Il presidente russo a colloquio con il collega francese, dialogo possibile solo se l'Ucraina esaudirà le richieste dei russi
Vladimir Putin ha detto al collega francese Emmanuel Macron di non essere contrario a un incontro nel formato AIEA-Russia-Ucraina, ma non a Chernobyl, e nel formato di videoconferenza o in un paese terzo. Lo rendono noto dal Cremlino. “In relazione alla preoccupazione espressa dal presidente francese Emmanuel Macron circa la sicurezza delle centrali nucleari sul territorio ucraino, Vladimir Putin lo ha informato in dettaglio della provocazione organizzata dai radicali ucraini nell’area della centrale nucleare di Zaporozhye con il coinvolgimento di un gruppo di sabotaggio”, afferma il Cremlino in un testo. Putin inoltre ha comunicato a Macron che Kiev “deve” esaudire le richieste russe per continuare il dialogo con la Russia.
“Ucraini non permettono evacuazione civili”
Nella telefonata con Emmanuel Macron, Vladimir Putin ha accusato Kiev di non permettere l’evacuazione della popolazione civile dalle città. Lo ha reso noto il Cremlino, specificando che “Putin ha richiamato l’attenzione sul fatto che Kiev non rispetta ancora gli accordi raggiunti su una questione umanitaria così grave”. “In particolare nonostante il cessate il fuoco annunciato il 5 marzo dalla parte russa per l’uscita di civili e cittadini stranieri da Mariupol e Volnovakha – prosegue la nota – i nazionalisti ucraini non hanno consentito l’evacuazione da queste città e la pausa delle ostilità è stata nuovamente utilizzata solo per rafforzare le forze e i mezzi nelle loro posizioni”.
Mariupol, fallita l’evacuazione
E’ fallito per il secondo giorno di fila il tentativo di evacuazione degli abitanti di Mariupol. La Croce rossa internazionale ha annunciato lo stop alle operazioni, iniziate alle 11 di oggi. Il cessate il fuoco doveva durare dalle 11 alle 20. “In mezzo a scene devastanti di sofferenza umana a Mariupol, un secondo tentativo di iniziare l’evacuazione di circa 200.000 persone dalla città di Mariupol è stato interrotto“, ha affermato il Comitato internazionale della Croce rossa in una nota.
“I tentativi falliti ieri e oggi sottolineano l’assenza di un accordo dettagliato e funzionante tra le parti in conflitto – ha aggiunto la Croce rossa – Oggi le nostre squadre hanno aperto la rotta di evacuazione da Mariupol prima che le ostilità riprendessero e sono pronte ad aiutare per ulteriori tentativi se le parti raggiungono un’intesa dettagliata, sta alle parti implemetarla e rispettarla”.
Leopoli, statua di Cristo in un bunker
La statua di Gesù Cristo è stata rimossa dalla Cattedrale armena di Leopoli e spostata in un bunker per proteggerle dalla devastazione della guerra. E’ quanto riporta il Kyiv Post che su Twitter pubblica la foto della statua che viene trasferita in un bunker, ricordando che un trasferimento del genere era stato fatto ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. In tutta l’Ucraina, si legge sul sito del Guardian, volontari stanno spostando opere, coprendo statue e rafforzando le finestre di monumenti ed edifici storici per paura che vengano danneggiati nei bombardamenti russi.
Manifestazioni in Russia, oltre 4 mila arresti
Sono 4.357 i partecipanti ad azioni contro la guerra in Ucraina, detenuti in 56 città russe. Lo riporta la Ong OVD-Info. Dall’inizio delle proteste contro la guerra con l’Ucraina, 13.158 persone sono state detenute in più di 100 città. Tredici di loro sono giornalisti. La polizia russa ha usato il pugno di ferro anche più del solito raccontano i testimoni oculari. In piazza del Maneggio a Mosca come a San Pietroburgo, tra manganellate e pistole stordenti.Ci sono molti casi di uso eccessivo della forza, segnala la Ong.
Si dimette il direttore del Bolshoi
Il direttore musicale e direttore principale del Teatro Bolshoi, Tugan Sokhiev, ha annunciato le sue dimissioni, dicendo di sentirsi sotto pressione a causa delle richieste di prendere posizione sul conflitto in Ucraina. Sokhiev proviene dalla stessa regione russa dell’Ossezia del Nord del direttore d’orchestra Valery Gergiev ed è considerato il suo protetto.
Il musicista russo ha dichiarato che si sarebbe dimesso “con effetto immediato” dal suo incarico al teatro di Mosca e dalla sua posizione equivalente presso l’Orchestre National du Capitole de Toulouse. Ha detto di aver deciso di dimettersi dopo “essere stato costretto ad affrontare l’opzione impossibile di scegliere tra i miei amati musicisti russi e amati francesi”. Sokhiev è stato nominato dal Bolshoi nel 2014. È stato coinvolto nell’ambito delle iniziative volte a migliorare l’immagine del teatro dopo scandali tra cui l’attacco con l’acido del 2013 al suo allora direttore artistico.
Sokhiev ha affermato in una lunga dichiarazione che “molte persone stavano aspettando che mi esprimessi per sentire da me la mia posizione su ciò che sta accadendo in questo momento”, riferendosi all’invasione russa in Ucraina. Per lo stesso motivo Gergiev è stato privato del suo ruolo alla Filarmonica di Monaco per non aver denunciato le azioni della Russia, oltre alle date saltate alla Scala di Milano e alla polemic in corso sul Festival (wagneriano) di Ravello dove era previsto tra luglio e agosto, per la terza estate di fila.