Giuseppe Conte è giunto puntualissimo alle 9.30 di stamattina al Quirinale.
Per lui, la convocazione da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, era arrivata ieri al termine delle consultazioni.
Le trattative serrate portate avanti da Pd e M5s hanno infatti avuto buon esito e l’accordo per dare vita a un Conte bis è stato ufficializzato.
Conte accetta l’incarico con riserva
Mattarella ha conferito a Conte l’incarico di formare il governo e il premier, come da prassi, lo ha accettato con riserva e ha subito avviato, a Montecitorio, le consultazioni con tutti i gruppi parlamentari.
Prima Conte ha avuto colloqui nel palazzo Giustiniani con la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati e alla Camera con il presidente Roberto Fico.
Conte, “Un governo per modernizzare il Paese”
“Non sarà un governo ‘contro’ ma un governo per modernizzare il Paese e per i cittadini. Realizzerò un governo nel segno della novità è quello che richiedono anche le forze politiche”, ha affermato il premier dopo aver ricevuto l’incarico al Quirinale. “Siamo agli albori di una nuova legislatura Ue e dobbiamo recuperare il tempo perduto per consentire all’Italia il ruolo da protagonista che merita. Il Paese ha l’esigenza di procedere speditamente”, ha detto Conte.
Tra le priorità indicate la manovra di bilancio. “Mi metterò subito all’opera per una manovra che contrasti l’aumento dell’Iva, tuteli i risparmiatori, dia una solida prospettiva di crescita e sviluppo sociale”, ha detto. Conte ha parlato di “stagione riformatrice, di rilancio, di speranze, che offra al paese certezze”. Lavoreremo per “un Paese migliore, un Paese che abbia infrastrutture sicure, reti efficienti, che si alimenti con energie rinnovabili, che valorizzi i beni comuni, che integri stabilmente nella propria agenda politica il benessere eco-sostenibile, che rimuova diseguaglianze di ogni tipo”.
“Deve essere un Paese di riferimento nella protezione delle persone con disabilità, che non lasci che i giovani si disperdano con esperienze all’esterno ma che sia un paese attraente per giovani che sono all’estero, che veda un Mezzogiorno rigoglioso. Un Paese nel quale la pubblica amministrazione non sia permeabile alla corruzione, un Paese con una giustizia più equa ed efficiente dove le tasse le paghino tutti, ma proprio tutti, ma le paghino meno”. Lo afferma Giuseppe Conte al termine dell’incontro con Mattarella. “Molto spesso negli interventi pubblici sin qui pronunciati ho evocato la formula di un nuovo umanesimo, non ho mai pensato fosse lo slogan di un governo ma l’orizzonte ideale del Paese”.
Come si è arrivati all’incarico a Conte
“Abbiamo detto al presidente della Repubblica che il M5S non si sottrarrà alle proprie responsabilità” aveva spiegato ieri il capo politico 5 Stelle Luigi Di Maio davanti alla stampa, aggiungendo di aver raggiunto “un accordo politico con il Partito democratico affinché Giuseppe Conte possa ricevere di nuovo l’incarico di presidente del Consiglio e provare a formare un governo di lungo termine”.
“Abbiamo riferito al presidente di aver accettato la proposta del Movimento 5 Stelle di indicare, in quanto partito di maggioranza relativa, il nome del presidente del Consiglio” aveva detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che ha parlato di “una nuova sfida” che “vale la pena tentare”.
Anche Leu nel nuovo governo
Del nuovo governo dovrebbe far parte anche Leu: “Abbiamo confermato la nostra disponibilità a verificare le condizioni per dare vita a un nuovo governo di svolta. Non abbiamo posto nessun veto nè pregiudiziale sui nomi” ha detto al Quirinale il capogruppo Federico Fornaro.
“Ci auguriamo – ha dichiarato Julia Unterberger, presidente del gruppo per le Autonomie al Senato – che nasca un nuovo governo con una forte inclinazione europeista, una attenzione particolare per le minoranze linguistiche e le regioni a statuto speciale, con una parte significante di moderati”.
Salvini, dai pieni poteri al pugno di mosche
I giochi, dunque, sarebbero chiusi e Matteo Salvini, precipitato nei sondaggi, schiuma di rabbia: dai “pieni poteri” di mussoliniana memoria ha aperto la crisi di governo per rimanere con un pugno di mosche in mano.
Al capo della Lega Nord, protagonista di una sciagurata propaganda sulla pelle dei migranti – 900 morti stimati nel Mediterraneo solo dall’inizio dell’anno – non è rimasto che parlare di un presunto “sconcerto di milioni di italiani, di fronte allo spettacolo indecoroso del teatrino della guerra delle poltrone” agitando fumose tesi complottiste: “un progetto di svendita delle aziende e del futuro di questo paese a poteri che non sono in Italia” e accusando Conte di essere “un Monti bis”.
Anche Giorgia Meloni, minacciando il ricorso alla piazza, ha chiesto, come Silvio Berlusconi, di tornare a votare.
Da registrare infine l’intervento del fondatore del M5S Beppe Grillo, che in un post sul suo blog ha auspicato un governo di “ministri non politici”.
Ma secondo fonti vicine a Di Maio, Grillo avrebbe poi precisato che si riferiva ai ministeri “tecnici”.

