Le parole virus e corona non sono inglesi, né italiane, bensì latine. Per cui, non si capisce perché debbano essere pronunziate Coronavirus. Ma la perdita d’identità dell’italiano è continua. Per esempio parecchi non sanno che la parola bus è latina e la pronunciano bas; la parola iter è latina e ritenendola inglese la pronunziano aiter.
E poi lockdown, si usa per impressionare la gente. Non era più logico denominare la chiusura delle attività con serrata o coprifuoco, in modo che si comprendesse immediatamente il suo significato? Chissà a quale genio della lampada è venuta la definizione distanziamento sociale di difficile comprensione. Sarebbe stato più appropriato parlare e scrivere di distanza personale o fisica.
Quando le istituzioni nazionali fanno comunicazione dovrebbe essere loro preciso dovere usare termini largamente comprensibili, senza inglesismi, perifrasi, giri di parole, calembour o altre espressioni che hanno il preciso intendimento di non farsi capire. è una posizione mentale di chi governa con supponenza e presunzione.
Gli animali sono indenni dal virus perché, probabilmente, possiedono anticorpi capaci di neutralizzare la bestia e di ammazzarla senza pietà.
La scienza sta cercando di capire perché la specie umana non ha gli stessi anticorpi. Ma già è sulla buona strada perché centinaia o migliaia di ricerche in tutto il mondo stanno aggredendo senza pietà il virus e molto prima del previsto, forse già a fine estate, sarà pronto il vaccino e dopo qualche mese saranno pronti i farmaci.
Ovviamente non si tratta di solerzia delle industrie farmaceutiche, bensì della corsa a chi per prima riuscirà ad avere il farmaco e/o il vaccino, oggetti di un business mondiale.
Intanto la situazione psicologica e psicofisica degli italiani e dei siciliani ai domiciliari, peggiora di giorno in giorno. Si vedono sempre più persone in giro per le strade e sempre più macchine in circolazione, perché la clausura non può essere procrastinata oltre certi limiti di tempo senza far sclerare le persone.
Crediamo che il Governo si stia rendendo conto di questa situazione che, dopo il 14 aprile, rischia di diventare insostenibile.
La Regione siciliana ha adottato misure ancora più stringenti rispetto a quelle nazionali, con ciò debordando le sue prerogative ed i limiti che in questa situazione sono dati esclusivamente dalla legge nazionale, ai sensi dell’art. 120 della Costituzione.
L’abbiamo detto e scritto più volte. Nonostante ciò riteniamo che un restringimento dei diritti personali dei cittadini per un breve periodo sia pienamente giustificato. Ma occorre buonsenso per bilanciare il rischio virale con la claustrofobia della gente perché, in assenza di un bilanciamento fra i due, vi è il grave pericolo della prevalenza di uno rispetto all’altro e quindi di un forte danneggiamento nei confronti degli abitanti della nostra Isola.
Si comprende che chi governa una regione cerca un risultato subito, rispetto ad un altro del giorno dopo. Invece, bisogna mettere sui due piatti della bilancia entrambi i rimedi: l’azione anticontagio e la parziale apertura.
Peraltro, nelle città, con l’accortezza di non avvicinarsi ad altri, si può liberamente circolare per le vie, seppur nei paraggi di casa propria o anche far passeggiare i bambini.
Senza rischio non c’è vita. Chi vive rischia, anche in via potenziale. Non dovrei prendere l’aereo perché vi è il rischio che precipiti; non dovrei prendere il treno perché c’è il rischio che deragli; non dovrei andare in auto, in moto o in bicicletta perché una caduta mi potrebbe essere fatale; non dovrei passeggiare sotto i cornicioni di chiese e palazzi perché c’è il rischio che mi cada un vaso in testa.
Ma che razza di vita sarebbe quella in cui ognuno tentasse di evitare ogni possibile rischio? Non sarebbe una vita normale. Ma è giusto che, adottando tutte le precauzioni del caso, si corrano i normali rischi. Fra tutti anche quello del contagio da virus Corona che peraltro è raro se non si hanno contatti fisici con altri.
Starsene chiusi in casa per timore che il virus ci colpisca, è destituito di fondamento: solo la gocciolina di un terzo potrebbe infettarci, per cui basta stare lontani oltre il metro da chicchessia per essere indenni da contagio di sorta.
A Messina settemila persone vivono in baraccopoli a contatto di gomito. Non ci sono stati particolari contagi. Forse hanno gli anticorpi. Valutate voi.
