Nella narrazione appassionata dei due autori è trasfusa l’esperienza dell'intera gioventù "rivoluzionaria"
CATANIA – Definire il libro scritto a quattro mani da Vito Venticinque e Adriana Venticinque Brunetto, una testimoniananza di un’epoca, rivolta a quei giovani che si sono adagiati su una comoda e sonnolenta disillusione e languono in perenne attesa dell’occasione giusta che dovrebbe cambiare la loro esistenza, sarebbe come banalizzare “il sessantotto”, con il detto popolare: si nasce tutti incendiari, per finire, inesorabilmente, pompieri.
Nella narrazione appassionata dei due autori è trasfusa l’esperienza dell’intera gioventù “rivoluzionaria” del suo autore Vito che riesce a cogliere il senso della propria esistenza, vissuta tutta d’un fiato, nell’attesa che il momento del cambiamento stava per arrivare, ed un futuro bello, colorato e soprattutto giusto era dietro l’angolo.
Solo guardandosi, come allo specchio nel vissuto dell’amico di mille avventure di sempre, che lascia intravedere la realtà di quell’attesa in divenire, in termini e modalità differenti da quelle che l’autore-protagonista andava affrontando, emerge, tra successi e sconfitte, passioni e disillusioni, amori ed abbandoni che caoticamente? ? riempiono la sua vita, il senso di una intera esistenza. Il titolo del libro “Giocavamo alla rivoluzione” vale più di ogni commento che resterebbe sempre monco e parziale.
Il volume sarà presentato dalla Prof.ssa Giovanna Mistretta, venerdi 19 maggio alle ore 17.00 presso il Palazzo della Cultura, via Vittorio Emanuele, 127, Catania.