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Guerra in Ucraina: Zelensky, pronto a vedere Putin nonostante le atrocità russe

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Guerra in Ucraina: Zelensky, pronto a vedere Putin nonostante le atrocità russe

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sabato 30 Aprile 2022

Giorno 66, la Russia avanza a est, stallo ad Azovstal. Bombardate 2 scuole e 20 palazzi nel Lugansk.

Nel 66esimo giorno di guerra in Ucraina, la Russia aumenta la sua pressione ad est, nella regione di Kharkiv, rallentando l’avanzata nel Donbass, mentre continua la resistenza ucraina nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove è in corso un tentativo di evacuazione dei civili, tra cui 600 feriti.

Sul fronte diplomatico, intanto, il presidente ucraino Volodymir Zelensky si dice ancora disposto al dialogo con Mosca “nonostante le atrocità” compiute dai russi.

Possibile riapertura negoziati Russia-Ucraina

Zelensky affermato di voler incontrare il presidente Putin perché “un solo uomo decide tutto” in Russia. Secondo il leader ucraino, il rischio che i negoziati con Mosca falliscano è alto, perché “dopo Bucha e Mariupol, le persone vogliono solo ucciderli. E quando c’è un tale atteggiamento, è difficile parlare di qualsiasi cosa”. Allo stesso tempo, ha aggiunto, “se c’è una sola possibilità, dovremmo parlare”.

La resistenza ucraina nell’acciaieria dell’Azovstal

Nei bunker e nei tunnel dell’Azovstal oramai si è persa la cognizione del tempo. Sui volti delle centinaia di civili intrappolati sotto l’acciaieria il pallore dei 65 giorni passati sotto assedio e senza mai vedere la luce del sole, e l’angoscia per quella che si sta trasformando in una lenta e lunga agonia. Come lunga, lunghissima è l’attesa delle ultime ore in cui da Kiev sono arrivati segnali che fanno sperare in una svolta, nella fine dell’incubo.

Ad alimentare questa speranza lo staff del presidente Volodymyr Zelensky che, il giorno dopo la visita nella capitale del segretario generale dell’Onu Antonio Gueterres, ha parlato di un’imminente operazione per evacuare anziani, donne, bambini, famiglie oramai allo stremo, con le scorte di cibo e di acqua quasi agli sgoccioli.

Mariupol, “l’Aleppo d’Europa”

 A spegnere gli entusiasmi, però, anche la notizia che i soldati russi avrebbero nuovamente chiuso un’area di Mariupol a nord dell’acciaieria, mossa che lascerebbe presagire un nuovo massiccio attacco. Questo almeno è il timore di Petro Andrushchenko, consigliere del sindaco della città martire di questa guerra, completamente rasa al suolo e che l’Alto commissario per gli affari esteri Josep Borrell ha definito una nuova Aleppo, “l’Aleppo d’Europa”.

“I rischi di chiudere completamente qualsiasi dialogo con i russi sono altissimi”: la affermato – secondo quanti riporta la Ukrainska Pravda – il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso di una conversazione con i media polacchi. Secondo Zelensky, il processo di negoziazione con i rappresentanti di Mosca è “molto lento”.

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