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Giustizia, sciopero toghe onorarie, il governo ci ha tradito

redazione web

Giustizia, sciopero toghe onorarie, il governo ci ha tradito

martedì 16 Novembre 2021

Si sentono “tradite” dal governo. Per questo le toghe onorarie tornano a protestare e per la prima volta lo faranno contro l’esecutivo guidato da Mario Draghi. Dal 23 al 27 novembre incroceranno le braccia e il 24 terranno a Roma una manifestazione. A proclamare l’astensione dalle udienze e dalle altre attività le associazioni che aderiscono alla Consulta della Magistratura onoraria.

“Nonostante la lettera di messa in mora della Commissione europea per l’immediato riconoscimento ai magistrati onorari in servizio di tutte le tutele, sociali ed economiche, dovute per la funzione magistratuale espletata, il Governo -accusa la Consulta- non ha risposto adeguatamente alle aspettative, non ha rispettato le iniziali intenzioni di porre fine ad un intollerabile sfruttamento che si protrae da decenni, di legislatura in legislatura, di tavolo tecnico in tavolo tecnico”.

“L’Italia persevera, disattende le sentenze della Corte di Giustizia ed ignora le indicazioni imposte lo scorso 15 luglio, non conformandosi a quanto chiesto per evitare il prosieguo della procedura d’infrazione”, visto che non mette subito “a disposizione” i fondi necessari” per “adeguare immediatamente lo status di chi è in servizio sia alla normativa euro-unitaria che ai principi di tutela del lavoro sanciti nella nostra Carta Costituzionale”. Un comportamento che “è esattamente l’opposto di quanto aveva riferito la Ministra Cartabia in Parlamento il 4 novembre, allorquando definiva ‘improcrastinabile” il riconoscimento delle tutele di quasi 5mila lavoratori e riportava i buoni esiti delle interlocuzioni con il Mef”. A Roma il 24 la magistratura onoraria si ritroverà “per ribadire il profondo sdegno, ancora maggiore rispetto al passato perché preceduto da un affidamento autentico in quella che appariva una stagione nuova e diversa, fatta finalmente di rispetto e considerazione per le nostre legittime richieste. Ancora una volta – concludono amaramente le toghe onorarie – siamo stati traditi”. (ANSA).

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