Mauro Cutuli è un uomo che ha scelto di tornare alla terra per ascoltarla. Oggi è vignaiolo, ma la sua storia comincia lontano dai filari: sommelier di grande esperienza, ha lavorato in ristoranti prestigiosi, tra cui l’Osteria Francescana di Modena di Massimo Bottura. Poi, un ritorno alle origini: la decisione di tornare in Sicilia e dare vita all’azienda di famiglia insieme a Mariangela Prestifilippo (che in azienda si occupa della parte amministrativa). Prima ancora del vino, la sua passione si esprimeva nell’olio: la produzione di olio extravergine da ulivi di Nocellara Etnea è stata il primo passo verso un’agricoltura pulita e consapevole, radicata nella lava e nella luce del vulcano.
Il nome Grottafumata evoca le grotte laviche che ancora respirano sotto la montagna, e riassume perfettamente la filosofia di Mauro: lasciare che la terra parli da sé. Le sue vigne si trovano tra Biancavilla e Zafferana Etnea dai 500 agli 840 metri d’altitudine. Sono appezzamenti diversi per esposizione e composizione dei suoli — sabbie vulcaniche, basalto dolitico ricco di olivina, ceneri e minerali — ma uniti dallo stesso spirito di rispetto e ascolto.
A Biancavilla la suggestiva “vigna degli architetti”
A Biancavilla c’è la suggestiva “vigna degli architetti”, impiantata cinquant’anni fa da due architetti siciliani e due spagnoli della catalogna, che decisero di piantare Grenache rosso e una piccola parte di bianco, anziché i classici vitigni etnei. Mauro la acquisisce nel 2018 e la vinifica per la prima volta nel 2019. “È una vigna di straordinaria bellezza – racconta – su terreni di basalto dolitico, ricchi di vento e di vita. Qui convivono istrici, gufi, volpi, e ogni presenza animale è per me un segno di equilibrio”.
A Zafferana Etnea una storia familiare e affettiva
Coltiva con metodo naturale: sovescio di veccia e orzo, sfalcio leggero, nessun trattamento se non un passaggio di rame e zolfo in giugno, potatura minima. Il vino nasce da solo se il terreno è in salute, io mi limito ad accompagnarlo”. A Zafferana Etnea, nella contrada Civita, la vigna custodisce una storia familiare e affettiva: “Ho preso i tralci delle vigne degli anziani che stanno attorno ed ho fatto fare le piantine da un vivaista a Comiso e mantenendo lo stesso Dna della zona”. Negli anni Ottanta, qui il celebre Luigi Veronelli si innamorò dei vini prodotti dalla famiglia Cutuli, proponendone addirittura l’esportazione negli Stati Uniti — un sogno rimasto allora irrealizzato.
“Oggi, dopo quarant’anni, da questa vigna ho fatto un vino che esporto in America. È una forma di riscatto”, racconta Mauro. La vigna, semi-chiusa come un clos francese, ospita Carricante e Nerello Mascalese e gode di correnti da Levante e Ponente che mantengono l’ambiente fresco e ventilato, ideale per una viticoltura rispettosa: “Qui un tempo gli uomini lavoravano piegati sugli alberelli bassi, ma i nostri nonni decisero di sollevarli, di coltivarli alti, per difendersi dalla fatica e dai parassiti”.
“Il vino nasce solo se il terreno è in salute, io mi limito ad accompagnarlo”
Tra queste viti ultracinquantenne di Mascalese, Carricante e una rara varietà locale chiamata Zumatteo (che in realtà è un palomino fino), nascono i vini che sintetizzano luce, vento e lava in forma liquida. Le vinificazioni sono spontanee, in tini di legno usato, senza solfiti aggiunti, senza chiarifiche né filtrazioni: “Il vino deve reggersi sulle proprie gambe – spiega Mauro – Io lo accompagno nel suo cammino, senza forzature”.
Il risultato sono vini puri, salini, minerali, con una vibrazione che racconta la vita stessa del vulcano. Oggi Grottafumata rappresenta uno dei volti più autentici dell’Etna: un progetto agricolo che unisce competenza, sensibilità e radici profonde. La storia di Mauro Cutuli è quella di un uomo che, dopo aver conosciuto il mondo del vino nei suoi templi più alti, ha scelto di tornare alle origini per riscoprire la semplicità. “Ogni pietra di questa terra – dice – racconta una storia. Io provo solo a tradurla in vino”.

