Gli ex Pip continueranno a lavorare, Regione paga l’assicurazione - QdS

Gli ex Pip continueranno a lavorare, Regione paga l’assicurazione

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Gli ex Pip continueranno a lavorare, Regione paga l’assicurazione

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venerdì 28 Maggio 2021

Decisa la copertura in bilancio del premio Inail sino a febbraio 2022: senza si sarebbero dovuti fermare. Sono impiegati in Comuni e altri enti pubblici: circa 3 mila con uno stipendio di 800 euro.

Ancora una proroga perché possano continuare le attività degli ex Pip. Con un comunicato rivolto agli enti utilizzatori di queste risorse, quindi Comuni o altri enti pubblici, il dipartimento regionale del lavoro ha fatto sapere che, per quanto riguarda gli oneri finanziari derivanti dal premio assicurativo Inail 2021 per i soggetti appartenenti al bacino “Ex Pip Emergenza Palermo”, è stato effettuato il pagamento per la copertura finanziaria per l’autoliquidazione 2020-2021.

Pertanto, è autorizzata  la prosecuzione dell’utilizzo dei soggetti appartenenti a questo bacino sino a febbraio 2022. Quasi un altro anno, insomma, per decidere cosa ne sarà del futuro di questi lavoratori.

Gli ex Pip fanno parte del progetto “Emergenza Palermo”, poco meno di 3 mila lavoratori, precari di lunga data, che fruiscono fattivamente da anni di sussidi, in quanto lavorano all’interno della pubblica amministrazione senza aver mai fatto un concorso. Si tratta di un’entrata da 832 euro mensili, e dovrebbe spettare a chi vive in stato di indigenza. L’utilizzazione non configura rapporto di lavoro, ma un ‘intervento di politica attiva’ (almeno questo era l’obiettivo alle origini della nascita di questo bacino),  per cui non si instaura nessun rapporto diretto tra ente e personale.

Anche se in molti presentano redditi che superano i 20 mila euro annui, gli interessati sostengono di vivere in casa dei genitori e che il reddito Isee presentato è composto esclusivamente dalla pensione del genitore.

Per cercare di mettere un po’ di ordine, l’Ars ha introdotto una norma che toglie l’indennità di 832 euro al mese agli ex Pip con un reddito Isee cumulativo di 20 mila euro l’anno. In circa un centinaio sono stati esclusi e, in questa platea, sono diversi che superano anche la soglia dei 30 mila euro.

La decadenza di questi lavoratori è arrivata per mano dell’allora dirigente generale del dipartimento Lavoro della Regione, Anna Rosa Corsello, su input del precedente presidente della Regione, Rosario Crocetta.

Molti di questo ex Pip hanno protestato vibratamente, sostenendo che vivono in casa dei genitori e che il reddito Isee presentato è composto esclusivamente dalla pensione del genitore. In questa platea di esclusi, a parte il caso limite di reddito da 146 mila euro, in diversi superavano come detto la soglia dei 30 mila euro, e ben 14 superavano addirittura quota 40 mila euro.

In effetti la norma è un po’ stringente perché, ad esempio, una famiglia con due figli dove un coniuge lavora e il secondo è un ex Pip non si può certo considerare ricca con 20 mila euro annui di reddito Isee.

Per gli esclusi a causa di condanne e simili, ci si è rifatti ad una norma inserita a suo tempo sempre nella Finanziaria 2013, un piccolo comma che vietava l’erogazione del sostegno al reddito per i “responsabili di azioni contrarie all’ordine pubblico, al patrimonio e alle persone”.

Gli ex Pip non sono gli unici precari a vita della Regione Siciliana: gli Asu, ad esempio, altri 6 mila su tutto il territorio isolano che vive la condizione di “dipendenti regionali” senza un contratto, senza poter godere di ferie e malattie; praticamente continuano a essere lavoratori in nero legalizzati dalle istituzioni.

E non ci sono solo loro: il bacino dei precari è costituito da 18 mila Lsu, lavoratori socialmente utili, collocati negli enti locali, 700 contrattisti della Regione, mille operai dei consorzi di bonifica, sui quali si lavora da anni senza aver al momento trovato una quadra,  per non parlare degli oltre 8 mila operatori della formazione professionale, in una condizione di surreale assunzione a tempo indeterminato ma senza lavoro per lunghi periodi di tempo, tra un avviso e l’altro.

Michele Giuliano

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