“Fermo restando la piena fiducia negli organismi deputati all’iter di assegnazione, fermo restando il diritto di ognuno a non essere condannato a prescindere per un cognome, credo che un caso come questo meriti un approfondimento”. Così il vice presidente della commissione parlamentare antimafia, Mauro D’Attis, in riferimento alla vicenda di Giorgio Cristiano, il nipote dell’ex boss Giovanni Brusca, assegnatario di un albergo a Palermo, sequestrato alla mafia nel 2020.
L’assegnazione nel 2021
Ad assegnarlo alla sua società, la Cribea srl, sarebbe stato, nel 2021 il tribunale di Palermo col parere favorevole della Procura del capoluogo, della Questura e dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati.
“Approfondiremo il tutto”
“Merita un approfondimento, se non altro per la vicinanza ad un nome così importante nella storia della mafia – spiega D’Attis -. Basterà già chiedere informazioni sul procedimento, grazie alle quali si potrà valutare se occuparcene, con documenti alla mano. In questi casi ogni elemento va segnalato e non va mai sottovalutato a prescindere”.
La scarcerazione di Brusca
A fare molto scalpore, il 5 giugno scorso, era stata proprio la scarcerazione di Giovanni Brusca, il “boia” di Capaci, il capomafia che azionò il telecomando che innescò l’esplosione il 23 maggio del 1992 in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. A fine maggio, infatti, terminarono i 4 anni di libertà vigilata impostigli dalla magistratura di sorveglianza, ultimo debito con la giustizia del sanguinario boss di San Giuseppe Jato, macchiatosi di decine di omicidi, che, dopo l’arresto e dopo un primo falso pentimento, decise di collaborare con la giustizia.
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