ROMA – “Confindustria esprime una valutazione nel complesso positiva sul Dl Sud, poiché esso muove dal presupposto che lavorare sullo sviluppo del Sud significa riportare l’Italia intera su un sentiero di crescita robusta e di convergenza verso l’Europa”. Sono questi alcuni passaggi dell’audizione di Commissione Bilancio alla Camera di Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria.
Secondo Grassi, tuttavia, esistono elementi di potenziale criticità, che potrebbero indebolire il disegno. “Con riferimento al primo capitolo di intervento, quello relativo al Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc) (…) i Piani di Sviluppo e Coesione, attraverso cui fino a oggi è stato implementato il FSC, vengono sostituiti dagli “Accordi per la Coesione”, redatti a valle di un negoziato tra il Ministro per il Sud e la Coesione e l’Amministrazione interessata. Queste previsioni creano le condizioni per un utilizzo più efficace delle risorse del FSC.
Al contempo, sottolineiamo alcuni punti aperti.
Se da un lato i nuovi Accordi rappresentano una modalità di lavoro apprezzabile per l’intenzione di velocizzare le procedure e indicare, sin da subito, gli interventi da finanziare, dall’altro segnaliamo che non viene specificato cosa accadrebbe ove si verificasse uno stallo nel negoziato tra Governo e Amministrazione territoriale. In quest’ottica, sarebbe opportuno definire meccanismi di superamento delle situazioni di blocco”.
A proposito della Zes Unica, Confindustria considera “critica la previsione di una durata solo annuale dell’incentivo (…) Inoltre, desta preoccupazione la previsione di una taglia minima degli investimenti agevolabili, pari a 200.000 euro, senza distinzioni legate alle dimensioni d’impresa”. “Per inciso, va ricordato che, a dicembre 2023, scade un altro importante strumento per le imprese, ovvero la decontribuzione Sud. Anche alla luce dell’attuale congiuntura, il sostegno garantito dalla decontribuzione rimane indispensabile. Confidiamo in una soluzione che ne garantisca l’operatività fino al 2029, come preannunciato più volte dal Governo, ha concluso Grassi.