Soccorsi, a seguito di operazioni Sar (Search and Rescue) quasi cinquemila migranti (per la precisione 4775) e 3416 tra diportisti, pescatori, equipaggi marittimi, bagnanti e subacquei.
Sono alcuni dei dati relativi all’attività svolta nel 2020 dalla Guardia Costiera che ha stilato un bilancio dell’anno ormai concluso.
Sono state inoltre eseguite 1227 ispezioni Psc (Port State Control) su navi straniere approdate nei porti italiani, delle quali 64 sottoposte a fermo amministrativo per gravi irregolarità concernenti la sicurezza della navigazione.
Rimosse sette tonnellate di reti abbandonate sui fondali marini, con un impatto inquinante paragonabile a un quarto di milione di bottiglie di plastica. E per l’attività di controllo pesca, oltre sette milioni di euro di sanzioni, per 340 tonnellate di prodotto irregolare, un terzo del quale di provenienza estera. Sono stati inoltre sequestrati oltre centoventi chilometri di reti irregolari.
Di rilievo anche il lavoro amministrativo espletato dal Corpo in questo 2020.
Tra certificati, autorizzazioni, pareri, nulla osta, licenze e quant’altro, sono stati erogati per l’utenza più di duecentosettantamila atti amministrativi.
Oltre ottomila le patenti nautiche rilasciate a fronte di 2.270 sessioni di esame.
A tutto ciò si affiancano la campagna ambientale “Alla natura non serve” – nata dalla collaborazione tra il Comando Generale della Guardia Costiera e il Ministero dell’Ambiente per sensibilizzare l’opinione pubblica a favore del corretto smaltimento di guanti e mascherine, affinché non vadano dispersi nell’ambiente marino e costiero -, la campagna “dal lockdown alla ripartenza” e la 4^ campagna di monitoraggio ambientale nelle aree marine protette realizzata grazie all’intervento congiunto della componente aeronavale del Corpo, dei nuclei sub e dei laboratori ambientali mobili.
“Le capacità professionali degli uomini e delle donne della Guardia Costiera – ha dichiarato il Comandante Generale del Corpo, Ammiraglio Ispettore Capo Giovanni Pettorino -, la loro capacità ad adattarsi ai cambiamenti, quella di offrire all’utenza del mare e dei porti soluzioni flessibili e innovative, costituiranno le leve, su cui le Capitanerie di porto – Guardia Costiera continueranno a costruire la prossima ‘ripartenza’”.
La Guardia costiera è stata in prima linea, nel 2020, anche nella lotta al coronavirus. Un anno “difficile perché la pandemia ha stravolto le abitudini del vivere comune, del modo di lavorare, dei rapporti sociali” e in tale contesto la Guardia Costiera si è adoperata “nel fornire una risposta concreta e immediata collaborando attivamente con la Protezione Civile”.
Molteplici gli interventi operativi sul territorio nazionale per assicurare il trasporto urgente di dispositivi di protezione individuale.
I militari del Corpo, inoltre, sono stati anche inseriti in appositi dispositivi di Pubblica sicurezza, per contribuire con le Forze di polizia alla verifica contestuale del rispetto delle disposizioni volte a contenere e contrastare la diffusione del virus.

