CATANIA – Il mondo del lavoro sta cambiando, di conseguenza anche quello dell’istruzione e della formazione devono cambiare per riuscire a soddisfare le nuove competenze richieste dall’ambiente produttivo.
Per far fronte a questo cambiamento, dieci anni fa, sono stati istituiti dal Miur gli Its (Istituti tecnici superiori). Era, infatti, il 2009 quando il ministero della Pubblica istruzione ha proposto agli studenti italiani un nuovo percorso formativo professionalizzante, della durata di due anni, alternativo a quello accademico.
Purtroppo, questo tempo, non è servito a ottenere il successo sperato. A oggi, questi canali alternativi alla laurea, hanno intercettato solamente 13mila studenti, rimanendo un percorso di nicchia, che non riesce a ridurre il gap tra la domanda e l’offerta di lavoro.
Infatti, Unioncamere-Anpal, stima che nei prossimi cinque anni, le aziende italiane saranno pronte a dare lavoro a 469mila tecnici laureati nelle discipline scientifiche o diplomati in un Its. Questo fa si che un terzo dei posti di lavoro rimarrà senza candidati. Il problema alla base dello scarso successo degli Istituti tecnici superiori è l’ordine di grandezza degli investimenti. Infatti, nel 2019, lo Stato, ha emesso solamente 32mln di euro di fondi, divisi tra Miur e le varie Regioni che li ospitano.
Tuttavia, secondo il “Monitoraggio 2019”, condotto dal Miur in collaborazione con Indire, l’80% degli studenti diplomati in un Its, a un anno di distanza dal conseguimento del titolo, trova un’occupazione fissa, che nel 90% dei casi risulta essere coerente con il percorso formativo svolto. La forza degli Istituti tecnici superiori risiede nel forte legame che hanno con le aziende locali e nella promozione di corsi di studio che si occupano delle aree tecnologiche considerate prioritarie per lo sviluppo del Paese. Infatti, il 70% dei docenti Its, proviene dal mondo del lavoro e riesce a dare agli studenti la chiave per capire i reali bisogni delle imprese. A questo si unisce il tempo impiegato in stage (il 42% delle ore totali) e la forte collaborazione con i partner, per il 40% imprenditori che assumono chi hanno formato.
Gli Istituti tecnici superiori presenti in Italia, al giorno d’oggi, sono 104 e solo cinque di questi si trovano in Sicilia.
L’Istituto tecnico superiore nuove tecnologie per il made in Italy, con sede a Messina, forma due tipi di tecnici, quelli responsabili delle trasformazioni agrarie, agro-alimentari e agro-industriali e quelli per il controllo, la valorizzazione e il marketing delle stesse produzioni.
L’Istituto tecnico superiore per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione Steve Jobs, con sede a Caltagirone, forma tecnici per l’organizzazione e la fruizione dell’informazione e della conoscenza ed è quello che, in Sicilia, ha il tasso di occupazione più alto dopo il diploma (86,7%) secondo il “Monitoraggio 2019”.
L’Istituto tecnico superiore efficienza energetica, con sede a Enna, offre tre corsi diversi per la formazione di: tecnici per l’approvvigionamento energetico e la costruzione d’impianti, tecnici per la gestione e la verifica d’impianti e tecnici per il risparmio energetico per l’edilizia sostenibile.
L’istituto tecnico superiore per la mobilità sostenibile, con sede a Catania, forma tecnici per l’infomobilità e le infrastrutture logistiche, tecnici per la mobilità delle persone e delle merci e tecnici per la produzione e la manutenzione di mezzi di trasporto.
L’Istituto tecnico superiore per le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali con sede a Siracusa, forma tecnici per la conduzione del cantiere di restauro architettonico.