Impresa

Giovani imprenditori a Palermo, Bongiorno: “Così si combatte la fuga dei cervelli”

Anche quest’anno i Giovani Imprenditori di Confindustria hanno scelto Palermo per il loro prossimo incontro dal titolo “Med in Italy”, una giornata di confronto per conoscere e approfondire i trend che accomunano i Paesi del Mediterraneo, con l’idea di rappresentare il ruolo della Sicilia all’interno del Mediterraneo in una logica di sviluppo.

Guidati dal presidente palermitano Riccardo Di Stefano, e alla presenza del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, i Giovani imprenditori si sono dati appuntamento venerdì 20, alle 9,30, a Palazzo dei Normanni. Tra gli altri interverrà il presidente di Sicindustria, Gregory Bongiorno, intervistato da Qds.

Gregory Bongiorno, presidente Sicindustria

I temi al centro dei convegno dei Giovani di Confindustria

Quali sono gli argomenti principali che tratterete domani?

«Si parlerà principalmente di start-up, made in Italy, export, energia, economia circolare, sostenibilità, alla luce anche di quelli che saranno gli scenari post pandemici e con un conflitto bellico in corso. Gli ospiti saranno tanti e ognuno approfondirà i temi di maggiore interesse».

Allo stato attuale qual è il rapporto del made in Italy con il resto del Mediterraneo?

«La Sicilia collabora con i Paesi del Nord Africa ormai da diversi anni. Ci sono dei casi di partnership tra aziende nel settore agroalimentare, del food, delle tecnologie e dell’innovazione. Diverse nostre aziende hanno delocalizzato le sedi nel Mediterraneo, portando i nostri giovani brillanti con loro ad istruire i giovani tunisini o marocchini. In questo modo stiamo trasferendo tutta una serie di conoscenze a questi Paesi. Tra l’altro anche l’Unione Europea con l’accordo Italia-Tunisia ha avuto molti benefici, ed è un’iniziativa che ci sta particolarmente a cuore perché è stata portata avanti anche da Confindustria e da alcune aziende associate».

I giovani e le start up in Sicilia

I giovani negli ultimi anni hanno aperto moltissime start-up in Italia ma anche Sicilia…

«Secondo l’ultimo report di InvItalia, su circa 5000 domande presentate per “Resto al Sud”, oltre il 50% ha riguardato la Sicilia. Abbiamo giovani che hanno investito in settori come il turismo, la valorizzazione dei beni culturali, l’agroalimentare di cui i giovani iniziano ad occuparsi nuovamente. Nel settore tecnologico, invece, siamo in controtendenza rispetto alle regioni del Nord, qui da noi molti giovani stanno cercando di valorizzare le risorse naturali, paesaggistiche, architettoniche, anche con l’uso della tecnologia, ma si occupano meno di App o di software».

L’investimento di Sicindustria sui giovani

Cosa ne pensa delle polemiche, sempre più diffuse, secondo cui i giovani non abbiano voglia di lavorare o che vogliano fare soltanto determinati lavori?

«Noi come Sicindustria stiamo investendo molto sui giovani e sul loro rapporto con le imprese. In tal senso, qualche mese fa, abbiamo sottoscritto anche un accordo con l’Università di Palermo. Per noi i giovani sono fondamentali, possono portare innovazione, una mentalità fresca e l’entusiasmo nelle aziende in cui a volte può anche scemare col tempo. Per questi motivi abbiamo dato assoluta e piena disponibilità all’Università, anche per andare nelle aule a raccontare quello che avviene dentro le aziende, infatti, non credo si possano criticare i giovani che non conoscono il mondo del lavoro e delle imprese se fino al periodo universitario hanno dedicato tempo esclusivamente allo studio e non conoscono nessun aspetto pratico del mondo del lavoro».

Come avvicinare i giovani al mondo delle imprese

Quali sono i vostri obiettivi futuri?

«L’idea è quella di avvicinare i giovani al mondo delle imprese prima che finiscano gli studi anche nell’ottica di far conoscere le opportunità che ci sono. Si parla tanto di fuga di cervelli ma ricordiamo che si parla di ragazzi che vanno via non perché non amino stare a Palermo o a Messina, ma sono ragazzi che vanno via perché altrove trovano delle università che gli garantiscono una formazione universitaria migliore oppure lo fanno nell’ottica di trovare un posto di lavoro.

Dobbiamo, quindi, riuscire a coinvolgerli da subito facendogli conoscere le nostre realtà imprenditoriali che via via vanno crescendo e che per poter crescere hanno bisogno di giovani nuove figure. Dobbiamo fare in modo che questi due mondi possano parlare di più, in modo tale che gli imprenditori possano trasferire agli istituti professionali le competenze di cui hanno bisogno, perché a volte abbiamo una formazione generica e carente dal punto di vista specialistico. Dobbiamo iniziare a trasferire le esigenze non della singola azienda ma di settori e comparti. Tutto ciò è quello che ci siamo proposti di raggiungere nei prossimi anni».

Sonia Sabatino