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IA non può sostituire emozione intellettuale

IA non può sostituire emozione intellettuale
Intelligenza artificiale

Limiti e benefici

Intorno all’Intelligenza Artificiale (IA) si sta creando uno scenario falso, che in qualche caso spaventa le persone che non sono molto informate sulla questione. Viene ipotizzato addirittura che l’IA possa sostituire l’intelligenza umana, il che non ha nessuna valenza scientifica e nessuna prospettiva previsionale.

Se vogliamo rilevare con un minimo di concretezza cosa sia l’IA, ci accorgeremo che essa non è altro che la creazione di hardware o software potentissimi, con capacità enormi rispetto a quelli attuali, per cui i tempi di elaborazione sono ridotti enormemente e il numero dei dati elaborati è aumentato altrettanto enormemente.
I due fattori trasmettono evidentemente le grandi potenzialità dell’intelligenza artificiale, che sono effettivamente enormi, ma non magiche come si crede. E si crede perché sulla materia vi sono tante speculazioni ma poca chiarezza e trasparenza. Se venissero diffuse maggiori informazioni sul suo funzionamento e sulla sua evoluzione costante, i miti verrebbero sostituiti dalla realtà.

Non vi è dubbio, quindi, che questo insieme di hardware e software, denominati IA, sono un progresso enorme in qualunque attività, perché accorciano di gran lunga tutti i tempi di elaborazione e aumentano altrettanto di gran lunga tutte le cose che si debbono elaborare, in quanto si riesce ad attingere a un numero infinito di fonti in tempi brevissimi. Non solo, ma l’IA riesce a mettere insieme dati di ogni tipo, da cui vengono fuori relazioni, scritti, traduzioni, libri e documenti di vario genere.
Ovviamente, chi abusa di quanto precede può incorrere in diversi rischi. Prima di tutto, la tendenza a delegare il proprio lavoro cognitivo alla macchina riduce la capacità di pensiero e creatività. Inoltre, si ha la tendenza a fidarsi più delle conclusioni fornite dall’IA che delle proprie conoscenze, il che induce a riportare le notizie senza averle controllate in precedenza. Un esempio di abuso e disonestà è stato dato da quel giornalista che si dimenticò di togliere il capoverso che indicava la fonte di quanto aveva scritto, non lui, ma l’IA.

Vorremmo sottolineare altri due limiti dell’IA, quello ambientale e l’altro sociale. Da un lato, la costruzione di chip e server richiede minerali rari, con un impatto ecologico importante; inoltre, il consumo energetico e di acqua è elevato: l’acqua serve a raffreddare i circuiti, mentre l’elettricità (prodotta principalmente da fonti di energia fossile) serve a far funzionare tali modelli avanzati, molto energivori.
Dall’altro, l’IA può portare a un aumento delle disuguaglianze se non è ben controllata. Prima di tutto perché l’accesso a tale tecnologia è limitato a poche aziende e Paesi; inoltre, alcune professioni potrebbero essere sostituite, accentuando disparità già esistenti.
Dunque, a nostro avviso, sarebbe importante utilizzare l’IA con moderazione, per i settori fondamentali come la ricerca e per il bene di tutta l’umanità. Tali limiti e bisogni dovrebbero essere definiti collettivamente e democraticamente, non dalle grandi lobbies dell’high-tech.

Quanto precede non è un parere da esperti, ma frutto di letture diverse, che ci portano a intuire ragionevolmente quali potrebbero essere le prospettive di questa evoluzione che, presa per il giusto verso, può essere benefica.
Qualcuno ha definito l’IA capace di possedere una sorta di emozione intellettuale: niente di più falso, perché le emozioni sono proprie della mente (o dello spirito o della volontà o dell’anima o della coscienza), propria degli umani. Mai macchina di nessun genere e di nessuna potenza potrà produrre emozioni, che sono frutto di sensibilità connessa, appunto, agli esseri umani. E mai un progettista potrà essere sostituito dall’IA, perché quest’ultima NON pensa.
Di conseguenza, ribadiamo che gli allarmismi in questo senso sono destituiti di fondamento, per cui vanno rifiutati tout court.
Non è che noi vogliamo pontificare, anche perché non ne saremmo capaci. Tuttavia, usando il buonsenso delle persone comuni, possiamo affermare quanto precede e cioé che mai le macchine possono competere con le persone, sempre un gradino sopra o un metro avanti.