Guerra Russia-Ucraina, la svolta di Biden: darà i carri armati a Kiev - QdS

Guerra Russia-Ucraina, la svolta di Biden: darà i carri armati a Kiev

Guerra Russia-Ucraina, la svolta di Biden: darà i carri armati a Kiev

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sabato 02 Aprile 2022

Gli Stati Uniti hanno infatti promesso ulteriori 300 milioni di dollari in assistenza all'Ucraina in termini di aiuti medici e di armi

Probabilmente è arrivata la tanto attesa scolta di Joe Biden nel conflitto tra Russia e Ucraina. Gli Stati Uniti hanno infatti promesso ulteriori 300 milioni di dollari in assistenza all’Ucraina in termini di aiuti medici e di armi.

Lo ha annunciato il portavoce del dipartimento della Difesa americano, John Kirby, parlando di ”inizio di un processo che rafforzerà le capacità delle forze armate ucraine”. Tra le nuove forniture ci saranno sistemi di razzi a guida laser, droni, servizi per le immagini satellitari e forniture mediche. Ma anche mitragliatrici, veicoli corazzati e forniture per le comunicazioni sicure.

“Gli Stati Uniti continuano anche a lavorare con i loro alleati e partner per identificare e fornire agli ucraini capacità aggiuntive”, ha detto Kirby. “Gli Stati Uniti continueranno a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per supportare le forze armate ucraine di fronte all’aggressione russa”.

I carri armati

Gli Stati Uniti aiuteranno Paesi alleati a trasferire in Ucraina mezzi corazzati di fabbricazione sovietica per aiutare le forze ucraine a rispondere all’invasione russa. Lo rivela il New York Times che cita una fonte americana che spiega che il trasferimento avverrà presto, senza fornire una data precisa. E senza specificare quali sono i Paesi che forniranno i tank che sono stati richiesti dal presidente Volodymyr Zelensky.

La Turchia vuole aiutare

Intanto la Turchia offre il suo aiuto per l’evacuazione dei civili da Mariupol via mare. Il ministro della Difesa, Hulusi Akar, ha precisato la disponibilità di Ankara per portare via civili, feriti, turchi e cittadini di altri Paesi e ha reso noto che il ministero ha notificato all’ambasciata russa ad Ankara e all’attaché militare all’ambasciata turca a Mosca la “richiesta di sostenere l’evacuazione”.

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