In queste ore, sono numerose le reazioni provenienti dal mondo della politica siciliana a seguito della notizia dell’indagine a carico di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio attualmente in carica, infatti, è indagata per favoreggiamento e peculato relativo al caso Almasri.
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Da Renato Schifani a Manlio Messina e Carolina Varchi, sono numerosi i messaggi di vicinanza e solidarietà nei confronti della premier Giorgia Meloni.
Caso Meloni, Schifani: “Iniziativa giudiziaria inaccettabile”
“La mia totale vicinanza e solidarietà alla premier Meloni – le affermazioni del presidente del consiglio nazionale di Forza Italia e governatore della Sicilia, Renato Schifani – ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano. Questa iniziativa giudiziaria è l’ennesimo, inaccettabile esempio di quella giustizia politicizzata ad orologeria che il presidente Berlusconi, e Forza Italia con lui, ha denunciato per anni”.
“La reazione scomposta che l’Anm ha portato avanti in queste settimane – aggiunge ancora il governatore della Regione Siciliana Renato Schifani – contro la sacrosanta e doverosa riforma per la separazione delle carriere culmina in un avviso di garanzia a dir poco sconcertante. Siamo davanti all’atteggiamento bellicoso di un ordine dello Stato nei confronti del governo democraticamente eletto dai cittadini. E questo è anni luce distante da ciò che prescrive la nostra Costituzione”.
Indagata Giorgia Meloni, le reazioni della politica siciliana
Successivamente, arrivano anche le reazioni di Carolina Varchi (parlamentare FdI) e Manlio Messina (vicepresidente vicario alla camera FdI): “E’ preoccupante in un sistema di diritto che il Presidente del Consiglio e parte dell’esecutivo vengano indagati per aver semplicemente dato seguito a un provvedimento emesso dalla Corte d’Appello di Roma, dunque da quella stessa magistratura che oggi procede con la notifica dell’informazione di garanzia” – spiega Varchi. E ancora: “Difendere lo Stato e tutelare i cittadini è un dovere imprescindibile – conclude – a cui nessuno intende sottrarsi. Andiamo avanti, a testa alta, senza paura”.
Manilio Messina (FdI) aggiunge: “Il presidente Giorgia Meloni non si piega, né si piegherà ai ricatti. La vicenda ‘Almasri’ – spiega il vicepresidente vicario alla camera – è chiaramente un artificio politico utilizzato da alcune frange della magistratura per ostacolare il percorso di riforme che il nostro governo sta portando avanti con determinazione e trasparenza. La nostra risposta sarà continuare con ancora maggiore convinzione sulla strada delle riforme, in particolare quella della giustizia, ormai imprescindibile. Piena solidarietà al presidente Meloni al sottosegretario Mantovano e ai ministri Nordio e Piantedosi. Avanti senza paura”.
Infine, arriva anche il commento di Saverio Romano, coordinatore politico di Noi Moderati (NM): “Avviso di garanzia a Meloni? Pura fantascienza. Chi dice che sia obbligatorio dopo da una denuncia, sa pure che l’iscrizione nel registro non è necessariamente ostensibile agli interessati se non bisogna compiere atti che lo richiedono. Ma non solo: una volta apprezzate, nell’immediatezza, le circostanze ci aspettiamo la repentina richiesta di archiviazione”.

