I bambini ci guardano - QdS

I bambini ci guardano

I bambini ci guardano

martedì 23 Aprile 2019

Film del 1943 di Vittorio De Sica: grande successo del neorealismo cinematografico. Storia di un bambino che assiste alla dissoluzione della propria famiglia: pieno di tristezza e melanconia. Non lo avrebbe di certo fatto oggi, tempo in cui una “bambina”- poi mica tanto: 16 anni- alla riunione dei leader mondiali a Katowice in Polonia per trattare il problema dei cambiamenti climatici può dir loro “voi continuate a coltivare le vostre idee che hanno portato a questo casino” aggiungendo “non siete abbastanza maturi e lasciate questo fardello (del clima,ndr) a noi bambini” e poi promuovere uno sciopero dei bambini cui hanno aderito 120 nazioni con milioni (in Italia uno) di ragazzi -bambini e non – a manifestare perché ci si occupi del clima.

Tempora mutant et nos mutamus in illis, viene da dire a guardare cosa una ragazza nata nel 2003 in Svezia a Stoccolma diagnosticata affetta da sindrome ossessiva compulsiva, in stato di autismo fino all’età di 14 anni, riesca a combinare spacchettando le carte su un problema scientifico al punto da portare il parlamento Norvegese a proporla per il premio Nobel. V’è da esserne felici per la storia che ha già visto nel passato la pulzella d’Orleas – Giovanna d’Arco alla testa dei suoi finire sul rogo e passare alla storia o un’altra – tempo di Pasqua, giusto pensarci – ricevere dallo Spirito Santo il Verbo che attraverso di lei si fece carne e fu spartiacque della storia umana.

Comprensibile, forse, il grande clamore che Greta Thunberg desta con il suo iperattivismo sintomo di ciò che la povera ragazza ha: la sindrome di Asperger. E la Svezia felice d’avere un’altra Greta dopo la Garbo, grande attrice, ma chiusasi in mutismo a 36 anni: balancement.

E ci si metta nei panni dei genitori, madre cantante lirica e padre attore – gente di teatro – che stanno gestendo la figlia da par loro felici di vedere la loro creatura che era stata diagnosticata chiusa nel suo mutismo parlare tanto, capace di trascinare giovani e non, e grandi del pianeta farsi offendere senza reagire ed il Papa – ma ne ha preso in fondo le distanze – dirle “go on” (già tanto!).

Turba tuttavia che Greta quando parla di se – ora sedicenne – dice d’essere “bambina” quasi che il mondo degli adulti le faccia paura e voglia rimanere tale in una ingenuità – almeno in passato – che difende dalla sporcizia che insozza chi più avanti negli anni. Che sa parlare solo il politichese che puzza quasi di muffa. In fondo le banalità al momento di tempi compiuti hanno fatto rivoluzioni.

E se abbiamo scoperto ieri l’altro la prima molecola formatasi dopo il big bang che diede luogo all’universo, è possibile che, dopo 14 miliardi di anni, che Greta possa essere… la prima molecola di un mondo nuovo dal futuro incerto: molto.

Un giorno si dirà “fu vera gloria?” e forse un novello Manzoni – ammesso che possa nascerne un altro – riproporrà “ai posteri l’ardua sentenza”.
Per adesso non ci resta che assistere “attoniti” o supercoinvolti ad un fenomeno che, come accade, ha un tempo, un luogo, una fine.

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