Il sindaco di Vizzini: “I Cinquestelle non vogliono la Catania-Ragusa” - QdS

Il sindaco di Vizzini: “I Cinquestelle non vogliono la Catania-Ragusa”

Paola Giordano

Il sindaco di Vizzini: “I Cinquestelle non vogliono la Catania-Ragusa”

giovedì 16 Maggio 2019

Intervista al sindaco di Vizzini, Vito Cortese: “Non siamo la terra dei vinti”. L'esigenza di guardare al futuro con l’idea di non essere più periferici. L'importanza dei collegamenti

VIZZINI – Guardare al futuro con l’idea di non essere più periferici: questa è la speranza che ha motivato e continua a motivare il primo cittadino di Vizzini, Vito Cortese, e i sindaci dei Comuni siciliani impegnati in prima linea sul fronte della realizzazione della tanto agognata autostrada Catania-Ragusa, il cui progetto di raddoppio – che andrebbe ad implementare i 68,7 chilometri che collegano i due capoluoghi – ha subito l’ennesima battuta d’arresto.

“È un’opera infrastrutturale nodale per la comunità vizzinese perché significherebbe sviluppo del turismo ma anche del commercio dei nostri prodotti di eccellenza, ricotta e formaggi in primis. Senza contare un altro aspetto di fondamentale importanza sulla quale non si può più sottacere: la sicurezza. Questa strada darebbe infatti la possibilità di spostamenti sicuri senza la percentuale altissima di morti che ogni anno piangiamo”.

Sindaco Cortese, da chi è dipeso il nuovo stop all’infrastruttura che aspettiamo da ormai quarant’anni?
“Politicamente non c’è la volontà di fare questo raddoppio. Il ministero dell’Economia ha chiesto al concessionario (la Società Autostrada Ragusa Catania, che ha firmato la Convenzione di Concessione con il Mit già nel 2014, nda) alcune garanzie che esso potrà dare solo dopo aver vinto l’appalto, perché ancora deve essere realizzato il progetto esecutivo. È stupefacente che un’opera strategica condivisa da tutte le forze politiche, dalla Regione siciliana e dagli Enti locali venga rimessa drasticamente in discussione ad un passo dalla cantierabilità per ragioni già affrontate al Mit, al Mef e al Ministero per il Sud. Sono state riportate le lancette indietro di quattordici anni, tornando a discutere di un finanziamento integralmente pubblico piuttosto che proseguire l’iter del già approvato project financing. La Regione è con il territorio, che chiede categoricamente la realizzazione di questa strada. Il problema è esclusivamente politico: il sottosegretario di Stato Giorgetti era favorevole che al ‘pre Cipe’ fosse data l’autorizzazione a passare al Cipe per deliberare il finanziamento. La volontà è dunque politica: i Cinquestelle non vogliono la realizzazione di questa strada. Non tutti i pentastellati, perché il ministro Lezzi era ed è tuttora d’accordo sul fatto che l’opera venga realizzata”.

Sono state sollevate perplessità sul pedaggio.
“Il costo del pedaggio è l’ennesimo slogan per la scelta demogogica di chi ha fatto di un certo populismo l’unica ambizione politica. Non è vero che la Catania-Ragusa, nell’attuale ipotesi realizzativa, sarebbe costata agli utenti il triplo della media nazionale dei pedaggi analoghi. I prezzi sono accessibili e comunque sono previste fasce orarie che garantiranno a studenti e lavoratori una diminuzione del prezzo del pedaggio e che saranno discussi fra cinque anni, quando verrà realizzata l’opera. Il passo indietro dell’ultimo minuto che si cela dietro l’espediente dell’impasse burocratica nasconde l’incapacità di assumersi la responsabilità di dire ‘no’ ad un’opera ormai data per certa. La verità è che non ritengono che il territorio abbia la capacità di ammortizzare l’opera, nonostante la storia e le strutture che attorno ad essa gravitano: il mercato ortofrutticolo di Vittoria, ad esempio, o i diversi centri storico-letterari, importantissimi per lo sviluppo dell’economia siciliana”.

