Governo, Conte al secondo giro di consultazioni - QdS

Governo, Conte al secondo giro di consultazioni

redazione

Governo, Conte al secondo giro di consultazioni

venerdì 30 Agosto 2019

Dopo Fdi, Lega e Fi, l'incontro con Partito democratico e Movimento cinque Stelle. L'ipotesi di un accordo tra dem e grillini anche per le prossime regionali. Intanto l'Istat ha reso noto che la disoccupazione in Italia è in crescita

Secondo giorno di consultazioni per il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte.

La prima delegazione ricevuta nella sala dei Busti di Montecitorio è stata quella di Fratelli d’Italia che propugna “un’opposizione senza sconti”. Assente, così come deciso anche da Matteo Salvini, la presidente del partito Giorgia Meloni. A seguire Lega, Forza Italia, Partito democratico e Movimento cinque Stelle.

E mentre Lega, Fdi e Fi cercano di opporsi alla nascita del nuovo governo, va registrato che in luglio il tasso di disoccupazione in Italia è salito al 9,9% (+0,1 punti percentuali).

Lo stima l’Istat nei suoi dati provvisori.

Più nel dettaglio, la stima complessiva degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a luglio è in calo (-0,2%, pari a -28 mila unità) per entrambe le componenti di genere.

Intanto nelle regioni, molti sono pronti a estendere l’intesa Pd-M5s raggiunta a livello nazionale, anche se ci sono alcune resistenze.

Dopo l’alleanza a Palazzo Chigi in casa dem è infatti scattata la riflessione sull’ipotesi di esportare in ambito regionale il sodalizio con il M5S.

E che questa sia una strada giudicata percorribile dal Nazareno – in vista dell’imminente apertura delle urne per il rinnovo dei consigli regionali in Emilia Romagna, Umbria, Calabria, Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia – lo dimostra in ordine di tempo la posizione assunta dal presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il quale pur ammettendo di non credere ad “accordi a tavolino nè a desistenze”, ha mandato un chiaro segnale ai pentastellati.

Ma la prospettiva ha sollevato molti ‘no’ e non poche riserve tra gli eletti M5S.

A dare autorevolezza al nuovo possibile percorso è Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio nonché presidente del Pd e quindi leader di una delle due forze alle prese con il varo del nuovo esecutivo.

“Davanti a noi abbiamo elezioni difficili in Regioni diverse”, ha spiegato durante la Direzione dem. Per questo “dobbiamo fare ogni sforzo per costruire in ciascuna di queste realtà l’offerta politica e programmatica più credibile. Anche naturalmente sul versante di alleanze che il nuovo quadro politico potrà favorire, ma che comunque andranno verificate e costruite sempre sul primato di valori e programmi condivisi”.

Ma in casa grillina sono tanti i ‘no’. Il meno tranchant è il governatore della Toscana Enrico Rossi: “aspettiamo che parta il governo nazionale, io non ho fretta”, ha detto.

Nel frattempo regna ancora l’incertezza sulle date previste per il voto alle prossime regionali, che secondo un calendario di massima vedeva in pole position, quindi entro il 2019, Emilia Romagna, Calabria e Umbria.

Su quest’ultima ha pensato bene di diradare i dubbi Matteo Salvini, il quale nel corso di una diretta via social ha annunciato, come se avesse già avuto quei “pieni poteri” da lui richiesti, che il giorno fissato per l’apertura delle urne sarà domenica 27 ottobre.

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