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Il grande business dei guerrafondai

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venerdì 28 Ottobre 2022

Usa e Russia si riparlano

La guerra in Europa è nata, secondo l’opinione di alcuni economisti, perché gli Stati Uniti hanno avuto paura della crescita del colosso economico del Vecchio Continente, nel quale si stava consolidando il rapporto fra Unione europea e Russia.
Cosicché hanno pensato, quei “bravi altruisti”, di piazzare un bel contrasto fra i due possibili alleati economici, in modo da sfasciare l’accordo e allontanare il pericolo di un terzo grande competitore a livello mondiale.

Perché l’accordo fra Unione europea e Russia avrebbe fatto maturare un colosso economico? Perché la prima detiene innovazioni tecnologiche di ogni tipo e la seconda materie prime importantissime, fra cui quelle energetiche.
In conseguenza di questo piano diabolico, i poteri forti statunitensi hanno caricato il giovane presidente dell’Ucraina, Zelensky, e l’hanno usato per fare perdere il senno a Putin, che così ha deciso di invadere l’Ucraina.

Questa non è una ricostruzione fantasiosa, ma semplicemente deduttiva, se si analizzano gli elementi, soprattutto economici, di questa tristissima vicenda.
I poteri forti degli Stati Uniti, di cui Biden è uno strumento, hanno trovato piacevole ascolto in altri poteri forti europei, fra cui quei Paesi che hanno i conti in ordine e sono sedi dei poteri finanziari più grandi al mondo, quali i Paesi Bassi.

Ma anche Irlanda e Lussemburgo hanno trovato molto utile questa guerra perché ha innestato la vergognosa speculazione finanziaria, che ha fatto saltare i prezzi del gas da trenta ad oltre trecento megawattora. La speculazione è risultata evidente, tant’è che ora, una volta messale in parte la museruola, il prezzo è sceso sotto i cento euro a megawattora.

Altro Paese che ha goduto della guerra è stata la Norvegia, che ha esportato gas per 2 miliardi nel 2020, aumentati a 6 miliardi nel 2021, ma nel primo semestre 2022 ha esportato gas ricevendo compensi per oltre 20 miliardi (ribadiamo, solo il primo semestre).
Come vedete, aperta la mangiatoia, tutti i corvi vi si sono buttati sopra a precipizio.

Il “buon” Zelensky ha firmato un decreto con il quale vieta qualunque trattativa con la Russia. Il “cattivo” Putin ha firmato un decreto di annessione dei territori occupati illecitamente.
Ci sembra che entrambi i decreti siano illegittimi perché in una democrazia, come quella Ucraina, nessun presidente può vietare a pezzi rappresentativi del suo popolo, che non condividono la sua linea politica, di tentare strade per fare cessare questa iniqua guerra, che sta distruggendo l’Ucraina.
Sembra infatti, secondo alcune fonti, che i danni provocati fino ad oggi in quel Paese ammontino a 750 miliardi (miliardi!) di dollari. Ci vorranno trent’anni per ricostruirlo se la guerra finisse subito; diversamente forse ce ne vorranno cinquanta.
Se Zelensky avesse a cuore il bene del suo Popolo, dovrebbe negoziare immediatamente la pace affinché l’Ucraina possa ritornare alla normalità.

Da quanto scriviamo a qualcuno potrebbe sembrare che Zelensky sia il colpevole e che Putin abbia ragione. Errato, errato, errato. Il Presidente russo ha commesso un atto inqualificabile e condannabile, prendendo le armi contro un popolo democratico, che sta dimostrando grande coraggio a difendere il suo territorio, nonostante la sproporzione dei mezzi bellici messi in campo rispetto a quelli russi.
Ma, come sempre accade, la colpa o la responsabilità non è mai solo di una parte. Zelensky si è prestato a fare lo zimbello degli Stati Uniti per il disegno nordamericano di fermare la crescita dell’accordo tra l’Unione europea e la Russia. Quindi i veri contendenti sono gli Stati Uniti e l’ex Unione sovietica.

Sembra che si sia aperto uno spiraglio in quanto le seconde o le terze file dei due Paesi hanno ricominciato a parlarsi. Se trovano l’accordo, anche in questo caso Zelensky farà la parte di colui che obbedisce, firmandolo.

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