Home » Mattarella “Conoscenze contro panico e ignoto”

Mattarella “Conoscenze contro panico e ignoto”

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il buonsenso e il realismo che lo contraddistinguono, ha avvertito il Paese di non farsi terrorizzare dall’ignoto, di non farsi prendere dal panico per un problema grave, ma non insolubile, in quanto i comportamenti irrazionali che si stanno diffondendo nella popolazione creeranno un danno economico e sociale rilevante ed un effetto indotto a livello mondiale.
Già il Presidente degli Usa, Donald Trump, ha consigliato di non venire in Italia, le disdette della stagione turistica che si avvicina rapidamente sono enormi, il crollo del Pil diventerebbe insostenibile e con esso l’aumento della disoccupazione.
Intanto il Governo ha inteso varare norme di supporto all’economia mettendo a disposizione 3,6 miliardi, che non ha. Per questo dovrà firmare nuove cambiali, sotto forma di Buoni ordinari del Tesoro. Ben vengano nuovi debiti se servono come supporto all’economia, per evitare il crack ed un abbattimento psicologico e materiale della gente.

Il virus ha colpito anche l’esportazione e sta colpendo i consumi, vuol dire due importanti e delicate attività che producono parti rilevanti del Pil nazionale.
La domanda che si pongono le persone di buonsenso è: “Come mai si è diffuso questo terrore per una sorta di super influenza?”. Altra domanda: “Come mai l’Istituto Superiore di Sanità non ha diffuso i dati per contagiati e morti della ‘normale’ influenza che ogni anno colpisce la nostra popolazione?”. è molto probabile che se si fossero raffrontati i due dati, quelli relativi alla cosiddetta influenza “normale” e gli altri relativi al Covid-19, i primi sarebbero stati peggiori .
Dunque, il terrore non è giustificato e l’ammonizione del Presidente Mattarella in questo senso dovrebbe rassicurare coloro che ignorano questi fatti e che hanno paura dell’inconscio senza alcuna ragione. La paura si vince con la conoscenza e con l’informazione, che purtroppo, però, ha peggiorato le cose.
L’abbiamo già scritto: in questa vicenda la comunicazione è stata deleteria e ha creato più problemi di quelli esistenti.
I giornalisti hanno una grande responsabilità morale nel trasmettere i dati ai cittadini. Prima devono rilevare e controllare quello che è vero e quello che è falso. Si tratta di verifiche obbligatorie che non possono e non devono essere evitate, sapendo che quello che viene comunicato può indurre anche al panico.
Per questo motivo bisogna dire e scrivere parole e frasi di buonsenso, pratico e concreto, senza minimizzare i problemi, ma neanche massimizzandoli.
Purtroppo non tutti i giornalisti seguono le regole deontologiche del “Testo dei Doveri” e ritengono che comunicando il falso, nel senso dell’eccesso, possano acquisire meriti immeritati che li aiutino in una carriera, per conseguenza sbagliata.
Male fanno quei direttori di testata che consentono ai loro collaboratori non tanto una limitazione della libertà di pensiero, sacrosanta, quanto di comunicare eccessi di situazioni che non corrispondo al vero.
Aumentare il senso di fatti concreti è estremamente disdicevole.

Il giornalismo culturale è ampiamente sconosciuto nel nostro Paese, mentre la comunicazione spicciola basata su una cronaca non sempre funzionale alla corretta informazione spesso è prevalente. Sottolineamo questo aspetto perché la notizia del Covid-19 sta massacrando l’Italia e gli italiani al di là degli effetti di una malattia che non è neanche un’epidemia.
Gli effetti più devastanti sono quelli diffusi dalla nostra stampa all’estero, ma anche all’interno del nostro Paese. Gli aerei vuoti sono una disgrazia e non servono certo ad evitare il contagio, molto limitato territorialmente. Avere bloccato le gite scolastiche è stato un atto dissennato cui ancora non viene dato rimedio con la riattivazione.
Per fortuna ha riaperto il Duomo di Milano, un simbolo per l’Italia, e con esso, se pur limitatamente, i musei, i luoghi di svago, bar e pub. Insomma, la vita normale ricomincia, però i danni devono essere ancora contabilizzati e con essi i costi per riparare a quelli provocati da chi ha avuto paura vile, che doveva vincersi con la conoscenza.