Fra i nuovi poveri sono coloro che hanno il lavoro, piccoli commercianti o artigiani costretti a chiudere per limitazioni disposte dalla pandemia Covid
Salgono a 5,6 milioni gli italiani in condizioni di povertà assoluta che non possono permettersi pasti adeguati a causa del peggioramento delle condizioni economiche aggravato dalla pandemia.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione che si celebra il 16 ottobre con iniziative nei mercati di Campagna Amica in tutta Italia, a partire dal Circo Massimo, dove è stata organizzata la Spesa sospesa per dare la possibilità di donare cibo e bevande alle famiglie più bisognose sul modello dell’usanza campana del “Caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo.
A differenza di quanto si pensa – sottolinea la Coldiretti – il problema alimentare non riguarda solo il terzo mondo ma anche i Paesi più industrializzati dove le differenze sociali generano sacche di povertà ed emarginazione che si sono fatte più consistenti a causa della crisi legata all’emergenza sanitaria.
Fra i nuovi poveri – continua la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid.
Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.