Come pensate di muovervi lei e gli altri sindaci?
“In questo momento c’è un accordo tra i sindaci che hanno avuto la capacità di ridare attualità ad un progetto che era stato dimenticato. Abbiamo avuto tutti i riconoscimenti tecnici, i soldi per realizzarla ci sono, dunque non ci sono motivi per cui non debba venir fatta: la ragione è solo politica. Nell’ultima riunione fatta all’Esa con il presidente Musumeci, con il vice presidente Armao e con l’assessore ai Trasporti Falcone ci si è impegnati a scegliere insieme le vie da percorrere per la realizzazione di quest’opera. Finalmente non siamo più soli: nella prima parte siamo stati noi sindaci a riprendere in mano questo progetto, a stimolarne l’esame nei vari ministeri e ad avere tutte le autorizzazioni. Avendo le autorizzazioni, avendo la disponibilità economica non resta che far fare il progetto esecutivo e far partire la realizzazione”.

Avete quindi in mente di organizzare una protesta corale nei confronti del Ministero?
“In questo momento ci sono posizioni diversificate. Oggi (lo scorso sabato, ndr), per esempio, il sindaco di Ragusa ha organizzato una protesta che partiva dal capoluogo ibleo per fermarsi al distributore di contrada Coffa (territorio di Chiaramonte, ndr). L’ha fatto in maniera intelligente, perché ha risposto alla necessità della politica di rilegarsi ai sindacati, ai vari rappresentanti del territorio. Ritengo che le istituzioni in quanto tali abbiano la necessità di interloquire con le istituzioni. Non è pensabile che si faccia una iniziativa di sciopero nei termini o nei modo in cui si fanno gli scioperi, cioè interrompendo la viabilità delle strade. L’unica cosa che abbiamo proposto noi è di organizzare una marcia dei ragazzi che sono e saranno i beneficiari di questa strada perché aprirà loro la speranza di un futuro dove la Sicilia orientale possa avere un ruolo importante per lo sviluppo del turismo ma anche di una serie di iniziative che rivedono l’agricoltura come concreta opportunità per i giovani. Nessuno ci consideri la ‘terra dei vinti’.”


Ugl: “È un’opera strategica per la Sicilia il Governo non può più perdere tempo”

CATANIA – “Sulla realizzazione del raddoppio della Catania – Ragusa è arrivato il momento delle scelte. Si tratta di una delle opere più importanti da realizzare in Sicilia e non solo, che consentirebbe ad un’area come quella del Sud-Est dell’isola di uscire dal semi – isolamento in cui è rilegata da sempre e puntare allo sviluppo che merita. Il governo nazionale non può più perdere tempo sul grido di aiuto di un’intera popolazione e della Regione, ma deve prendere una decisione netta. Non si può essere contrari alla costruzione del ponte sullo Stretto, sostenendo che prima devono essere fatte strade e ferrovie adeguate, e poi non avere neanche le idee chiare quando si tratta di avviare l’ampliamento di una strada o il potenziamento di una linea ferrata”. È quanto dicono i segretari generali delle unioni territoriali della Ugl di Catania e Ragusa, Giovanni Musumeci e Gianna Dimartino in relazione alla querelle che continua, ancora oggi, a non trovare una vera e propria soluzione.
“Quella della Catania – Ragusa è una questione di interesse sovranazionale, perché riteniamo rientri appieno nel progetto di mobilità relativo all’asse Sicilia – Germania. La stessa Europa, con i suoi deputati eletti in Sicilia non può girarsi dall’altra parte di fronte ad una vicenda che più i giorni passano e più grottesca diventa. Basta fare campagne elettorali e giochi di parte sulla pelle dei siciliani: si trovi un punto di accordo tra pubblico e privato sull’elaborato progettuale redatto, allo scopo di trovare le risorse necessarie (perché no anche comunitari) per far partire finalmente un cantiere che da ormai troppi anni aspetta di essere avviato”.
E come evidenziano Biagio Tummino, dirigente Ugl e componente del comitato spontaneo ragusano ed Angelo Mazzeo, dirigente della Ugl catanese e delegato per la problematica, “bisogna evitare in questo modo anche la previsione di un pedaggio esagerato, come quello attualmente previsto che andrebbe sicuramente a penalizzare l’economia del territorio e generare possibili criticità per la gestione privata”.
Se invece si deciderà di proseguire sulla strada del project – financing, l’intervento della Regione siciliana voluto dal governo Musumeci, in materia di agevolazioni sui pedaggi, risulta indispensabile – sottolineano Musumeci e Dimartino – se non si vuol creare l’ennesima opera inefficace in una parte della Sicilia dove il livello di produttività è ancora elevato nonostante i disagi, il turismo è in netta crescita e le potenzialità inespresse sono ancora tante”.
“Quello nostro – concludono i due segretari Ugl – vuole essere un accorato appello perché il dibattito lasci spazio ai fatti, per dare opportunità occupazionali, lavoro e benessere a tanti siciliani che lo invocano”.

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