Hotel Covid a Grammichele, "Non siamo contrari ma ci serve aiuto" - QdS

Hotel Covid a Grammichele, “Non siamo contrari ma ci serve aiuto”

Paola Giordano

Hotel Covid a Grammichele, “Non siamo contrari ma ci serve aiuto”

sabato 24 Ottobre 2020

Il sindaco della cittadina del Catanese, Purpora, risponde al commissario dell’Asp, Liberti chiedendo una maggiore interlocuzione. "Ancora non abbiamo alcuna notizia ufficiale riguardo al destino dell’Rsa”

GRAMMICHELE – Il primo cittadino Giuseppe Purpora non ci sta a passare per una persona che si lamenta se si “tocca” la propria città: “Ho letto sul vostro quotidiano la risposta del commissario Liberti – ci riferisce – e ne sono rimasto assai rammaricato. Nella mia nota ufficiale, data 14 ottobre, indirizzata all’assessore Razza, al direttore Lanza e allo stesso Liberti ho manifestato la mia disponibilità a collaborare ma al contempo ho chiesto maggiore coinvolgimento delle autorità locali. Nessuno di lor signori, però, ha mai dato riscontro”.

Interpellato dal QdS qualche giorno fa, il commissario ad acta per l’emergenza Covid dell’Asp di Catania, Giuseppe Liberti, aveva dichiarato: “In Italia e in Sicilia siamo fatti così: inceneritore sì purché non a casa mia, aiutare i pazienti positivi sì purché non nella mia città. I sindaci, il personale sanitario, i cittadini si lamentano se si ‘tocca’ la propria città”.

“Non c’è mai stata – replica al QdS Purpora – una volontà tesa a rifiutare la allocazione dei pazienti Covid nella struttura di Grammichele ma una richiesta di maggiore interlocuzione con le amministrazioni locali, peraltro responsabili sanitari, che non hanno ancora, e ribadisco ancora, ricevuto alcuna notizia ufficiale del destino dell’Rsa”.

“Ci battono le pacche sulle spalle – denuncia il primo cittadino grammichelese – chiedendo collaborazioni unilaterali senza mai interloquire con i territori. Credo che la nota inviata – conclude – sia molto equilibrata e che la risposta del commissario sia stata inelegante così come ho avuto modo di dire ieri (giovedì 22 ottobre, ndr) in Consiglio comunale. Sarebbe bastata anche una telefonata e invece, nonostante abbia personalmente chiesto chiarimenti telefonici al commissario, mi sono ridotto a interloquire con una sua collaboratrice. Non ho ancora ricevuto risposta da nessuno dei destinatari e ho dovuto, anche su sollecitazione del Consiglio comunale, inviare una nota stamani (venerdì 23 ottobre, ndr) all’indirizzo del responsabile dell’Rsa”.

Nella nota del 14 ottobre il sindaco scrive di aver ricevuto notizie informali circa la trasformazione della residenza sanitaria assistenziale della sua città in alloggio Covid ponendo l’attenzione sul mancato coinvolgimento dei rappresentanti istituzionali: “Gli operatori del territorio – scrive nella nota – vanno interpellati, ascoltati preventivamente e il loro parere va preso nella dovuta considerazione quando si prendono decisioni che hanno ripercussioni sulla salute dei cittadini”.

E chiede che siano sciolti alcuni nodi: come si è giunti a individuare l’Rsa di Grammichele, quali altre soluzioni siano state valutate ma anche se la struttura sia idonea, se il personale sanitario e ausiliario che attualmente opera all’interno dell’Rsa sia stato adeguatamente formato e dotato dei dispositivi individuali di protezione per gestire un alloggio Covid e se l’organico attualmente in servizio è numericamente sufficiente a gestire la nuova situazione. Tutte richieste che attendono ancora una risposta.

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