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Gaza, mentre Israele approva il “quadro del piano operativo” per la Striscia si pensa al dopoguerra

Gaza, mentre Israele approva il “quadro del piano operativo” per la Striscia si pensa al dopoguerra
Guerra tra Israele e Hamas a Gaza

Approvato il “concetto centrale del piano per le prossime fasi nella Striscia di Gaza”. Mondo con il fiato sospeso per il futuro della guerra.

Sul fronte Gaza, le notizie continuano a peggiorare di ora in ora. Il capo di Stato Maggiore dell’Idf Eyal Zamir ha annunciato di aver approvato “il quadro principale del piano operativo dell’Idf nella Striscia di Gaza“.

L’intento – annunciato negli scorsi giorni dal premier israeliano Benjamin Netanyahu – è quello di “prendere il controllo militare completo della Striscia di Gaza“, intraprendendo un’operazione via terra. Un’operazione contestata non solo da numerose figure di spicco della politica internazionale, dall’Onu e dalle associazioni umanitarie che lottano per lo stop alla guerra, ma anche dalle autorità militari interne (compreso lo stesso Zamir, che aveva espresso prima del via libera al piano più di qualche perplessità).

Guerra a Gaza, Israele approva quadro del piano operativo

“Sono state illustrate le azioni dell’Idf intraprese fino ad oggi, compreso l’attacco nella zona di Zeitoun iniziato ieri”, spiega la nota delle forze di difesa israeliane, precisando inoltre che “è stato presentato e approvato il concetto centrale del piano per le prossime fasi nella Striscia di Gaza, in conformità con le direttive del vertice politico” illustrate durante il recente Forum dello Stato Maggiore.

L’ok c’è, ma non è così pacifico come sembra e arriva al culmine di uno scontro tra vertici politici e militari che destabilizza Israele già da qualche giorno. Al centro del dibattito non solo i rischi dell’operazione militare, ma anche promozioni e nomine fondamentali per il progetto di occupazione.

Netanyahu: “I palestinesi potranno lasciare la Striscia”

Mentre nei palazzi del potere di Israele si continua a discutere, a Gaza si muore ancora. Gli ultimi dati del Ministero della Salute locale parla di almeno 89 palestinesi morti, di cui 31 richiedenti aiuti, e oltre 500 feriti negli attacchi. Per non parlare dell’emergenza fame, che sta portando allo stremo la popolazione e uccidendo innocenti (compresi i bambini): nonostante Netanyahu parli di “numeri gonfiati”, a testimoniare il dramma ci sono i numeri dei decessi e le immagini che fanno il giro del mondo ormai da settimane.

In merito al futuro dei palestinesi in vista dell’occupazione militare di Gaza, Netanyahu ha chiarito in un’intervista a i24News: “Non li stiamo spingendo fuori (…) Daremo loro l’opportunità di lasciare, prima di tutto, le zone di combattimento e, in generale, il territorio, se lo desiderano”.

Ancora sforzi per la pace

Sul futuro della Striscia di Gaza, le notizie non sono delle più rosee. Gli sforzi diplomatici, però, continuano anche se la guerra è tutt’altro che in fase di stop e se Netanyahu ha ribadito che ogni accordo parziale con Hamas in merito al rilascio degli ostaggi è ormai “alle nostre spalle”. Qualche spiraglio di luce rimane, dato che Israele non avrebbe escluso l’invio di negoziatori a Doha (Qatar) per individuare un accordo globale per Gaza, che includa il rilascio totale degli ostaggi, la fine del conflitto e la governance successiva della Striscia.

C’è un nome che spicca su tutti quando si parla del futuro di Gaza: Samir Halilah. L’imprenditore palestinese – scrive il sito di notizie israeliano Ynet – sarebbe un candidato governatore e, in un piano guidato dalla Lega Araba e che avrebbe il parere favorevole sia di Israele che di Hamas, dovrebbe avere un ruolo fondamentale nella fase postbellica.

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