Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si starebbe preparando alla “conquista totale di Gaza” con una rapida espansione delle operazioni militari nell’enclave palestinese al centro di una guerra e di una terribile crisi umanitaria.
Lo confermano i media israeliani, con Ynet che cita fonti dell’ufficio del premier e aggiunge che il piano avrebbe perfino il via libera del presidente statunitense Donald Trump.
Netanyahu verso la “conquista totale di Gaza”? Cosa succede
Secondo Netanyahu e Trump, Hamas non vorrebbe una tregua e la conquista della Striscia si configurerebbe di fatto come l’unica soluzione per il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani del gruppo di matrice islamista.
“Il dado è tratto: puntiamo alla piena conquista. E se il Capo di Stato Maggiore non è d’accordo, dovrebbe dimettersi”, le parole dello staff del premier riportate da Ynet. Il riferimento è al capo di Stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, che si sarebbe opposto alla proposta di occupazione di Gaza, forse – secondo quanto rivelato da una fonte alla CNN – per timore che gli ostaggi israeliani possano rimanere coinvolti nelle operazioni belliche e perché potrebbero essere necessari anni per eliminare del tutto le infrastrutture di Hamas dalla zona.
La tregua che non arriva
L’atmosfera in Israele è decisamente tesa e la comunità internazionale teme che la tanto attesa tregua – che Trump nelle scorse settimane auspicava potesse arrivare nel giro di pochi giorni – non ci sarà a breve. Lo scorso 21 luglio a chiedere a gran voce lo stop al conflitto – anche in considerazione dell’emergenza fame che sta devastando Gaza – erano stati i ministri degli Esteri di 25 Paesi, tra cui l’italiano Antonio Tajani, in una dichiarazione congiunta per porre fine alla guerra che va avanti dal 7 ottobre 2023.
Un appello contro un disastro geopolitico e umanitario che rimarrebbe inascoltato qualora il progetto di “conquista totale di Gaza” dovesse prendere forma.
Gaza allo stremo
Dei 50 ostaggi di Hamas ancora a Gaza, almeno 20 sarebbero vivi. Negli scorsi giorni, Hamas avrebbe reso note le immagini di alcuni di loro, visibilmente provati e indeboliti. Per Netanyahu una semplice “propaganda dell’orrore”, per i parenti delle vittime l’ennesima sconfitta.
E ci sono altre immagini, altrettanto terribili, che fanno il giro del mondo da diverse settimane: i bambini ridotti alla fame più nera, in mezzo alle bombe e privati degli aiuti umanitari; gli abitanti di Gaza che muoiono per ottenere cibo e viveri. Un’emergenza che per Netanyahu non c’è, ma che per la comunità internazionale è cruda realtà. Israele ha accettato che nei prossimi giorni un numero limitato di commercianti di Gaza porti aiuti nella Striscia, ma è difficile che questo basti a fare un passo avanti verso la cessazione delle ostilità e degli orrori.
La riunione dell’Onu
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu terrà una riunione d’urgenza per affrontare la situazione degli ostaggi israeliani a Gaza. Da una risoluzione dell’organismo su questa situazione potrebbero dipendere il futuro della Striscia e le sorti di una guerra che appare ancora lontana dalla fine.
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Foto Imagoeconomica, via IDF USA

