Soddisfatto il giudice per le udienze preliminari etneo, "Il Premier ha risposto a tutto". Il diciannove febbraio nell'aula bunker di Bicocca saranno ascoltati i ministri Lamorgese e Di Maio e l'ambasciatore Massari
Il premier ha guidato la politica generale del Governo sull’immigrazione e ha attivato i contatti con gli altri Paesi europei per la ricollocazione di chi arrivava in Italia, ma non è entrato nella decisione presa dall’allora ministro dell’Interno e capo della Lega nord, Matteo Salvini, di bloccare lo sbarco ad Augusta dei 131 migranti a bordo della nave Gregoretti nel luglio del 2019.
Lo ha detto Giuseppe Conte in udienza di fronte al Gup di Catania Nunzio Sarpietro venuto a Palazzo Chigi a sentirlo come testimone nel procedimento che vede Salvini accusato di sequestro di persona.
Nella Sala Verde di Palazzo Chigi, per oltre due ore, il Premier ha risposto alle domande del magistrato, degli avvocati di parte civile e di Giulia Bongiorno, legale di Salvini, anche lui presente.
“Il premier è stato collaborativo – ha commentato Sarpietro al termine dell’udienza – e ha risposto a tutte le domande. Era molto tranquillo, mi ha fatto un’ottima impressione e credo rappresenti molto bene il Paese”.
Conte, da parte sua – si apprende – ha riconosciuto il suo ruolo nella politica sull’immigrazione del Governo M5S-Lega, ma ha sottolineato di non essere mai stato coinvolto nelle decisioni riguardanti il Place of safety (Pos) delle navi con i migranti o il trattenimento di questi ultimi a bordo.
Il particolare di fondamentale importanza per decidere sulla possibilità di rinviare a giudizio Matteo Salvini, come chiesto dal Tribunale dei ministri di Catania e concesso dal Senato, riguarda le riunioni dei Consigli dei ministri di quei giorni o di quelli precedenti: in nessuna si era mai parlato dell’ipotesi di consentire lo sbarco soltanto dopo un accordo per la redistribuzione dei migranti.
Gli uffici di Palazzo Chigi si sono invece occupati dei contatti con i Paesi Ue ai fini della relocation.
E Conte ha ricordato di avere, in occasioni analoghe, come per la nave Open Arms, chiesto a Salvini di far scendere a terra i minori.
Per la Diciotti, invece, la linea dura di Salvini era stata avallata dal Governo nella sua collegialità, ma si trattava di un’altra tipologia di nave (più attrezzata ad ospitare un numero consistente di persone) e c’era inoltre una controversia con Malta.
Per Sarpietro, insomma, l’udienza “ha chiarito tantissimi elementi: il premier detta la linea politica generale del Governo, la coralità” delle decisioni “attiene alla metodologia generale”.
“Poi – ha sottolineato – i singoli eventi erano curati dai singoli ministri. Il presidente del Consiglio credo sia informato di mille cose, ma non può seguire tutto minuto per minuto”.
Il magistrato, ovviamente, non si è sbilanciato: “la responsabilità penale è una cosa, quella politica è un’altra”, ha osservato.
Al termine le consuete dichiarazioni di Salvini e della suo avvocato che cercavano di tirare acqua al proprio mulino affermando che Conte aveva confermato quanto sostenuto dal capo leghista, e la secca dichiarazione dei legali di parte civile: “Conte ha chiarito che la decisione sul Porto sicuro per la Gregoretti è stata presa da Matteo Salvini”.
L’udienza preliminare proseguirà ora il 19 febbraio dell’aula bunker del carcere di Bicocca a Catania, dove saranno sentiti, sempre come testimoni, l’allora vicepremier e attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e l’ambasciatore Maurizio Massari.
Nell’ambito dello stesso procedimento sono stati già sentiti a Catania gli ex ministri dei Trasporti, Danilo Toninelli, e della Difesa Elisabetta Trenta.