Riti e usanze, la famosa tradizione del "dolcetto o scherzetto" è ormai un appuntamento fisso anche in Italia. Ecco come nasce la festività, religiosa e commerciale
Tra feste con streghe e mostri, dolcetti, scherzetti e zucche di ogni formato da intagliare per essere illuminate da una candela arancione, è tornata Halloween: la notte più ‘dark’ dell’anno. Del resto, ormai, non solo in Italia ci si è lasciati ‘stregare’ sempre di più dalla voglia di festeggiare il passaggio tra la fine ottobre e il primo giorno di novembre con party… da paura.
Celebrazione tipica della cristianità occidentale
Halloween o notte di Tutti i Santi, è una celebrazione tipica della cristianità occidentale osservata in molti paesi il 31 ottobre, il giorno prima di Ognissanti. Con Halloween inizia l’osservanza di Allhallowtide, il tempo dell’anno liturgico dedicato alla memoria dei morti, compresi i santi, martiri, e tutti i defunti. La celebrazione è registrata per la prima volta nell’Alto Medioevo in Paesi nordici storicamente cattolici come l’Irlanda e l’Inghilterra, e con il tempo i riti e le usanze a essa associati si sono evoluti, ed è considerata una delle celebrazioni più solenni della Chiesa.
Dolcetto o scherzetto?
Le attività di Halloween includono dolcetto o scherzetto, partecipare a feste in costume, intagliare zucche, accendere falò, fare giochi di divinazione e scherzi, visitare attrazioni infestate, raccontare storie spaventose e guardare pellicole dell’orrore o a tema. Delle usanze tradizionali analoghe a quelle nordiche sono state riscontrate in altri Paesi a maggioranza cattolica, come la Spagna, la Polonia e l’Ungheria, nonché in Italia, dove sono state individuate diverse tradizioni simili al moderno Halloween, compresi il vagabondaggio e la richiesta di cibo fra le case.
Le origini della festa
Le origini della festività sono legate a quella di Ognissanti e vengono con questa fatte risalire alla festa dei martiri, festeggiata nella Chiesa primitiva nella domenica dopo la Pentecoste o il 13 maggio, data della festività romana dei Lemuralia. Secondo diverse fonti la festa dei martiri venne trasferita da papa Gregorio III il primo novembre, quando il pontefice avrebbe consacrato un oratorio in San Pietro in Vaticano dedicato a tutti i martiri e confessori. Altre fonti collegano la data autunnale all’istituzione di Ognissanti da parte di Gregorio IV e a Ludovico il Pio. Nell’Ottocento degli studiosi hanno ipotizzato che la celebrazione possa essersi originata o essere stata influenzata da Samhain, una festività celtica corrispondente alla fine della stagione estiva e tenuta fra il 31 ottobre e il 1º novembre.
Come nasce la festività?
Ma come nasce la festività? Al di là della tradizione cristiana che ricorda i santi e i defunti (l’1 novembre si celebra la festa di Ognissanti mentre il 2 è la commemorazione di tutti i defunti) e nonostante la prima immagine che viene in mente pensando ad Halloween sia quella degli Stati Uniti, la notte in questione ha origini celtiche. ‘All Hallows Eve’ (ovvero, la vigilia di tutti i Santi) diventa Halloween, acquistando la forma della variante scozzese della parola. Ed è nella tradizione celtica che si finisce per cercare quella che sembrerebbe l’origine di una festa che è nata per celebrare l’inizio dell’anno, appunto, il 1° di novembre (invece del nostro classico 1° gennaio). Finita la stagione estiva, infatti, ci si preparava all’arrivo dell’inverno con il suo buio e il suo freddo. E per farlo, si festeggiava il cosiddetto Samhain – che deriverebbe dalla parola gaelica ‘samhuinn’ (summer’s end, fine estate) – in una notte nella quale si raccontava che le anime dei morti tornavano sulla terra assieme a streghe, demoni e fantasmi.
Il lato commerciale della festa
Quando queste tradizioni sono arrivate negli Stati Uniti, la festa ha poi scoperto il lato commerciale che tutti ormai conoscono. Tra cui il famoso ritornello del ‘dolcetto o scherzetto’ che fa la gioia di bimbi e bimbe che, mascherati da scheletri, diavoli o streghe, bussano alle porte dei vicini chiedendo ‘Trick-or-Treat’. Non solo un giorno dedicato a mostri e dolci, Halloween. Ma anche alla solidarietà. L’Unicef organizza infatti da oltre 65 anni proprio la raccolta ‘Trick-or-Treat’ per aiutare i bambini. Una pratica iniziata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale con milioni di bimbi che continuano a partecipare all’evento annuale ‘Kids Helping Kids’ che, a partire dal 1950, ha raccolto più di 175 milioni di dollari.
I riti e le usanze in Italia
La ricorrenza di Halloween è festeggiata tradizionalmente anche in area mediterranea cattolica, come la Sicilia e la Sardegna, dove sono ricorrenti delle pietanze conosciute come “dolci dei morti”. Fino al XV secolo in alcune zone d’Italia era tradizione per le famiglie lasciare un pasto fuori per gli spiriti degli antenati prima di partire per le funzioni religiose. Le chiese italiane inoltre presentavano delle rievocazioni teatrali di scene della vita dei santi a Ognissanti, e i protagonisti erano rappresentati da realistiche riproduzioni di cera. All’Arcispedale di Santo Spirito in Saxia di Roma veniva preparata una scena in cui i corpi di individui morti recentemente venivano disposti intorno alla statua di cera di un angelo che indicava il cielo. I parroci inoltre andavano di casa in casa chiedendo piccoli doni di cibo che condividevano fra di loro durante la notte. A Napoli il giorno dei Morti venivano aperti gli ossari con gli scheletri dei defunti, che venivano decorati con fiori, mentre a Salerno era costumanza preparare cibo per i defunti della propria famiglia, le cui anime si credeva tornassero alle loro antiche dimore il primo novembre. In Italia sono pietanze tipiche anche le “fave dolci” o “fave dei morti” in Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche e Umbria; le “ossa di morto” in Piemonte, la pupaccena e la martorana in Sicilia e ‘o morticiello napoletano, un torrone glassato con cioccolato.