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I diritti umani al centro, a Ragusa arriva l’Osservatorio Internazionale Haqi

I diritti umani al centro, a Ragusa arriva l’Osservatorio Internazionale Haqi
A Ragusa l’Osservatorio per i diritti umani haqi

A dirigere il nuovo organismo è la dottoressa Valentina Spata, geopolitologa di origine ragusana, esperta in diritti umani e politiche internazionali.

In un momento storico segnato da crescenti tensioni geopolitiche e continue violazioni del diritto internazionale, Ragusa diventa protagonista nell’area mediterranea grazie ad Haqi, l’Osservatorio Internazionale per i Diritti Umani. Venerdì sera la presentazione ufficiale nel capoluogo ibleo. A prenderne parte anime della politica e dell’associazionismo locale.

Haqi, l’Osservatorio Internazionale per i diritti umani a Ragusa

Con un nome che richiama l’idea stessa di giustizia e diritto, l’Osservatorio si propone di diventare un punto di riferimento per il monitoraggio, la promozione e la tutela dei diritti fondamentali, dentro e fuori i confini italiani. La sua sede legale candida Ragusa a nuovo centro nevralgico nel panorama della cooperazione e dell’attivismo internazionale.

L’idea dell’Osservatorio era stata lanciata alla Camera dei Deputati lo scorso 18 giugno. A dirigere il nuovo organismo sarà la dott.ssa Valentina Spata, geopolitologa di origine ragusana, esperta in diritti umani e politiche internazionali, membro dell’Osservatorio Internazionale del Mediterraneo e del Terrorismo – Mediterranean Insecurity, con anni di missioni in Africa e un’intensa attività di ricerca sul campo.

“La presentazione ufficiale dell’Osservatorio segna l’inizio di un impegno collettivo che nasce da un’urgenza etica e civile: difendere i diritti umani laddove vengono violati, dare voce a chi è dimenticato, trasformare l’osservazione in azione concreta”, ha spiegato durante la conferenza di presentazione.

“Una visione”

“L’Osservatorio Haqi non è solo un progetto: è una visione, un luogo di incontro tra saperi, esperienze e lotte. Siamo qui per costruire una rete viva e indipendente, capace di vigilare, denunciare e proporre. Perché crediamo che la dignità non sia un privilegio, ma un diritto universale – ha aggiunto Spata – E che il silenzio, di fronte all’ingiustizia, non sia più un’opzione”.

Al suo fianco, un Comitato Scientifico ricco di personalità autorevoli, provenienti da realtà multidisciplinari. Il gruppo dirigente sarà del tutto al femminile. Le vicepresidenti saranno due: Federica Lembo, esperta in cooperazione internazionale e diritti umani, già operativa con Humana in India, dove ha lavorato in progetti di empowerment per comunità marginalizzate, e Nedline Ben Ahmed, di Santa Croce Camerina, giurista specializzata in diritto dell’immigrazione e inclusione sociale.

Accanto a loro, anche Fethia Bouhajeb, presidente dell’associazione “Uniti senza Frontiere”, che avrà un ruolo chiave come referente per la Tunisia. “Raccontare le storie del territorio è fondamentale. Lo è ancor di più raccontare le storie di chi arriva da lontano come Malek, scappata dalle bombe di Gaza e oggi ospite dell’ospedale Cannizzaro di Catania”, ha sottolineato nel suo intervento Bouhajeb. Per la Sicilia, il riferimento sarà Caterina Altamore, insegnante e attivista, membro dell’assemblea nazionale della Cgil e del Coordinamento donne.

Gli obiettivi

Presenti all’incontro anche gli assessori del Comune di Ragusa, Elvira Adamo (Politiche per l’inclusione), che ha confermato come “Haqi non sarà lasciata sola dalle istituzioni locali” e Mario D’Asta (Ambiente), quest’ultimo con un passato da medico all’interno dell’Hotspot di Pozzallo.

“La nascita dell’Osservatorio rappresenta un momento importante non solo per il nostro territorio, ma per tutta la comunità internazionale. Come amministrazione, siamo orgogliosi di sostenere un progetto che mette al centro i diritti umani, perché crediamo che il rispetto delle libertà sia il fondamento di ogni convivenza civile”, ha aggiunto l’assessore.

Le sedi Haqi già attive o in fase di apertura sono numerose: in Italia, toccheranno Campania, Calabria, Puglia e Abruzzo; all’estero, l’organizzazione sarà presente a Gaza, in Yemen, Siria, Niger, Guinea Bissau, Guinea Conakry, Costa d’Avorio, Mali, Nigeria, Tunisia, Egitto, Marocco, Serbia, Macedonia, Bosnia. E da settembre, anche altri Paesi europei entreranno nella rete.

Obiettivo: presidiare i luoghi nei quali i diritti umani non sono garantiti, dove la guerra, la povertà, le migrazioni forzate e la repressione causano nuovi drammi quotidiani. Valentina Spata e il suo team non nascondono l’ambizione: costruire un osservatorio capace di incidere, di denunciare, ma anche di proporre soluzioni. Non sarà solo una vetrina di buone intenzioni, ma un luogo dove si incrociano dati, testimonianze, proposte legislative, campagne pubbliche e interventi concreti.

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