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Guerra in Ucraina, è caos: lo scontro Trump-Zelensky, la tregua, l’UE e lo spettro del riarmo

Guerra in Ucraina, è caos: lo scontro Trump-Zelensky, la tregua, l’UE e lo spettro del riarmo
Guerra in Ucraina, foto da Imagoeconomica

Armi, le fragili proposte di pace, scontri internazionali, mondo diviso: prospettive complesse sul fronte della guerra tra Russia e Ucraina.

Doveva essere una guerra lampo, invece squarcia il mondo intero da tre anni. Più di mille giorni di morti, scontri, distruzione. E – nel momento in cui si apre debolmente la prospettiva di una fragile tregua, sulla scia forse di quella ottenuta a Gaza – sul futuro della guerra tra Russia e Ucraina regna la confusione più totale. Tanti i punti caldi del dibattito: il recente scontro tra il presidente ucraino Zelensky e il rieletto statunitense Trump, lo spettro di un inedito incrocio USA-Russia e il ruolo di una UE pronta a un nuovo grande riarmo.

Dal vertice di Londra degli scorsi giorni è emersa un’Europa alla ricerca – nelle parole del presidente francese Emmanuel Macron – di una “pace forte e duratura in Ucraina” e che vede la “sicurezza collettiva” (preferibilmente nell’ambito della storica alleanza atlantica) come una priorità. Tuttavia, è emersa anche un’Europa in difficoltà e intenta – per interessi di svariata natura, che vanno anche oltre il semplice sfondo della guerra in Ucraina – a evitare le divisioni con gli Stati Uniti del neo(ri)eletto Trump.

Lo scontro tra Trump e Zelensky

Cercando notizie sulla guerra in Ucraina, negli ultimi giorni un avvenimento domina su tutti: il clamoroso scontro alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky. L’incontro sull’accordo relativo ai minerali si è trasformato in un vero e proprio “match” verbale. “Giochi con la terza guerra mondiale“, avrebbe commentato il presidente statunitense, facendo proseguire il discorso con commenti poco lusinghieri sul presidente ucraino e sulla dipendenza dell’Ucraina dalle armi precedentemente fornite dagli USA.

Le conseguenze dello scontro tra Trump e Zelensky sono ancora poco visibili. Due cose sono certe però: il rapporto tra USA e Ucraina in guerra si fa sempre più fragile e l’Europa, pur ribadendo in linea di massima il sostegno a Zelensky, non sembra pronta a rinunciare al ruolo statunitense nella fine del conflitto. Perché in fondo, l’UE sa che le decisioni importanti a livello globale dipendono e non poco dagli USA.

Guerra in Ucraina, la prospettiva di una tregua ancora poco chiara

Passando al secondo grande evento degli ultimi giorni sul fronte bellico in Europa, Francia e Gran Bretagna hanno proposto in seguito una tregua di un mese in Ucraina “nell’aria, nei mari e nelle infrastrutture energetiche”. Per il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, si tratterebbe di uno strumento per testare la “buona fede” del presidente russo Vladimir Putin in vista di negoziati per una pace più duratura. Il ministro delle forze armate britannico, Luke Pollard, ha però specificato che su questa tregua parziale – fondamentale per il futuro della guerra in Ucraina – e su come debba essere articolata non c’è ancora nessun accordo. C’è l’idea, ma – al momento – non la sostanza.

In questo scenario, “l’elefante nella stanza” è la Russia. Per il presidente Trump – è chiaro – di tregua, fine della guerra e pace in Ucraina non si può parlare senza la potenza guidata da Putin. E anche le potenze europee sembrano tentare questa strada per ricostruire l’asse USA-UE per portare la pace in Ucraina. Il premier britannico Keir Starmer starebbe già lavorando con la Francia al piano per la tregua da sottoporre a Trump.

Armi, il centro di tutto

Si parla di pace, ma si parla anche di guerra e di sicurezza. Tema, quest’ultimo, tornato al centro del dibattito europeo negli ultimi tre anni. Per la prima volta dopo decenni, il rischio di una guerra nel cuore dell’Europa si è concretizzato giorno dopo giorno e tra le conseguenze c’è una – relativamente – inedita corsa al riarmo.

Le recenti parole di Ursula Von der Leyen al summit di Londra sono lo specchio dei timori dell’Ue: “È urgente riarmare l’Europa”, ha affermato la presidente della Commissione europea, aggiungendo che “È per la sicurezza dell’Unione Europea e dobbiamo, nell’ambiente geostrategico in cui viviamo, prepararci al peggio e quindi rafforzare le difese”.

Guerra in Ucraina, dalla tregua alla corsa per il riarmo

Il fronte della guerra in Ucraina è più caldo che mai. Due i momenti che segneranno la svolta nei prossimi giorni: l’annunciato piano per il riarmo europeo – che dovrebbe essere presentato il prossimo 6 marzo – e il possibile stop di Trump alle armi all’Ucraina. Nelle prossime ore il presidente statunitense, infatti, dovrebbe incontrare degli alti funzionari USA – come il segretario di Stato Marco Rubio e quello alla Difesa Pete Hegseth – per valutare l’adozione di nuove misure relative alla guerra in Ucraina, che potrebbero includere la sospensione o l’annullamento degli aiuti militari (comprese le ultime autorizzate dall’amministrazione Biden).

Sullo sfondo, una Russia che avverte il mondo occidentale: “Vediamo che l’Occidente collettivo ha iniziato a diventare meno collettivo. È iniziata una frammentazione dell’Occidente collettivo e le posizioni dei diversi Paesi e gruppi di Paesi stanno diventando più sfumate”, sono le parole del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. E si continua con l’attacco a Zelensky – che nello scontro con Trump avrebbe dimostrato una totale “mancanza di diplomazia – e all’Europa che viene definita come il vero “partito di guerra” contro un inedito asse USA-Russia volto invece a ricercare una difficile soluzione.

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