Previsto un reclutamento di personale giudicante anche mediante concorso pubblico. Pensionamento obbligatorio ha messo in crisi il sistema e le contromisure avranno effetti a lungo termine
ROMA – Come è noto, con la Legge n. 130 del 31 agosto 2022, è stata riformata strutturalmente la giustizia tributaria ed anche una parte del processo tributario.
Innanzitutto è stato cambiato il nome dei Collegi Giudicanti da Commissioni Tributarie di primo e di secondo grado in “Corte di giustizia tributaria di primo grado” e “Corte di giustizia tributaria di secondo grado”.
Ma, a prescindere da altre importanti modifiche in ambito procedurale, volendoci riferire – in questa sede – solo alle modifiche riguardanti il personale giudicante, si ricorda che la predetta legge ha previsto magistrati tributari speciali, reclutati per concorso pubblico (il numero dei concorsi è stato già ampliato grazie all’art.18 del DL 75/2023), molto selettivo e con i consueti “tempi biblici” dei concorsi pubblici (sono previste nove materie ed un colloquio in lingua straniera), a tempo indeterminato e con il trattamento economico previsto per i magistrati ordinari; nonché giudici tributari nominati presso le Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, presenti nel ruolo unico nazionale di cui all’articolo 4, comma 39-bis, della legge 12 novembre 2011, n. 183, alla data del 1° gennaio 2022 (i “vecchi” Giudici tributari “non togati”).
Ha abbassato inoltre il limite di età per svolgere le funzioni di Giudice Tributario da 75 anni a 70 anni, anche se l’articolo 3, comma 6 del D.L. 198/2022 (Decreto milleproroghe), ha differito di un anno tutti i termini indicati nell’articolo 8, comma 1, della legge 31 agosto 2022, n. 130, con la conseguenza che la cessazione – a regime – dell’incarico dei giudici tributari delle Corti di Giustizia Tributaria al raggiungimento dei 70 anni di età decorre dal 1° gennaio 2028. Nel periodo transitorio 2024-2027 si applica una riduzione graduale dell’abbassamento del limite massimo di età che comporta la cessazione dall’incarico al compimento, rispettivamente, dei 74, 73, 72 e 71 anni.
La legge 130 ha previsto pure l’opzione per il transito definitivo nella giurisdizione tributaria dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili o militari, non collocati in quiescenza, presenti, alla data di entrata in vigore della legge, da almeno cinque anni, nel ruolo unico di cui all’art. 4, comma 39-bis, della Legge n. 183 del 12/11/2011;
La stessa legge ha pure previsto la riserva di 100 posti di magistrati “togati” (50 della magistratura ordinaria e 50 delle magistrature contabili, amministrative e militari).
Il problema è che con il “pensionamento” obbligatorio di molti vecchi ed esperti Giudici Tributari e con il futuro reclutamento dei nuovi magistrati tributari tramite concorso (operazione non certo veloce), l’organico si è, quantomeno provvisoriamente, drasticamente ridotto.
Recentemente, è accaduto pure che dei magistrati “togati”, quelli con la riserva di posti di 100 unità, solo 37 hanno risposto all’appello e, peraltro, di questi 37 solo 20 sono risultati idonei ad essere immessi nel nuovo ruolo tributario.
Risultato: con i posti che si sono resi vacanti per il raggiungimento del limite di età, in attesa dell’espletamento dei concorsi pubblici e con una quota così bassa di magistrati “togati” disposti a trasferirsi nel “tributario”, la giustizia tributaria, che dovrebbe avere un organico di 576 giudici (448 in primo grado e 128 in secondo grado) anziché migliorare sta andando ulteriormente in crisi.
Si parla di trovare la soluzione o aumentando il numero dei posti messi a concorso pubblico, oppure dare ulteriore spazio ai vecchi giudici tributari non togati attualmente fuori dall’organico previsto dalla legge.
Comunque, nonostante la spinta delle riforma e delle esigenze imposte dal Pnrr, l’esordio di questa riforma continua ad essere molto, forse troppo, lento.
Speriamo, quantomeno, che con il rinnovo del Consiglio di Giustizia Tributaria, che avverrà il prossimo 24 settembre, “con la mente più fresca” degli attuali 43 gradi di temperatura, si instauri con il Governo un proficuo dialogo affinchè la Giustizia Tributaria, varata l’anno scorso “sotto l’ombrellone”, possa trovare finalmente l’assetto che tutti si attendono da troppo tempo.