Giornata mondiale dell'acqua, tutto quello che c'è da sapere - QdS

Giornata mondiale dell’acqua, tutto quello che c’è da sapere

Giornata mondiale dell’acqua, tutto quello che c’è da sapere

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lunedì 22 Marzo 2021

"Più ci saranno gocce d’acqua pulita, più il mondo risplenderà di bellezza", diceva Madre Teresa di Calcutta. Come darle torto? Ecco alcuni dati sul consumo dell'acqua nel Mondo.

La scarsità d’acqua colpisce oltre il 40% della popolazione mondiale e si prevede che la situazione peggiorerà

Il Rapporto sullo sviluppo idrico mondiale delle Nazioni
Unite (ONU) del 2018 (WWDR) afferma che entro il 2050
quasi 6 miliardi di persone soffriranno di scarsità di acqua pulita,
definita “igienizzata”.

3,6 miliardi di
persone in tutto il mondo, circa la metà della popolazione mondiale, vivono in
aree che devono affrontare scarsità d’acqua per almeno 1 mese all’anno.

Più di 2 miliardi di persone vivono in paesi
che soffrono di forte stress idrico. La situazione probabilmente peggiorerà con
la crescita della popolazione e della domanda di acqua e con l’intensificarsi
degli effetti del cambiamento climatico.

Nel corso degli ultimi cento anni la popolazione
mondiale è cresciuta di 4 volte mentre l’utilizzo globale di acqua è cresciuto
di sei volte, una crescita che sembra destinata a proseguire costantemente. Di
questo passo, approvvigionamenti idrici sempre più incerti e irregolari insieme
ai cambiamenti climatici aggraveranno la situazione nelle regioni già
sottoposte a stress idrico, generando stress idrico anche in quelle regioni in
cui le risorse sono attualmente abbondanti.

L’aumento delle temperature sul pianeta e piogge più
variabili minaccia di ridurre i raccolti in molte regioni tropicali in via di
sviluppo, dove la sicurezza alimentare è già un problema.

Gli impatti dei cambiamenti climatici sono
maggiormente avvertiti attraverso il cambiamento delle condizioni idrologiche,
inclusi i cambiamenti nelle dinamiche della neve e del ghiaccio.

Le sfide più gravi sono attese non a livello globale,
ma su scala regionale e locale. In paesi come Kuwait e Emirati Arabi
Uniti
, per esempio, il prelievo di acqua è arrivato a rispettivamente oltre
il 1.700% rispetto alle risorse idriche disponibili: un livello certamente
insostenibile, che comporta anche rischi di pericolose tensioni a livello
regionale.

Entro il 2050, il numero di persone a rischio
di inondazioni aumenterà dall’attuale livello di 1,2 miliardi a 1,6
miliardi
.

I principi internazionali dei diritti
umani richiedono che i paesi garantiscano l’accesso universale all’acqua
potabile, che deve essere in quantità sufficiente per soddisfare i requisiti
del bere e dell’igiene personale, nonché di ulteriori usi personali e
domestici, come cucinare e preparare il cibo, lavaggio e pulizia della
biancheria.

Usi dell’acqua

L’acqua prelevata per usi umani equivale a circa 1.350
L/giorno
per persona, destinata così:

  • per il 10% per usi domestici (135
    L/giorno in media)
  • per il 70% per agricoltura e allevamento
    del bestiame (quasi 1.000 L/giorno in media)
  • per il 20% per usi industriali e produzione
    di energia
    (circa 270 L/giorno

in media)

Nel Medio Oriente & Nord Africa
Il consumo d’acqua è maggiore delle precipitazioni per circa 400 L/Giorno
per persona. In queste regioni le alte temperature e il clima arido determinano
un consumo d’acqua per l’agricoltura e l’allevamento di circa 1.600 L/Giorno
per persona: il più alto al mondo.

In Asia del sud
(circa 1,8 miliardi di persone) il consumo dell’acqua dolce è determinato
principalmente dall’ agricoltura: 1.252 L/giorno per persona, e solo 27
per usi domestici (alimentazione e igiene) il che si pone sotto la soglia di necessità.

Anche la disponibilità di acqua è influenzata dall’inquinamento.
La maggior parte dei problemi legati alla qualità dell’acqua sono causati
dall’agricoltura intensiva, dalla produzione industriale, dall’estrazione
mineraria e dal deflusso urbano non trattato e dalle acque reflue.

L’erosione del suolo dai terreni coltivati ​​trasporta 25-40 miliardi di
tonnellate di terriccio ogni anno, riducendo significativamente i raccolti e la
capacità del suolo di regolare l’acqua, il carbonio e le sostanze nutritive e
trasportando 23-42 milioni di tonnellate di azoto e 15-26
milioni
di tonnellate di fosforo fuori terra, con importanti effetti
negativi sulla qualità dell’acqua.

L’inquinamento naturale da arsenico nelle acque
sotterranee ora colpisce quasi 140 milioni di persone in 70 paesi
di tutti i continenti.

Oltre l’80% delle acque di scarico (reflue) derivanti
dalle attività umane viene scaricato nei fiumi o nel mare senza alcun
trattamento per la rimozione dell’inquinamento.

Entro il 2050, quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città, rispetto al 50% di oggi. Attualmente, la maggior parte delle città non dispone di infrastrutture e risorse adeguate per affrontare la gestione delle acque reflue in modo efficiente e sostenibile. (fonte: kassandrablog)

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