"Bastava chiamarmi ed avrei fornito tutte le spiegazioni e la documentazione in mio possesso", ha detto il presidente dell'Ars che risulta essere tra gli 88 indagati.
“Non ho nulla da nascondere
poiché tutto ciò che ho ricevuto da Girgenti Acque, è stato puntualmente
dichiarato. Bastava chiamarmi ed avrei fornito tutte le spiegazioni e la
documentazione in mio possesso. Tutti i contributi che ho ricevuto per la mia
campagna elettorale, non solo quelli di Girgenti Acque, li ho puntualmente
dichiarati. Ho anche la delibera del consiglio di amministrazione che ha deciso
il contributo”.
Così il presidente dell’Assemblea
regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha commentato le indiscrezioni che lo
riguardano su presunti illeciti contributi elettorali nell’ambito
dell’inchiesta della Procura di Agrigento su Girgenti Acque.
Sulla vicenda è intervenuto anche il
presidente della Regione Nello Musumeci. “Che Agrigento sia stata la culla
del malaffare sul fronte delle acque in Sicilia tutti lo sapevano da decenni in
Sicilia, però credo siano mancati interventi energici. Speriamo che da questo
momento, grazie all’impegno della magistratura, si possa fare luce”. “Nel
frattempo il nostro dipartimento – ha aggiunto Musumeci – è impegnato a capire
perché in provincia di Enna l’acqua abbia tariffe tra le più altre d’Italia e
anche in alcune parti della provincia di Caltanissetta”.
“Quello dell’idrico è un fronte sul quale vanno accesi tutti i riflettori senza guardare in faccia nessuno ed è quello che, per quanto di sua competenza, farà la Regione Siciliana”, ha concluso Musumeci.
Sul coinvolgimento di Micciché Musumeci ha aggiunto: “Non innamoriamoci degli avvisi di garanzia perché mi sembra un giustizialismo al quale io non intendo appartenere. Sapete come la penso, per me, sino a quando non si conclude il processo di ogni persona interessata a qualunque tipo di vicenda, rimango soltanto rispettoso delle scelte della magistratura. Sono convinto che il presidente Miccichè saprà far valere le proprie ragioni e quindi la sua assoluta estraneità ai fatti”.