I calciatori del Palermo dicono no alla retrocessione: “Vogliamo giocare” - QdS

I calciatori del Palermo dicono no alla retrocessione: “Vogliamo giocare”

redazione

I calciatori del Palermo dicono no alla retrocessione: “Vogliamo giocare”

giovedì 16 Maggio 2019

Si sono presentati così in sala stampa il capitano del Palermo Ilija Nestorovski, guidando tutti i suoi compagni di squadra schierati compatti alle sue spalle, per leggere un comunicato a nome di tutto il Palermo dopo la decisione della Figc di retrocedere la società in serie C

PALERMO – “Per la prima volta siamo tutti qui per parlare con voi, sono giorni fondamentali per il futuro del Palermo e della città”. Si sono presentati così in sala stampa il capitano del Palermo Ilija Nestorovski, guidando tutti i suoi compagni di squadra schierati compatti alle sue spalle, per leggere un comunicato a nome di tutto il Palermo dopo la decisione della Figc di retrocedere la società in serie C. Con Nestorovski anche il palermitano Antonio Mazzotta, il vicecapitano Andrea Rispoli e il rappresentante dell’Associazione italiana calciatori Alberto Pomini che ha letto un comunicato.

“Come protagonisti principali quali siamo – si legge sulla nota della squadra – non riusciamo a trovare alcuna giustificazione per il comportamento del Consiglio Direttivo della Lega B che, alla presenza di componenti in potenziale conflitto di interessi e senza un criterio oggettivo o una potestà normativa, decide di prendere una decisione che stravolge le regole a campionato ormai concluso. Ci chiediamo: su quali basi si è deciso di far disputare i play off, quando è stato emesso solo un primo grado di giudizio? Con che criterio i nostri colleghi del Foggia Calcio hanno perso il diritto a disputare i play out?”. “Rivendichiamo come calciatori del Palermo – prosegue il comunicato – il diritto di poterci guadagnare sul campo la vittoria attendendo, quantomeno, la pronuncia della Corte d’Appello Federale. A quel punto accetteremo il verdetto qualunque esso sia. Ma fino ad allora faremo sentire in ogni sede opportuna e possibile la nostra voce perché siamo stati depredati della nostra dignità. Ci hanno tolto il diritto di sudare per un traguardo. Ci facciamo rappresentanti di una città ferita, di persone che hanno voglia di urlare che, in uno Stato di diritto, così non funziona, che non si possono calpestare i diritti con un colpo di penna deciso in potenziale conflitto di interessi. Continueremo la nostra lotta fino a quando ci sarà possibile accompagnati dall’Aic, con l’intenzione di far valere e tutelare i nostri diritti”.

Intanto, senza attendere l’esito dell’appello, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha dato formalmente mandato all’Avvocatura comunale di verificare, anche ma non solo in raccordo con la società Palermo Calcio, la possibilità di azioni legali circa la vicenda specifica della società di calcio, “quindi azioni per l’accertamento e la sanzione di irregolarità e allo stesso per la tutela dei risultati sportivi raggiunti dalla squadra”, nonché “per la tutela dell’immagine di Palermo da azioni intraprese da organi ed enti che potrebbero danneggiare la città nel suo complesso”.

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