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Gli eletti devono essere Eletti

Gli eletti devono essere Eletti
Parlamento italiano, riforme e leggi – foto da Imagoeconomica

Dominare o essere dominati

La questione che vi poniamo oggi non sembri secondaria. Riguarda la figura di coloro che governano il nostro Paese: deputati e senatori, membri del Governo (sessantaquattro), fra ministri, viceministri e sottosegretari, oltre alla presidente del Consiglio. La questione concerne la loro formazione culturale, il possesso di competenze e la conoscenza di materie quali storia, geografia, filosofia, matematica, sociologia e letteratura, che un/a Eletto/a dovrebbe conoscere per fare bene il proprio lavoro.
Un lavoro che è molto ben retribuito, perché ogni membro del Parlamento stacca un assegno di oltre diecimila euro al mese (su cui ci paga le tasse), oltre che basta che faccia una legislatura per prendere una pensione (che si chiama vitalizio). Inoltre, deputati e senatori hanno indennità supplementari abbastanza cospicue relativamente alle funzioni di presidenze di varia natura, questori, segretari e via elencando. Ma non è finita perché poi hanno rimborsi vari, fra cui quello dei trasporti, della residenza (vitto e alloggio), del/della segretario/a e altri che non vi elenchiamo.

Nella nostra analisi non c’è l’aspetto economico per valutare se è equo o eccessivo, bensì la contropartita di esso, vale a dire se le prestazioni per cui si ricevono questi compensi siano idonee alla funzione delicata che è quella dell’Eletto/a e cioè una funzione di legislatore, ma anche di governo quando molti dei componenti del Parlamento passano all’Esecutivo.
Cosicché, nelle vesti di governanti o di parlamentari, si estrinsecano le capacità che dovrebbero essere insite in chi approda a tali alti incarichi.

Nella nostra Costituzione non è previsto che le/i candidati ai ruoli prima elencati debbano avere particolari qualifiche, in quanto basta che sappiano leggere e scrivere. Ma a settantasette anni di distanza, dal 1948, ci permettiamo di sollevare la questione: se sia giusto che cittadine e cittadini preposte/i ad alti posti di responsabilità possano, al limite, anche essere ignoranti, nel senso che ignorano. Che cosa? Tutte o parte delle materie prima elencate, oltre che quelle dell’organizzazione, dell’efficienza e la cultura dei risultati. Inoltre, nessuno ha avuto l’obbligo di leggere libri, salvo quelli scolastici, per cui approdano ai seggi persone “cieche”.

La qualità degli/delle Eletti/e, ovvero la mancanza di qualità, è un fatto gravissimo perché la “cultura è libertà”, con la conseguenza che gran parte di costoro che ne possiede poca è di fatto manipolabile e gestibile da parte di altri che ne possiedono di più, ma che non rispettano i principi etici di tutti i tempi.
Bisogna aggiungere che gli/le Eletti/e hanno una grande visibilità sui mass media e quindi, quando a loro volta dicono cose errate o fasulle, possono indurre chi ascolta (chi fa parte del branco) a fare ciò che magari non è nel suo interesse.

La questione è elementare: il sapiente non si fa manipolare, l’ignorante, al contrario, segue il gregge. E chi segue? Il capobranco, il quale, di fatto, guida tantissimi altri componenti dello stesso branco secondo il proprio interesse o l’interesse dei coloro con cui ha fatto accordi.
Insomma, il dilemma è: dominare o essere dominati/e. La scelta spetta a ognuno/a di noi.

In quest’ultimo decennio, l’invasione degli smartphone e dei media sociali ha contribuito all’abbassamento della cultura generale, quindi della conoscenza, quindi della libertà. Tutto questo è la premessa del caos, ovvero la premessa del dominio dei pochi sui tanti.
La certificazione di quanto scriviamo è che la disuguaglianza aumenta a passi da gigante, non solo quella sociale, ma anche quella economica. Infatti le ricchezze si concentrano su un sempre minor numero di persone e i ceti, medio e basso, perdono terreno sia sul piano economico che su quello della capacità di orientare le scelte degli/delle Eletti/e. Questi/e ultimi/e dovrebbero guidare in base a principi etici secolari, ma se non li conoscono non sono in condizione di utilizzarli! Tuttavia, siccome sono messi alla guida, incorreranno, volontariamente o involontariamente, a squilibri sociali dannosissimi per l’intera Collettività.
Riflettiamoci. La questione è primaria. Contribuiamo a migliorarla.