 Aprile 2020

Per il primo cittadino si possono attivare 90 posti letto, alleggerendo Acireale. Villari (Pd): “Va subito reso disponibile, serve impegno unitario della politica”

GIARRE – “Non siamo autorizzati a rilasciare dichiarazioni”. È la risposta dei vertici Asp alla proposta messa sul tavolo della Regione siciliana dai sindaci del distretto sanitario e riguardante la creazione di 90 nuovi posti letto all’interno del presidio ospedaliero di Giarre. Una proposta che – tra accaniti sostenitori e aspri critici – secondo la ricostruzione di alcuni addetti ai lavori, potrebbe costituire una mossa avventata. “Vogliono fare un ospedale – sostengono – in un presidio in cui non c’è neanche il pronto soccorso”. Per i sostenitori, invece, questa rappresenterebbe una significativa risposta al momento di emergenza.

Primo tra tutti, il sindaco di Giarre Angelo D’Anna. “Abbiamo dato la disponibilità a utilizzare quel presidio – spiega al QdS il primo cittadino -, per l’implementazione di un Covid hospital oppure di un’unità di supporto all’ospedale di Acireale dove i reparti ordinari e quelli destinati alla cura del coronavirus coesistono”. In entrambi i casi la creazione di un nuovo presidio potrebbe essere “una valvola di sfogo all’ospedale Santa Marta e Santa Venera”, aggiunge il sindaco secondo il quale la struttura potrebbe accogliere fino a novanta posti letto destinati alla terapia preintensiva, intensiva e sei alla rianimazione. “Attualmente Giarre non ha posti di rianimazione – prosegue D’Anna – in tre sale sei ci dovrebbero rientrare”. E ammette: “Sono poca roba, ma altri ospedali non ne hanno più di dodici”.

Ma facciamo un passo indietro. Il distretto, costituito da 10 comuni con 87 mila abitanti, rientra in un percorso avviato da Palazzo d’Orleans già a febbraio 2019, per dare vita a un vero e proprio presidio ospedaliero dotato di pronto soccorso. Il piano regionale (dal valore complessivo di circa dieci milioni di euro) è la risposta alle pretese avanzate da più parti tra le quali il comitato cittadino ‘Rivogliamo l’ospedale’ e, adesso, anche e soprattutto per sopperire all’emergenza e al sovraffallomento delle strutture ospedaliere, dal sindaco di Giarre Angelo D’Anna, in rappresentanza del comitato dei sindaci del distretto sanitario (costituito dai primi cittadini di Giarre, Riposto, Milo, Sant’Alfio, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo, Calatabiano, Piedimonte, Linguaglossa).

“Parte dei dieci milioni – spiega D’Anna – sono già stati investiti per l’acquisto delle attrezzature con la creazione di un pronto soccorso immediatamente operativo (e attualmente inesistente nda)”. Insomma, per il sindaco di Giarre, l’aspetto economico è coperto. “Si tratta di accelerarlo e convertire parte di quei posti letto, già preventivati, alla cura del virus e l’emergenza, tra le altre cose, permette di accelerare gli investimenti”. In realtà però non è tutto così semplice. Tanti gli ostacoli che si frappongono alla creazione di un vero e proprio covid hospital. Tra queste l’adeguamento della struttura alle misure contenitive e la difficoltà di approvvigionamento dei dispositivi di protezione.

“Però – sottolinea Angelo Villari, della direzione nazionale del Pd e sostenitore della proposta avanzata dai primi cittadini del distretto – il rischio di un’impennata dei contagi c’è”. Una preoccupazione che, secondo l’ex assessore al welfare del Comune di Catania ai tempi dell’amministrazione Bianco, “impone un impegno unitario senza distinzioni politiche di sorta”. Prima di tutto “ci sono alcuni ospedali che vanno attrezzati per questa emergenza”. Priorità, dunque, all’ospedale di Giarre. “Va subito reso disponibile – prosegue – e vanno garantiti i dispositivi di protezione affinché si possa lavorare in sicurezza. Tutto il personale sanitario dovrebbe essere dotato di mascherine perché quelle fornite dalla protezione civile sono ridicole e non servono a nulla”.

Un gap che va subito colmato anche con riferimento agli strumenti idonei a eseguire i tamponi. “Non avete più reagenti? – si domanda retoricamente Villari – Che si adottino allora altre soluzioni, ci sono metodi di indagini alternativi”. Se la difficoltà di approvigionamento per alcuni, dunque, rischia di diventare un problema, per altri come il sindaco D’Anna, “la difficoltà nel reperire gli strumenti di sicurezza idonei è un problema ormai superato”. Come, “di poco conto” per il sindaco, sarebbero anche gli interventi di manutenzione di cui necessita – per ammissione dello stesso primo cittadino – un terzo dei locali della struttura sanitaria di Giarre. “Sono interventi – conclude il sindaco – che non incidono sui 90 posti e che, al momento, non costituiscono la priorità”.

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