Politica

Governo Schifani in frantumi, Berlusconi corre in aiuto? E la “tentazione” De Luca…

Il nuovo Governo regionale è appena nato – dopo quasi due mesi di attesa – ma rischia clamorosamente di sgretolarsi a causa della faida interna di Forza Italia nata tra il coordinatore siciliano del partito Gianfranco Miccichè e il neo governatore Renato Schifani.

Le prime divisioni all’interno del gruppo azzurro erano emerse già in occasione dell’elezione del nuovo presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, con il braccio destro di Silvio Berlusconi in Sicilia che aveva annunciato la fuoriuscita dalla maggioranza. Adesso la definitiva separazione.

Berlusconi ancora mediatore?

E proprio il leader di Forza Italia, che a ridosso di Ferragosto aveva tirato fuori il Centrodestra siciliano dal blocco sul nome del candidato alla Regione, indicando il nome dell’ex presidente del Senato, potrebbe adesso intervenire per sanare la frattura casalinga.

Il tentativo di pacificazione, però, non appare tra i più semplici. Al Parlamento siciliano coesistono due gruppi di Forza Italia: uno guidato da Miccichè con 3 fedelissimi e l’altro, composto da 9 deputati e guidato dal capogruppo Stefano Pellegrino, che continua a dare il proprio appoggio al presidente della Regione. Con la disputa che interessa anche lo stesso simbolo del partito.

Governo regionale, lo sgambetto di Miccichè a Schifani

E gli “scissionisti” di Miccichè hanno già teso la prima trappola agli “antagonisti” al Governo, affondando i gruppi maggioritari all’Ars al primo voto utile.

La maggioranza è andata sotto in aula mercoledì 16 novembre, con il grillino Nuccio Di Paola che l’ha spuntata ottenendo la poltrona di vicepresidente vicario all’Ars, conquistando 35 voti su 68, tre in più della forzista Luisa Lanteri che si è fermata a 32, venendo comunque eletta.

Schifani alla ricerca di “nuovi” alleati

Nel frattempo Schifani – che può ancora contare sulla fedeltà della nuova Dc “premiata” con due assessorati – si lecca le ferite cerca sostegno al di fuori della maggioranza, divenuta adesso minoranza. La tentazione di chiedere aiuto a Cateno De Luca, adesso, appare forte.

I fedeli dell’ex sindaco di Messina sono stati ritenuti tra i fautori dell’elezione di Galvagno come presidente dell’Ars ma adesso, tramite la voce di Ludovico Balsamo, ribadiscono la volontà di volere rimanere dall’altra parte della barricata.

I deluchiani: “Faremo opposizione”

“Siamo rimasti l’unica realtà d’opposizione che non ha ottenuto ed accettato alcun ruolo”, scrive Balsamo, il quale sottolinea come, per la prima volta nella storia del Parlamento siciliano, il secondo candidato alla presidenza più votato non abbia ricevuto alcun ruolo.

“Il candidato presidente che si è piazzato secondo non ha rivendicato ed assunto la vicepresidenza ed un collega del mio gruppo, l’on Pippo Lombardo, si è perfino dimesso non appena eletto dal ruolo di consigliere di presidenza”, ha ribadito.