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I vini doc siciliani più protetti dal 2022, ecco come cambierà tutto

I vini doc siciliani più protetti dal 2022, ecco come cambierà tutto

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lunedì 15 Novembre 2021

Sarà l’Irvo, l’istituto regionale del vino e dell’olio, organismo di controllo della Doc Sicilia, a gestire questo nuovo sistema di certificazione dell’autenticità del prodotto mediante particolari

Disco verde alle “fascette” per tracciare e garantire i vini di Sicilia. Sono i contrassegni, stampati dall’Istitituto poligrafico e Zecca dello Stato, che dal primo gennaio del 2022 tuteleranno i vini dell’Isola immessi nel commercio.

Sarà l’Irvo, l’istituto regionale del vino e dell’olio, organismo di controllo della Doc Sicilia, a gestire questo nuovo sistema di certificazione dell’autenticità del prodotto mediante particolari sistemi di sicurezza.

Ecco come

Si tratterà di strumenti anticontraffazione, visibili e invisibili, che consentiranno di verificare storia, movimenti e percorso della bottiglia prima del suo ingresso nei canali di vendita e che verranno gestiti mediante specifiche banche dati.

Il sistema

Il nuovo sistema di tracciabilità, presentato stamane alla sala Alessi di Palazzo d’Orleans alla presenza degli stati generali della viticoltura siciliana, sarà obbligatorio per i vini Docg e facoltativo per quelli Doc, essendo prevista la possibilità per le aziende di utilizzare in alternativa il codice di lotto in etichetta: carta di identità, questa, di ogni prodotto agroalimentare con tutte le informazioni utili alla scelta consapevole del consumatore, ma che offre comunque un minore livello di sicurezza.

Per tracciare i vini e fronteggiare la loro contraffazione,
le fascette, che verranno applicate sui sistemi di chiusura delle bottiglie in modo
da impedirne il riutilizzo, verranno realizzate con l’impiego di carta
filigranata e inchiostri fluorescenti. Ciascuno dei contrassegni sarà dotato di
un univoco sistema di codifica composto da un seriale, un codice di controllo e
un datamatrix, ossia un  codice a barre con
celle bianche e nere disposte all’interno di uno schema di
forma rettangolare o quadrata. Questo, oltre alla lettura da dispositivi
automatici, permetterà di interagire con Trust Your Wine, la app ‘di Stato’ creata
per verificare online l’autenticità dei dati riportati sul contrassegno delle
bottiglie Doc e Docg.  

“Sarà così possibile così un controllo puntuale su
ogni lotto di prodotto confezionato. Non solo al consumatore verrà quindi
garantita la certezza che dentro ogni bottiglia cc’è il prodotto indicato ma ne
verrà parimenti tutelato lo stesso produttore che eviterà danni d’immagine e
economici” – spiega Antonio Rallo, presidente della Doc Sicilia, consorzio di
tutela che oggi annovera nel territorio regionale 8mila aziende vitivinicole
impegnate su un vigneto complessivo di oltre 23mila ettari, tra le quali più di
500 confezionano il proprio prodotto con costanti incrementi sul fronte
dell’export.

La gestione dei contrassegni da parte dell’Irvo
avverrà tramite un’apposita piattaforma progettata da Canino Srl SB, azienda
informatica con sede a Marsala. Sarà all’interno di questo portale che le ditte
effettueranno le richieste dei contrassegni e verranno registrate
cronologicamente tutte le movimentazioni di carico e scarico. Stoccaggio e
distribuzione negli stabilimenti di imbottigliamento sono invece affidati alla
ditta Randazzo, che nelle sue 4 sedi di Carini, Caltanissetta, Misterbianco
(CT) e Giammoro/Pace del Mela (ME) provvederà, sempre sotto lo stretto
controllo dell’Istituto regionale del vino e dell’olio, all’immagazzinamento e
alla distribuzione delle fascette alle aziende vitivinicole.

L’incontro alla presidenza della regione ha dato
anche occasione di soffermarsi sull’attuale stato di salute del sistema vino
siciliano: “Anche se siamo ancora distanti dai livelli raggiunti nel biennio
2018-2019, le aziende dell’Isola fanno segnare sensibili incrementi di nuovi
ordini e la direzione va senz’altro verso una netta ripresa, all’insegna della
competitività – dice il presidente di Assovini Sicilia, Laurent de la Gatinais.
La ‘piramide’ dei prodotti è molto alta e ampia, capace ormai di intercettare
qualsiasi portafoglio e preferenze in termini di gusto”.

I vini dell’Etna, con il loro stile e la loro
diversità, confermano il loro successo anche perché hanno saputo sdoganare i
prezzi dei vini siciliani nel mercato internazionale. “Dopo avere puntato sul
Nero d’Avola con un’azione di tutela che oggi fa registrare un prezzo al litro
di almeno 1,20 euro rispetto agli 0,80 euro del 2012, lo stesso meccanismo di
valorizzazione sta adesso funzionando sul Grillo e via via puntiamo a
estenderlo su altri vini”, specifica de la Gatinais.

Sull’onda attivata dall’avvento del Prosecco che
orienta ha influenzato il modo di bere dei consumatori verso vini freschi,
fruttati e ‘divertenti’, crescono anche le aspettative sulla produzione
siciliana dei vini con le bollicine, di cui – a detta di sommelliers e
appassionati – il sistema vitivinicolo regionale offre esempi di livello ormai elevato. 

                                                          Antonio Schembri

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