A lanciare l'allarme è l'Organismo congressuale forense, che chiede subito "una piattaforma unica che sostituisca i sei canali di deposito e consultazione"
Nel mese di novembre sono stati “gravissimi i ritardi e i malfunzionamenti del sistema telematico del processo civile, rimasti senza spiegazioni da parte del ministero. Il pregiudizio è stato particolarmente grave: gli adempimenti di cancelleria avvengono esclusivamente e obbligatoriamente con modalità telematiche, e quindi sono affidati in massima parte al buon funzionamento dei servizi; e invece notificazioni, depositi, pagamenti e consultazioni dei fascicoli sono stati in taluni distretti e in alcuni momenti del tutto impediti, con notevole danno per gli studi legali a causa di continue interruzioni di servizio che li espongono a responsabilità professionali”. A lanciare l’allarme è l’Organismo congressuale forense, che chiede subito “una piattaforma unica che sostituisca i sei canali di deposito e consultazione (civile, amministrativo, tributario, contabile, penale e sportivo)” e che venga “prontamente rimosso per gli avvocati ogni impedimento alla consultazione dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente”.
“Qualche giorno fa, il ministero dell’Interno, in nome della privacy, ha inibito la possibilità di estrarre i certificati anagrafici online: si tratta di attività che offre sicuro risparmio di tempo e di denaro, ad esempio per i civilisti che, prima di procedere alle notifiche, possono verificare gli indirizzi dei destinatari”, ricorda l’organo di rappresentanza politica dell’avvocatura. Ora “è il turno del malfunzionamento per il sistema informatico di liquidazione delle spese di giustizia”. Questi “malfunzionamenti” e “l’improvvida decisione ministeriale hanno come ricaduta l’impossibilità di esercitare compiutamente l’attività defensionale”, sottolinea l’Ocf.
“Appare evidente la necessità di aumentare le risorse dedicate alla digitalizzazione, così come è venuto il momento di riformare completamente il sistema telematico in quanto strumento che consente l’accesso alla giustizia: e invero la digitalizzazione della Giustizia è la prima tra le sei missioni declinate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”. A giudizio degli avvocati “la pluralità delle modalità di deposito degli atti non fanno che imporre all’avvocato adempimenti ulteriori ed inutilmente complessi. Con la creazione di un unico portale si faciliterebbe e velocizzerebbe, invece, il lavoro dell’avvocato nella gestione dei depositi e si diminuirebbero i costi”. L’Organismo congressuale forense, quindi, “manifesta piena disponibilità a contribuire a ogni iniziativa tecnica e politica volta alla creazione di un sistema integrato di identificazione, di deposito e di consultazione mettendo a disposizione il notevole bagaglio di esperienza e di conoscenza anche tecniche della avvocatura”