Home » Province » Catania » Grotte San Giorgio, due discariche chiuse da anni ma ancora a carico dei Comuni

Grotte San Giorgio, due discariche chiuse da anni ma ancora a carico dei Comuni

Grotte San Giorgio, due discariche chiuse da anni ma ancora a carico dei Comuni

Attivi fino ai primi anni del 2000, i siti continuano a produrre costi: l’Amministrazione di Acireale costretta a impegnare 50mila euro per coprire le spese legate allo smaltimento del percolato

Le discariche sono una ferita che fatica a rimarginarsi e, per questo, finisce per infettare i territori anche dopo tanti anni dall’ultimo deposito di rifiuti. In giro per la Sicilia, di minacce di questo tipo, ce ne sono tante. La Regione, nel recente passato, ne ha censite oltre cinquecento bisognose di bonifica. Su diverse si è lavorato, ma i problemi restano diffusi e gravi, come testimoniato dal caso di Mazzarrà Sant’Andrea.

Il caso Mazzarrà Sant’Andrea

Nel centro in provincia di Messina, la discarica chiusa nel 2014 continua a essere una bomba ecologica, aggravata – come raccontato dal Quotidiano di Sicilia ieri, poche ore prima che all’Ars l’associazione Zero Waste tenesse una conferenza stampa sul tema – dall’incendio divampato a giugno dell’anno scorso e che da allora non si è mai definitivamente spento. Il rogo continua a covare sotto le ceneri della spazzatura e molto probabilmente pregiudicherà, per via dei tempi di intervento, la possibilità di utilizzare 32 milioni di euro di fondi del Pnrr per la messa in sicurezza.

Non solo Mazzarrà: Motta Sant’Anastasia

Il caso Mazzarrà non è il solo. A Motta Sant’Anastasia, la Oikos, forte dei pronunciamenti al momento a proprio favore da parte dei tribunali, continua a ricevere rifiuti e nelle scorse settimane ha fatto presente alla Regione di avere diritto a occupare altri 90 mila metri cubi rispetto a quanto finora si sarebbe pensato. Anche in questo caso la richiesta poggia su una sentenza, pubblicata dal Consiglio di Stato per dirimere una querelle apertasi nel Bresciano ma i cui esiti l’impresa dei Proto chiede siano applicati anche in Sicilia.

Il nodo Sicula Trasporti tra Catania e Siracusa

Più a Sud, al confine tra la provincia di Catania e Siracusa, c’è poi il nodo Sicula Trasporti, la società che nel 2020 è stata sequestrata ai fratelli Leonardi – nel frattempo condannati, non in via definitiva, per una serie di gravi reati – e che nel territorio di Lentini è proprietaria di alcuni impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Se l’ultima discarica – in contrada Coda di Volpe – è chiusa da qualche anno, a inizio anni Duemila la Sicula operò in due siti aperti per gestire una delle tante emergenze che hanno segnato l’isola. Entrambe localizzate in zona Grotte San Giorgio, furono attive fino alla prima metà degli anni Duemila. Da allora, però, continuano a costituire un problema, soprattutto per ciò che riguarda il percolato prodotto dai rifiuti.

Costi ambientali e finanziari sui Comuni

La criticità è ambientale, ma anche finanziaria e si riverbera sulle casse dei Comuni. L’ultimo esempio è rappresentato dalla determina con cui ad Acireale sono stati impegnati 50mila euro per contribuire ai costi scaturiti dall’invio dei rifiuti ormai oltre vent’anni fa. “Le discariche emergenziali di Grotte San Giorgio vennero chiuse per esaurimento nel novembre 2002 e nel luglio 2004. La Sicula Trasporti sollecitò più volte le autorità competenti a intervenire per la bonifica del sito, ottenendo l’invito a garantire la messa in sicurezza dei siti e lo smaltimento del percolato”, si legge nel provvedimento firmato dal dirigente Nino Borzì, arrivato ad Acireale dopo gli anni da sindaco di Nicolosi.

La presa in carico delle discariche da parte dell’impresa dei fratelli Leonardi, che a propria volta affidò il servizio di gestione del percolato ad altra ditta, avvenne a patto che le spese sarebbero state rimborsate dal pubblico.

“In data 23 dicembre 2004, la prefettura e il Comune di Catania, in conferenza di servizi, conferirono alla Sicula Trasporti la gestione post operativa delle discariche, prevedendo, espressamente che la stessa avrebbe potuto procedere alla esazione delle somme dovute dai Comuni già utilizzatori dell’impianto, pro-quota, in relazione ai quantitativi di rifiuti da ciascuno di essi depositati”, viene ricordato nella determina.

Discariche “post-mortem” che non finiscono mai

Da ciò, dunque, la necessità di stanziare le somme per rimborsare la società. A confermarlo è anche il piano finanziario di gestione delle discariche esaurite approvato dalla prefettura, dall’ex Provincia e da Palazzo degli Elefanti. Nel documento, infatti, si ribadisce il “diritto della Sicula Trasporti a recuperare le somme necessarie presso tutti i soggetti che hanno utilizzato, negli anni, le discariche”. Tra questi c’è anche il Comune di Acireale. “Annualmente vincolato – si legge nella determina – al pagamento in favore della Sicula Trasporti”.

A riprova di come, per quanto si parli di fase post-mortem, le discariche siano lunghe sia a morire che a farsi dimenticare.