Tra gli argomenti all’ordine del giorno per la maggioranza di governo c’è, sicuramente, il nodo discoteche. I locali dell’intrattenimento notturno, ancora una volta, tornano d’attualità nel periodo estivo in seguito alle graduali e totali riaperture. Ad oggi regna un clima di incertezza sulla possibile ripresa, che pesa particolarmente per un comparto già duramente colpito. Abbiamo affrontato questi temi con Maurizio Pasca, presidente nazionale di SILB – Fipe.
Secondo quanto emerge dalla riunione tra Regioni e Governo, le discoteche resteranno chiuse. Lo avrebbe deciso la cabina di regia che si è riunita a Palazzo Chigi. Nessun accesso, dunque, neanche per i possessori di Green pass. La Lega in cabina di regia avrebbe insistito per l’apertura, con nuove regole.
La lunga chiusura: oltre il danno anche la beffa
“La chiusura delle discoteche è iniziata il 23 febbraio 2020, diciotto mesi di chiusura ininterrotta tranne che per il 10% delle attività, che lo scorso anno hanno potuto riaprire nel periodo estivo, per essere nuovamente fermate il 17 agosto con un provvedimento del Ministro della Salute Speranza. Il settore, quindi, è il più danneggiato da questa pandemia. Ci sono pochi ristori, tante aziende vicine al fallimento e un intero comparto al collasso. Oltre al danno economico subìto c’è anche la beffa, perché si balla ovunque tranne che in discoteca… Si balla nei bar, nei ristoranti, nelle ville private e nelle piazze, spesso con la compiacenza delle stesse amministrazioni locali”.
Ipotesi Green Pass
“Il Green Pass? Da marzo 2021 abbiamo proposto l’apertura delle nostre attività tramite questo lasciapassare, adesso ne stanno parlando tutti, ma noi lo abbiamo chiesto in tempi non sospetti. Se il governo avesse sostenuto questa proposta i nostri locali sarebbero diventati Covid-free, ma invece ha preferito far proliferare l’abusivismo nel settore. Era prevedibile che accadesse, perché nessuno poteva pensare di tener fermi così a lungo i 3 milioni di giovani che frequentano abitualmente i luoghi dell’intrattenimento. Bar, ristoranti e stabilimenti balneari al momento delle riaperture hanno, furbescamente, congiunto anche il divertimento ed il piacere del ballo, e il guaio è stato fatto. Di conseguenza si è creato l’innalzamento della curva dei contagi… D’altra parte gli assembramenti li abbiamo visti dappertutto, specialmente durante gli Europei di calcio. Tutti accalcati nelle piazze per guardare le partite e per festeggiare”.
“Non siamo degli untori”
“L’anno scorso, addirittura, siamo stati additati come i diffusori della pandemia… Noi colpevoli per la seconda ondata? Ma stiamo scherzando? Ci hanno imposto la chiusura il 17 agosto e l’innalzamento della curva dei contagi si è verificato due mesi dopo, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. L’incubazione, lo sappiamo, è di 14 giorni, quindi se la responsabilità fosse stata delle discoteche a fine agosto si sarebbe dovuto verificare il boom dei contagi. Invece così non è stato, ed è accaduto tutto con la riapertura delle scuole e la ripresa al 100% del trasporto pubblico. Però è più facile scaricare le responsabilità sull’anello più debole, in questo caso il divertimento e l’intrattenimento nei nostri locali. D’altra parte, dopo la chiusura della scorsa estate, gli assembramenti continuavano ad essere ovunque”.
Le richieste alle istituzioni
“Le nostre richieste ? Vogliamo avere ristori adeguati per non veder fallire le nostre aziende e gli investimenti che, con grossi sacrifici, abbiamo fatto. Ci sono 100.000 persone che, da diciotto mesi, non percepiscono stipendio. Quindi, conclude Pasca, chiediamo attenzione per questi lavoratori che non hanno potuto beneficiare della cassa integrazione, ma che non sono lavoratori di Serie B. Così come noi non siamo imprenditori di Serie B… Lo ribadisco, il nostro è stato il settore più danneggiato. La perdita di fatturato si aggira intorno ai 3 miliardi, ma i ristori ricevuti sono stati assolutamente insufficienti. Chiediamo, dunque, che siano adeguati al danno subìto”.
Vittorio Sangiorgi

