Sono stati arrestati, rispettivamente in Campania, Puglia e Piemonte, un sacerdote, un 37enne tecnico informatico e il creatore del canale a pagamento
La Polizia di Stato di Torino ha sgominato una rete di utenti italiani che su una nota piattaforma di messaggistica scambiavano materiale pornografico realizzato utilizzando minori di anni diciotto.
Gli investigatori della Polizia postale, si legge in una nota, nel corso dell’operazione denominata “Mett up”, hanno eseguito 26 decreti di perquisizione e indagato altrettanti soggetti, responsabili di detenzione e diffusione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori degli anni 18 e al sequestro di migliaia di file.
Sono stati arrestati, rispettivamente in Campania, Puglia e Piemonte, un sacerdote, un 37enne tecnico informatico e il creatore del canale a pagamento oggetto dei primi accertamenti, un ragazzo all’epoca dei fatti minorenne.
L`attività, diretta dalla Procura
di Torino e coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni –
Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online, ha riguardato tutto
il territorio nazionale, impegnando nelle operazioni di perquisizione 11
Compartimenti della Polizia Postale. Già dal mese di febbraio del 2021 gli
agenti avevano attivato un servizio di monitoraggio su una piattaforma di messaggistica
che vanta garanzie di ampio anonimato per gli utilizzatori, concentrando la
propria attenzione su alcuni canali aperti, frequentati prevalentemente da
utenti italiani.
Per effettuare tale attività, è
stato necessario un lungo lavoro di carattere preparatorio, consistente nella
ricerca del rapporto di fiducia con gli interlocutori che di volta in volta si
mostravano interessati allo scambio di materiale, con un notevole sforzo
mentale degli operatori nell`assunzione delle stesse vesti dei propri target.
Ricavati gli elementi utili alla
prosecuzione dell`indagine, sono state messe a fattor comune le tracce
informatiche lasciate in rete dagli internauti, che hanno consentito la loro
identificazione.
Particolarmente interessante si è
rivelata la presenza di un ambiente chiuso, pubblicizzato dal proprio
promotore, in cui veniva divulgato materiale pedopornografico previo pagamento
di una somma di denaro che abilitava all`iscrizione al canale, anch`esso
oggetto di accertamenti nel corso dell`indagine.
L’analisi degli elementi evidenziati dai poliziotti ha ricondotto nel complesso a 26 soggetti destinatari dei decreti di perquisizione, emessi dal Gruppo Criminalità Organizzata e Reati Informatici dell`Autorità giudiziaria di Torino ed eseguiti, oltre che in Piemonte, con la collaborazione degli Uffici di Specialità della Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto. (Askanews)