New media e crowdfunding: Francesco Costa spiega la nuova editoria e l'evoluzione della comunicazione.
Il mondo della comunicazione oggi rientra a pieno titolo fra i settori maggiormente influenzati dalle nuove e varie possibilità offerte dalla tecnologia. Il giornalismo, in particolare, è un ambito che si è quasi totalmente modificato ed è evoluto nel corso del tempo. Com’è noto, chi una volta aveva il compito di diffondere le notizie e informare gli utenti attraverso gli esclusivi “classici” mezzi d’informazione di massa – ossia giornali, riviste, radio e tv -, oggi può (e deve) farlo anche attraverso gli strumenti digital. Nella nostra epoca, infatti, per svolgere il mestiere del giornalista occorre possedere una profonda conoscenza dei nuovi media come i quotidiani online, i social, le app, i podcast e tanti altri.
Per questo motivo, sono varie le possibilità messe oggi a disposizione per chi ha la passione per il racconto. Ed è, di conseguenza, molto diverso anche il mercato che c’è intorno. Da un lato, vi è infatti una generale crisi dell’editoria e dei mass media tradizionali; dall’altro, sono molteplici opportunità per ritagliarsi un proprio spazio (e spesso anche importanti guadagni) nell’odierno mare magnum della comunicazione.
A tal proposito – nel nostro nuovo appuntamento di Innova Jobs – abbiamo parlato di proprio questi temi con Francesco Costa. Giornalista, blogger, saggista e podcaster di successo, Francesco è oggi uno dei nuovi volti nel mondo dell’informazione italiana e uno dei principali esempi da seguire per capire quanto sia cambiato il mestiere del giornalista nel 2023.
Da Costa a Costa, dai quotidiani al podcast
Partendo da Catania, dal 2007 in poi Francesco Costa si è fatto largo nel mondo del giornalismo collaborando con varie testate, locali e nazionali, sino all’approdo al giornale online “Il Post” – dalla sua fondazione, nel 2010 -, di cui è diventato vicedirettore nel 2016. Tuttavia, il vero successo e la notorietà erano arrivati un anno prima, intorno al 2015, grazie all’idea di puntare sul formato del podcast in Italia:
“La tendenza arrivava dall’America dove i podcast avevano già il ruolo di reloaded di contenuti (perlopiù di trasmissioni radiofoniche, ndr.), ma c’erano già anche alcuni prodotti originali. Nonostante gli ostacoli tecnologici dei tempi, tipo il fatto che i nostri smartphone non erano ancora ‘pensati’ come oggi, avevo capito che possedeva già alcune di quelle caratteristiche che adesso lo rendono un medium popolare: la non totale attenzione durante l’ascolto, l’utilizzo della voce anche con scopo di approfondimento, la possibilità di parlare sostanzialmente di qualsiasi cosa. Ne rimasi affascinato e provai a crearmi un format che fosse nelle mie corde”.
Ecco la nascita di “Da Costa a Costa“, dapprima newsletter e poi podcast di approfondimento sugli Stati Uniti e la politica americana, argomenti di cui Francesco è un grande esperto: “Come dicevo il podcast ti dà la possibilità di poter parlare e approfondire sostanzialmente ogni tipo di argomento. E questo di per sé è un grande stimolo sia per te che fai il prodotto che per chi ti ascolta. In più, nell’epoca in cui siamo sempre più interessati a chi e a come racconta le cose piuttosto che quando e dove (perchè tutto è disponibile ovunque), credo che il podcast, un po’ come fa la radio, permetta – attraverso la voce – di creare un legame più profondo fra emittente e mittente”.
Una sorta di intimità: “La nostra voce è piena di vibrazioni, emozioni, timbri diversi. Se mi ascolti ogni mattina puoi sapere quando sono up e quando sono più down, puoi capire la mia opinione in merito ad una notizia, puoi sapere qualcosa in più di me da un aneddoto che ti racconto. Insomma, un bagaglio di situazioni che scrivendo un ‘semplice’ articolo quasi mai riesci ad avere”.
Il giornalismo è cambiato
Come dicevamo, oggi il mestiere del giornalista è un altro. E Francesco, che nel suo percorso ha già vissuto epoche diverse, non può che confermarlo: “Questa è un’industria che sta attraversando dei cambiamenti epocali nel giro di pochissimi anni. I giornali (perlopiù online ndr.) non sono mai stati così letti: tutto grazie – o a causa, sempre in base al punto di vista – dell’abbondanza di scelta che abbiamo”. Aggiunge: “Ci sono tantissimi formati e tantissimi modi di raccontare una notizia o qualcosa in generale, il che genera la possibilità che siano in molti a poterlo fare”.
E, infine, l’aspetto che probabilmente definisce davvero la nostra epoca: “Rispetto al passato, è stata rotta quella barriera tecnologica e professionale che ‘impediva’ al giornalista di potersi evolvere davvero. Un tempo i pezzi venivano dettati al telefono alle dattilografe, oggi è impensabile che un giornalista non sappia padroneggiare tutti i metodi di scrittura, i social, i siti. Oggi la professione viaggia verso una dimensione in cui per affermarsi forse la cosa più intelligente da fare è quella di prodursi contenuti da soli e farsi notare”.
Editori di noi stessi: le opportunità grazie ai social
Gli esempi indie del mondo della comunicazione sono ormai molteplici. Per entrare in questo settore del mondo del lavoro distinguendosi da tutti abbiamo imparato che la nostra generazione deve prendere spunto dal modello dello youtuber: “La premessa di tutto è che tu devi avere qualcosa da dire: qualcosa da raccontare o di cui sei un esperto perchè lo hai studiato. Va bene qualunque cosa ma è importante che tu ci creda davvero e sappia come e cosa stai dicendo. Se io iniziassi oggi a fare contenuti con l’obiettivo di monetizzare, penserei a qualcosa che passa per un formato verticale ed è molto immediato: in pratica da video su Tik Tok”.
Creando una community che crede in te, ogni progetto oggi è auto-sostenibile: “C’è il crowdfunding come ho fatto io ma ci sono anche tantissimi modi per permettere a chi ti segue di abbonarsi ai tuoi contenuti. E poi come sappiamo c’è tutto il mondo delle monetizzazioni derivanti dai social: è fondamentale che tu parta da un pubblico che c’è lì”.
Per farcela, Francesco sa che serve una grande forza di volontà: “È chiaro che sia un investimento, di tempo e spesso anche economico, ma penso che se ami davvero comunicare e hai un sogno, vale la pena farlo: perché dovresti rinunciare? Trova la cosa che ti viene meglio, datti da fare perché oggi la strada per avere successo in questo settore è sicuramente questa”. E diciamo che, visti i suoi risultati, dei consigli di Francesco Costa faremmo bene a fidarci.