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Fischi, sedie vuote e Gaza, il discorso di Netanyahu all’Onu: “Dobbiamo finire con Hamas”

Fischi, sedie vuote e Gaza, il discorso di Netanyahu all’Onu: “Dobbiamo finire con Hamas”
Netanyahu discorso assemblea Onu – adnkronos

Al centro del dibattito la strage di Gaza, il futuro degli ostaggi e le fragilissime prospettive di pace. Sul riconoscimento della Palestina: “Il mio no è quello del 90% degli israeliani”.

Sedie vuote per protesta, fischi e pochi applausi: attimi di tensione hanno preceduto il discorso del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu all’Assemblea generale dell’Onu. L’argomento centrale è facile da intuire: la strage di Gaza, il discusso quanto controverso piano di invasione della Striscia e le (poche e fragili) prospettive di pace.

All’interno del Palazzo di Vetro, accanto agli applausi, si sono alzati i fischi e molte delegazioni – di Paesi musulmani, ma anche di Stati europei – hanno deciso di lasciare l’aula in segno di protesta. Un gesto che in qualche modo dà seguito alle manifestazioni pro-Palestina avviate in diverse aree del mondo – Italia compresa, con lo sciopero generale dello scorso lunedì – dall’inizio dell’operazione di invasione.

A udire il discorso del premier israeliano non ci sono solo le delegazioni dei Paesi membri delle Nazioni Unite. Netanyahu, infatti, avrebbe dato istruzioni alle Idf di installare altoparlanti in tutta la Striscia di Gazamartoriata dalla fame e dalla guerra – in modo che gli abitanti dell’enclave palestinese possano udire “la verità di Israele” e “nella speranza che i nostri cari ostaggi ascoltino il mio messaggio”. Agli ostaggi del 7 ottobre dice: “Non vi abbiamo dimenticati e non ci fermeremo finché non vi riporteremo tutti a casa”. Il padre dell’ostaggio Bar Kuperstein, Tal, sarebbe stato allontanato dalla galleria dove stava seguendo l’intervento del premier israeliano per aver interrotto il discorso due volte.

Il discorso di Netanyahu all’Onu

Non ci sono molte prospettive di pace nel piano di Netanyahu. “Non abbiamo ancora finito. Gli ultimi resti di Hamas sono trincerati a Gaza City. Vogliono ripetere le atrocità del 7 ottobre ancora e ancora. Ecco perché Israele deve finire il lavoro il più rapidamente possibile”, ha detto il premier israeliano. Per Netanyahu solo la vittoria su Hamasrenderà possibile la pace con le nazioni di tutto il mondo arabo e musulmano” e “una marcata espansione degli storici Accordi di Abramo”.

Netanyahu ha poi illustrato la mappa aggiornata della “Maledizione“, i nemici d’Israele in Medio Oriente dagli Houthi in Yemen ad Assad in Siria e avrebbe mostrato un video con le atrocità dell’attacco del 7 ottobre di Hamas, atto scatenante della nuova fase del conflitto tra Israele e Palestina. Un filmato “proiettato in collaborazione tra l’ufficio del Primo Ministro e il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane”.

Netanyahu all’Onu, il caso Palestina

Sul riconoscimento dello Stato di Palestina, che molti Paesi chiedono a gran voce, Netanyahu ribadisce il “no” secco di Israele: “Oltre il 90% degli israeliani è contrario”, commenta, aggiungendo che gli Stati che hanno accettato la creazione di uno Stato palestinese hanno inviato “un messaggio chiaro, che uccidere gli ebrei paga”.

La premier italiana Giorgia Meloni aveva affrontato negli scorsi giorni l’argomento, ritenendo però che il riconoscimento della Palestina debba rimanere subordinato a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e l’esclusione di Hamas da ogni potere governativo.

Negate le accuse di genocidio

Nel discorso di Netanyahu all’Onu non manca il riferimento alle accuse di genocidio, che definisce senza mezzi termini falsi smentendo anche il report legale presentato proprio recentemente nell’ambito di un’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite.

“Ora vorrei porvi una domanda semplice, una domanda logica: un Paese che sta commettendo un genocidio, implorerebbe la popolazione civile che dovrebbe essere il suo obiettivo di mettersi al riparo?”, le sue parole, con riferimento agli appelli alla popolazione civile di abbandonare Gaza risalenti a poco prima dell’inizio della maxi operazione.

Il dialogo con Trump

Prima del discorso all’Onu sulla vicenda Gaza, Netanyahu ha anche dialogato con il presidente statunitense Donald Trump. Per il tycoon “siamo molto vicini a un accordo su Gaza e forse anche alla pace” e gli USA impediranno “a Israele di annettere la Cisgiordania“.

E nel suo discorso, il premier israeliano non ha negato la stima nei confronti del leader statunitense, ricordando anche il ruolo di Trump nel “rimuovere la minaccia iraniana“. A tal proposito, Netanyahu ha affermato anche che Trump “capisce meglio di qualsiasi altro leader che Israele e l’America si trovano ad affrontare una minaccia comune“.

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Foto Adnkronos