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Il Governo attende le motivazioni della Corte ma è pronto a tirare dritto sul Ponte di Messina

Il Governo attende le motivazioni della Corte ma è pronto a tirare dritto sul Ponte di Messina
Ponte sullo Stretto di Messina, rendering

Dopo la mancata apposizione del visto di legittimità, l’esecutivo “resta alla finestra” ma già invoca l’interesse pubblico

ROMA – Alla fine ha prevalso la linea della prudenza. Dopo le reazioni barricadere della premier Meloni e del ministro Salvini che rispettivamente avevano parlato di “invasione” e di “ingerenza” della magistratura contabile rispetto alle scelte del Governo, alla fine Palazzo Chigi ha deciso di aspettare. Nessun colpo di mano sul Ponte finché non saranno pubblicate le motivazioni sulla base delle quali la Corte dei conti non ha ammesso al visto di legittimità la delibera Cipess n. 41/2025, ossia l’atto con cui il comitato interministeriale aveva dato il definitivo via libera al progetto del collegamento stabile tra Messina e Reggio Calabria.

Il Governo provvederà a replicare puntualmente

“Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti – si legge in una nota diffusa ieri mattina in seguito alla riunione straordinaria del Consiglio dei ministri – il Governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento”.

La decisione della “Sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo” guidata dal presidente Ermanno Granelli, benché – come si è affrettata a precisare la stessa Corte nel pieno turbinio di dichiarazioni politiche – abbia riguardato “profili strettamente giuridici” relativi “al Piano economico finanziario”, senza “alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera”, non poteva che provocare un vespaio di polemiche.

In attesa delle motiviazioni della bocciatura

Nell’attesa delle motivazioni, a quanto si conosce ad oggi, i dubbi dei giudici contabili – sollevati già lo scorso 24 settembre con la richiesta di una serie di chiarimenti – riguarderebbero tra l’altro le coperture finanziarie, l’attendibilità delle stime di traffico (ai fini di una sostenibilità economica dell’opera) e la conformità del progetto definitivo rispetto a vincoli ambientali, antisismici e alle regole europee. La Corte ha inoltre richiamato l’attenzione sulla disciplina che regola le variazioni di costo rispetto all’importo iniziale (il superamento del 50% dei costi del progetto riavviato senza una nuova gara).

Il progetto comunque non è formalmente bloccato in modo insuperabile: il Consiglio dei ministri può deliberare, sotto la regia del Dipe guidato da Alessandro Morelli, per riconoscere efficacia all’atto sulla base di un giudizio di prevalente interesse pubblico. è la strada caldeggiata da Matilde Siracusano, deputata siciliana di Forza Italia e sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento: “Nelle prossime settimane potrebbe arrivare una deliberazione specifica del Consiglio dei ministri, che ha il compito di valutare” se la realizzazione del Ponte sullo Stretto “risponda a interessi pubblici di rilevanza superiore e quindi debba essere eseguito comunque”. Se il Cdm confermerà la necessità dell’atto, “la Corte dei Conti – aggiunge l’esponente azzurra – dovrà comunque ordinare la registrazione dell’atto, apponendo un visto con riserva”.

Quindi, come viene spiegato sul sito della Corte, in questo caso la pronuncia avverrà a Sezioni riunite, le quali, “ove non ritengano venute meno le ragioni del rifiuto, ordinano la registrazione dell’atto e vi appongono il visto con riserva. L’atto registrato con riserva acquista piena efficacia”.

La pubblicazione delle motivazioni entro trenta giorni

Ovviamente questa strada espone il Governo a critiche su un possibile “superamento” del controllo di legittimità e a eventuali profili di responsabilità amministrativa che non vengono automaticamente cancellati dalla deliberazione politica. Anche per questi motivi, la parola d’ordine è “attendere”. La Corte ha annunciato la pubblicazione delle motivazioni entro trenta giorni: sarà quel testo a fissare l’elenco puntuale dei rilievi tecnici e a definire la roadmap giuridica per eventuali interventi correttivi.

Intanto dalla Stretto di Messina, ieri pomeriggio, hanno ribadito ancora una volta di “aver svolto tutte le attività nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee”. E adesso aspettano di leggere le carte. “Il Governo ha dato chiare indicazioni di andare avanti – proseguono dalla società guidata da Pietro Ciucci -. Aspettiamo le motivazioni per fornire le ulteriori risposte, mantenendo l’impegno di portare avanti l’opera, missione che ci è stata affidata da tutto il Governo e dal Ministero delle infrastrutture in attuazione delle leggi approvate dal Parlamento”.

Il nuovo stop è arrivato come una doccia fredda

Certamente il nuovo stop è arrivato come una doccia fredda per gli oltre 7.500 aspiranti lavoratori che, proprio negli ultimi giorni, avevano inoltrato la domanda a Webuild e adesso vedono più lontana quella che può essere un’opportunità anche di formazione professionale. “Una bocciatura che sa di beffa, soprattutto per lo sviluppo del Mezzogiorno”, ha commentato Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl. “Pur rimanendo cauti – ha aggiunto il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, – l’impatto che l’opera potrebbe avere è sottolineato dal numero di istanze presentate da tanti giovani. È il chiaro segnale di come il Ponte rappresenti una opportunità di lavoro e sviluppo sociale ed economico”. Di tutt’altro avviso la Cgil che, con il segretario conferale Gino Giove, parla di risorse che ora “vanno impiegate per modernizzare davvero la Sicilia e la Calabria”.