I volontari Greenpeace International occupano una piattaforma di stoccaggio e scarico di Shell nell’Oceano Atlantico.
I protagonisti di questa nuova azione per chiedere “giustizia climatica”, all’inizio di un anno già segnato da disastri ambientali e dopo un 2022 altrettanto difficile sul fronte ambientale, sono 4 attivisti provenienti da vari Paesi del mondo.
Quattro attiviste e attivisti, provenienti da diversi Paesi, sono saliti a bordo della White Marlin, una nave da carico che trasporta una piattaforma di stoccaggio e scarico di Shell. La piattaforma fa parte dell’infrastruttura di produzione che dovrebbe consentire al colosso petrolifero di sbloccare 8 nuovi pozzi nel giacimento di petrolio e gas Penguins North Sea.
Gli attivisti hanno portato con sé rifornimenti sufficienti per occupare la piattaforma per diversi giorni. Con loro hanno portato anche uno striscione con la scritta: “Basta trivellare. Iniziate a pagare”. Altri due avrebbero tentato di unirsi a loro ma non sono riusciti a salire a bordo.
L’azione, a due giorni dalla pubblicazione degli utili di Shell, spiega Greenpeace, mira a riaccendere i riflettori sulle responsabilità dell’industria dei combustibili fossili, un tema particolarmente
Greenpeace chiede che si investa su una “giusta transizione verso un’energia economica, pulita e rinnovabile, che porti reali benefici a persone, comunità, lavoratori e lavoratrici”.