Meloni e il femminismo che non ti aspetti. È ora che il Governo scommetta sulle donne - QdS

Meloni e il femminismo che non ti aspetti. È ora che il Governo scommetta sulle donne

Ivana Zimbone

Meloni e il femminismo che non ti aspetti. È ora che il Governo scommetta sulle donne

giovedì 03 Novembre 2022

Non una questione di grammatica ma di economia, il superamento del gender gap vale 110 miliardi aggiuntivi di Pil”

Il superamento del gender gap vale solo per l’Italia 110 miliardi aggiuntivi di Pil: parola di Valerio De Molli, CEO di The European House – Ambrosetti che al QdS (era il 23 ottobre 2021) ha detto: “In Italia sono stati investiti 5 miliardi negli ultimi dieci anni per le politiche di supporto alla natalità e l’inclusione delle donne, Senza nessun impatto”.
Un’economia senza il prezioso contributo del potenziale femminile non è un danno solo per le donne ma per tutto il Paese.

Le donne hanno ancora bisogno di chi sostenga le pari opportunità in Italia? La notizia che Giorgia Meloni è la prima premier donna italiana ha riacceso i riflettori su un dibattito che spesso ha girato a vuoto. Destra e sinistra da sempre si “contendono” la questione femminile, adesso non solo il primo Presidente del Consiglio della storia italiana è donna, ma viene dal basso e non ha certo il volto che le femministe si sarebbero aspettate.

“Io credo – ha detto Meloni – che le donne si debbano giudicare per il merito. In questi giorni si è fatto un gran parlare, grandi polemiche sull’uso de ‘il presidente’ o ‘la presidente’, ma io non ho mai pensato che la grandezza delle nostre battaglie si misuri nel farsi chiamare ‘capotrena’, ho pensato che fossero ben altri i temi su cui occorreva battersi. Ma sono punti di vista. Le donne italiane non hanno assolutamente nulla da temere da questo governo”.

Qualche timore, invece, ce l’ha Anna Agosta, presidente dell’associazione Thamaia Onlus di Catania che si batte per la difesa dei diritti delle donne.
“La reazione del movimento femminista all’elezione di questa coalizione di destra – ha spiegato Agosta al QdS – è di forte preoccupazione. Accogliamo tutte il dato storico – che dovrebbe essere visto come qualcosa di positivo – di avere finalmente una premier donna; il problema è che la nostra premier ha già quasi stroncato la portata simbolica della sua vittoria, decidendo di invisibilizzarsi come donna proprio nella nominazione del suo ruolo… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI

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