Inaugurato l’Anno giudiziario presso la Corte d’Appello di Catania, la presidente Domenica Motta fa appello al ministro: “Semplificare norme e procedure”. Nel distretto cresce la criminalità minorile
CATANIA – È stato inaugurato anche al Tribunale di Catania il nuovo Anno Giudiziario 2021. Durante la cerimonia a partecipazione ridotta – nel rispetto delle normative anticontagio – è stato presentato il resoconto dell’anno appena terminato. Un anno che ha acuito tutte le criticità già preesistenti nella giustizia: mancanza di personale, inadeguatezza degli spazi e delle strutture, assenza di intervento puntuale del legislatore sul tema, crescita della criminalità minorile.
Il presidente della Corte d’Appello, Domenica Motta, si è appellato direttamente al ministero della Giustizia, affinché “intervenga sulla semplificazione delle norme e delle procedure della giustizia, ma non in maniera frammentaria e poco esaustiva, sviluppando davvero la necessaria ‘Cultura della giurisdizione’ e consentendo interventi immediati a tutela dei soggetti più deboli”.
Il presidente della Corte d’Appello ha sottolineato la grave carenza di organico che continua a influire negativamente sulla capacità di una reale “risposta di giustizia immediata ed efficace” sul territorio. Si sarebbero addirittura verificate nel corso dell’anno “gravissime scoperture”, parzialmente risolte grazie alla grande disponibilità dei magistrati a inserirsi nei vari consigli per comporre il collegio. E il numero dei nuovi pensionamenti – come annunciato da Concetta Grillo, rappresentante del Csm – non lascerebbe ben sperare nemmeno per l’immediato futuro. Anche gli edifici dedicati alla giustizia non verserebbero in buone condizioni.
“L’emergenza sanitaria ha acuito le precedenti problematiche – ha detto Domenica Motta – e inciso sulle forme e sul volto della giustizia. Sono cambiate anche le modalità di udienza, come la cartolare e l’udienza da remoto. La produttività del tribunale nel 2020 è stata inferiore rispetto a quella del 2019, nonostante l’impiego delle piattaforme digitali per la camera di Consiglio, le convalide d’arresto, i convegni”.
Criminalità minorile, un’emergenza nell’emergenza
Un quadro allarmante, in cui pure le segnalazioni dei minori in difficoltà al procuratore della Repubblica hanno subito un esponenziale incremento. In un territorio difficile, in cui l’associazione mafiosa continua ad avere un forte impatto sulla società: “Nonostante alcuni gruppi siano stati decimati dai nostri provvedimenti, c’è un continuo ingresso di nuova manovalanza criminale – ha continuato Motta -. E la criminalità minorile è particolarmente allarmante, soprattutto perché riguarda reati gravi che non si evidenziano con la stessa frequenza nelle altre parti del Paese”.
Il procuratore generale della Corte d’Appello, Roberto Saieva, ha fortemente criticato il “quadro sconcertante inaccettabile” emerso all’interno della magistratura (caso Palamara) che ha dimostrato il “progressivo indebolimento dei valori critici” e che non rappresenterebbe a suo avviso “solo un caso isolato”.
Per Saieva è indispensabile una riforma legislativa che – innanzitutto – impedisca ai gruppi associativi di nominare i membri del Consiglio superiore della magistratura e che ridisegni la mappa delle competenze delle procedure penali. A suo avviso non sarebbe in corso “nessun percorso di idonee riforme e il lavoro agile si rivela spesso una finzione. Le nuove tecnologie non possono non reclamare cautela, perché i processi sono, per dirla alla Calamandrei, ‘natura viva’”.
Francesco Cottone, portavoce ministro Bonafede al QdS: “Sulla digitalizzazione non si torna indietro”
CATANIA – Alla cerimonia era presente Francesco Cottone, portavoce del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, che ha ricordato le nuove assunzioni del personale e la possibilità che le proposte di riforma del processo penale e civile e del Csm – a quanto pare poco apprezzate dai relatori – diventino presto realtà. Cottone ha commentato così, per i lettori del QdS, le affermazioni del presidente e del procuratore generale della Corte d’Appello nei confronti della nuova riforma proposta dal ministro Bonafede: “Il dibattito sulla riforma della giustizia è stato spostato dalla sede governativa a quella parlamentare, le riforme sono all’esame. Il lavoro parlamentare può sicuramente portare a margini di miglioramento e aggiustamenti – ha detto -. Questo peraltro è un periodo politico la cui lettura è difficile da rendere. Il governo è dimissionario, siamo in attesa delle decisioni del capo dello Stato in ordine all’assetto e a quello che produrrà sul sistema. L’esigenza delle riforme non è solo dei territori, ma è condivisa anche da questo governo. Va da sé che il tema è quello di individuare gli strumenti. Una cosa si può dire, dal punto di vista dell’approccio. Di certo le opportunità che oggi ci regala il Recovery sono opportunità che consentono di sommare all’ipotesi di riforma, per la prima volta, un intervento strutturale a 360 gradi che speriamo possa aggredire alcuni nodi che prima non si potevano aggredire a costo zero”.
Il Ministero non sembra voler ritrattare in alcun modo l’idea di una digitalizzazione: “È un elemento imprescindibile, abbiamo il dovere di lavorare perché si incrementi il livello di digitalizzazione nel rispetto delle prerogative – ha aggiunto Cottone -. I tempi non sono sempre quelli dell’immediatezza, nel senso che proprio per evitare quella frammentarietà, occorre che le scelte siano ben ragionate e fatte con intelligenza. Ma la strada è presa sotto questo punto di vista, è presa da anni e continua a essere perseguita. La pandemia ci ha regalato nuove opportunità che stiamo percorrendo. Fino a poco tempo fa era inimmaginabile e impensabile che si potessero fare udienze da remoto o anche semplicemente incontri o riunioni. Questo regala una nuova agilità e anche maggior capacità e velocità”.
Rosario Pizzino (Ordine avvocati): “Ripensare spazi e servizi”
CATANIA – La digitalizzazione della giustizia è tra le priorità anche dell’Ordine degli Avvocati, intervenuto all’inaugurazione dell’anno giudiziario con il presidente Rosario Pizzino, il quale per prima cosa ha ricordato i tre colleghi tristemente scomparsi a causa del coronavirus, contagiati proprio in tribunale.
Secondo Pizzino la digitalizzazione è uno degli elementi su cui puntare maggiormente per la tutela dei soggetti della giurisdizione. Il presidente dei legali catanesi ha anche voluto denunciare il mancato rispetto delle normative anti-Covid nei luoghi che non lo consentono: “In via Crispi le aule sono del tutto prive di areazione e con infiltrazioni” ha detto. Mentre le peggiori strutture in assoluto riguarderebbero i tribunali di Ragusa e Caltagirone. “Nel settore della giustizia bisogna ripensare spazi, servizi e persone – ha concluso -. In soli sei mesi si potrebbe realizzare tutto”.