Caro energia e industria del marmo, intervista a Giovanni Damigella - QdS

Caro energia e settore marmo in crisi, Damigella: “Nessuno sa quanto costerà ogni mese la luce”

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Caro energia e settore marmo in crisi, Damigella: “Nessuno sa quanto costerà ogni mese la luce”

Vito Manca  |
venerdì 21 Ottobre 2022

Damigella è preoccupato e dopo mesi di denunce sulla speculazione e gli aumenti "spropositati" dei costi dice: "Posso soltanto protestare".

Scrive, denuncia ma soprattutto lavora e produce. La sua “Mondial Granit” è un punto di riferimento nel settore del marmo. Una storia cominciata nel 1991 in quel di Ragusa che non si è mai fermata e che ha aggiunto, tassello dopo tassello, qualità nella produzione e quote di mercato nella sfida della concorrenza. Una storia che ha un protagonista Giovanni Leonardo Damigella. Fa impresa a viso aperto, sta sul territorio e registra le sue dinamiche. Scrive, dunque, di una crisi che è sempre più dura. Denuncia, anche. Sull’aumento dei costi dell’energia non ha avuto remore a chiedere l’intervento della magistratura: “È aggiotaggio”, dice. Ma è anche pronto al confronto.

C’è tanto, troppo da chiarire e il tempo a disposizione è sempre più ridotto. Il sistema economico rischia di crollare sotto i colpi di contraddizioni che vanno sciolte e d’incertezze che vanno superate. Damigella è pronto a fare la sua parte fino in fondo.

Caro energia e industria del marmo: intervista a Giovanni Leonardo Damigella

Il settore del marmo rischia di essere colpito duramente e più di altri dall’aumento dei costi dell’energia. È possibile fare qualche esempio concreto? Come e quanto sono aumentati i costi per le aziende?

“Il costo dell’energia è aumentato di 3 – 4 volte per ogni metro quadro di prodotto rispetto al costo dello scorso anno. A giugno, era addirittura sestuplicato. È un aumento spropositato e, per il settore del marmo, eguale, in termini percentuali, a quello che sta riguardando tutto il sistema industriale. Chi pagava 100.000 euro al mese di energia, oggi ne pagherà 300-400.000. Ma nessuno può sapere quanto costerà ogni mese l’energia elettrica, così come ogni cittadino non sa il costo che dovrà affrontare per la propria abitazione”.

“Nessuno sa quale sarà l’ammontare della bolletta del mese successivo. Il problema reale, ad oggi, è che non si comprende quali siano gli elementi che determinano e stabiliscono il costo dell’energia giornaliera. La quotazione giornaliera del Prezzo Unico Nazionale è sempre molto incerta. Nel giugno 2021 era 0,069, ad agosto 2022 è schizzata a 0,543, a settembre era 0,429 e a settembre e ottobre è scesa leggermente. Ma il mercato è molto incerto: solo a fine mese si determina il PUN mensile, sulla base della media delle quotazioni giornaliere. Ogni mese, quindi, non sappiamo quale sarà il costo del mese successivo e questo determina grande incertezza per le aziende e per le famiglie”.

Il peso della speculazione e il commercio del marmo

Lei, signor Giovanni Damigella, ha chiaramente denunciato la speculazione che sta aggredendo i costi dell’energia. Non è la prima volta che pone il problema e non è il solo ad indicarlo con forza. Ma allora perché non c’è una risposta adeguata, sia a livello europeo che nazionale? Chi frena?

“Questa è una domanda che bisogna rivolgere ai politici. Io non ho potere esecutivo e nessun potere decisionale. Posso soltanto protestare”.

Il marmo siciliano viene considerato tra i migliori al mondo, ma continua ad avere qualche marcia in meno degli altri sul fronte della commercializzazione. Quali sono i fattori negativi da superare?

“Il 95% del marmo siciliano si trova a Custonaci, patria del pregiato Perlato di Sicilia. Poi c’è il Grigio di Billiemi, che si estrae nella zona di Palermo e la Pietra di Taormina, il cosiddetto Rosso di San Marco D’Alunzio. La maggior parte delle imprese operano a Custonaci, ma sono imprese piccole, arretrate tecnologicamente, e con un’organizzazione irrazionale. Sono sempre in continua difficoltà per cui rischiano di scomparire in breve tempo”.

È presente anche nel bacino marmifero di Custonaci. Con la Zona economica speciale ci sarà la svolta? Oppure serve tanto altro ancora?
“Non ci sarà nessuna svolta. Di agevolazioni ce ne sono tante, ma le aziende non sono in grado di accedere e di utilizzarle al meglio. Noi siamo presenti a Custonaci con delle cave e stiamo costruendo uno stabilimento ad alta tecnologia per il rilancio del Perlato di Sicilia. Attualmente lo estraiamo e lo lavoriamo nello stabilimento, primo in Europa, di Chiaramonte Gulfi”.

Damigella è preoccupato e rimanda alle parole di una sua professoressa: “Purtroppo stiamo vivendo un momento storico ben preciso, già vissuto nel 146 a.C., Carthago delenda est, come disse Marco Catone, detto il censore. E l’Italia deve essere distrutta…”.

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